In Italia la quota della spesa complessiva per la protezione sociale destinata alle famiglie e figli è pari al 6,5%, mentre la parte che è riservata alla vecchiaia ammonta al 65,4%. Nell’Europa a 28 la prima percentuale sale fino all’8,7% mentre la seconda scende al 52,8%. Secondo i dati, contenuti nelle tabelle dell’Eurostat relative al 2014 ed elaborati dall’Adnkronos, le risorse destinate dal Belpaese alle misure di intervento pubblico ammontano a oltre un quinto del pil, ma solo l’1,4% del prodotto interno lordo è destinato alla famiglia e ai figli. Alla ‘vecchiaia’ va invece il 14%.
La quota complessiva di pil che l’Italia destina ai servizi sociali è pari al 21,4%, superiore sia alla media dell’area euro (20,4%) che a quella dell’Ue a 28 (19,5%). Si passa da un minimo dell’11,4% della Romania, superata di poco da Lituania e Lettonia (11,5%), a un massimo del 25,4% della Finlandia, seguita a poca distanza da Francia e Danimarca rispettivamente con il 24,8% e il 24,5%.
L’Italia si colloca al diciottesimo posto per la percentuale di pil destinata alle famiglie e figli. La classifica è guidata, come era facile immaginare, dai paesi scandinavi con la Danimarca in testa (che destina alla stessa voce il 4,8% del pil) , la Norvegia (3,4%) e la Finlandia (3,3%). All’ultimo posto va invece alla Spagna, con lo 0,6% del pil. Lo stivale sale in vetta alla graduatoria, quanto di parla di spesa per la vecchiaia, con il 14% del pil, alle spalle solo della Grecia che arriva al 15,3%. Nel dossier si osserva che, escludendo alcune situazioni peculiari, i paesi in cui la spesa per vecchia è più elevata presentano una spesa per famiglia e figli più bassa.
Welfare, in Italia il 6,5% delle risorse a famiglie e figli. Agli anziani il 65,4%
Adnkronos, 15 maggio 2016