La collaborazione tra Cnel e Istat
Il progetto BES nasce da una iniziativa di Cnel e Istat che mira a rendere disponibili, per l’Italia, una serie di indicatori di benessere che dovrebbero portare al graduale superamento dell’indicatore Pil.
Il primo passo della collaborazione tra i due enti è stato rappresentato dalla costituzione di un “Comitato di indirizzo sulla misura del progresso della società italiana”, composto da rappresentanti delle parti sociali e della società civile (come Legambiente, WWF e Forum del Terzo Settore), che ha iniziato i suoi lavori nel mese di aprile 2011. La selezione degli indicatori statistici è stata affidata alla Commissione scientifica presieduta dal Prof. Enrico Giovannini, presidente dell’Istat, e composta da diversi esponenti del mondo accademico e della ricerca.
Grazie al lavoro di ricerca e analisi messo in campo dai due enti, nel mese di ottobre 2012 sono state definite 12 “dimensioni” del benessere equo e sostenibile, mentre il 22 giugno 2012, in concomitanza con l’avvio della Conferenza di Rio de Janeiro sullo sviluppo sostenibile, sono stati resi noti i 134 indicatori di elevata qualità statistica che dovranno “misurare” le dodici dimensioni.
Il progetto si avvale di un importante strumento di diffusione delle informazioni, rappresentato da un sito web ricco di documenti e link ad iniziative analoghe adottate in altri paesi, che dovrebbe favorire il dibattito tra istituzioni e società civile attorno ai temi del benessere equo e sostenibile.
Alle origini del progetto
Il dibattito internazionale attorno al tema del superamento del Pil è stato alimentato, negli ultimi anni, da molte importanti istituzioni internazionali. L’OCSE, in particolare, è molto attiva su questo fronte: ha infatti organizzato diversi incontri globali centrati proprio sul superamento dell’indicatore Pil ed ha promosso iniziative importanti come il Better Life Index che si ispira al principio per cui “There is more to life than the cold numbers of GDP and economic statistics”. Anche l’Unione Europea si sta attivando da tempo su questi temi, ne è la prova il documento “Non solo Pil”, pubblicato nel 2009. Il quadro del dibattito internazionale è in questo senso efficacemente sintetizzato in una pagina dedicata del progetto BES.
Una delle più importanti iniziative internazionali è però rappresentata, per l’autorevolezza del team di ricerca, dall’istituzione, nel 2008, su iniziativa dell’allora presidente francese Nicholas Sarkozy, di una commissione scientifica che avrebbe avuto il compito di analizzare in modo critico lo stato dell’informazione statistica sui temi dell’economia e della società. Questa commissione, presieduta dal premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz, affiancato da un altro premio Nobel come Amartya Sen e dall’economista Fitoussi, produsse nel 2009 un rapporto di grande valore nel contesto del dibattito sul superamento dell’indicatore Pil. Nelle raccomandazioni finali di tale rapporto, in particolare, la Commissione sottolinea alcuni punti che vale la pena di riprendere di seguito.
– La qualità della vita include l’intera gamma dei fattori che rendono la vita meritevole di essere vissuta, comprendendo quelli che non sono oggetto di scambio sul mercato e che non possono essere oggetto di valutazione economica. In questo senso, gli indicatori non economici possono giocare un ruolo importante nella misura del progresso sociale e la ricerca ha condotto ad individuarne di nuovi e credibili.
– Il benessere soggettivo comprende vari aspetti come la valutazione cognitiva della propria vita, le emozioni positive (gioia, orgoglio…) e quelle negative (sofferenza, rabbia…). Le agenzie di statistica nazionale dovrebbero prevedere nei propri sondaggi, domande centrate sul benessere soggettivo, in modo da cogliere la valutazione, da parte degli individui, delle proprie condizioni di esistenza, delle esperienze edonistiche e delle priorità assegnate nell’adozione delle scelte di vita. In questo senso, la prospettiva soggettiva diventa fondamentale anche con riferimento alle disuguaglianze “percepite” (non solo quindi quelle rilevate da indicatori oggettivi) nel corso della propria esistenza.
– Diverse misure scalari della “qualità della vita” sono possibili, a seconda della domanda rivolta nel sondaggio e dell’approccio adottato. Alcune di queste misure sono già da tempo utilizzate (come lo “Human Development Index”). Altre potranno essere implementate nella misura in cui le agenzie nazionali di statistica faranno i necessari investimenti per fornire i dati necessari.
E’ quindi in questo contesto di fermento internazionale che deve essere collocato lo sforzo congiunto di Cnel e Istat di fornire al paese gli strumenti necessari per misurare e valutare il proprio progresso. Del resto, i primi tentativi in Italia di misurare il benessere con indicatori diversi dal Pil risalgono a più di venti anni fa, quando Il Sole-24 Ore ha cominciato a pubblicare annualmente l’Indice di Qualità della Vita. Si segnala infine che il sito BES raccoglie anche altre interessanti iniziative di attori sociali ed istituzionali come Confcommercio, Legambiente o Irer Piemonte.
Le dimensioni del benessere e i corrispondenti indicatori
Data la ricchezza e l’articolazione delle 12 dimensioni e dei corrispondenti 134 indicatori BES, forniamo qui di seguito il link alle pagine del sito dedicato, la cui completezza favorisce la comprensione degli strumenti di misurazione:
– Ambiente
– Salute
– Benessere economico
– Istruzione e formazione
– Lavoro e conciliazione tempi di vita
– Relazioni sociali
– Sicurezza
– Benessere soggettivo
– Paesaggio e patrimonio culturale
– Ricerca e innovazione
– Qualità dei servizi
– Politica e istituzioni
Riferimenti
Camera dei deputati, Indagine conoscitiva sull’individuazione di indicatori di misurazione del benessere ulteriori rispetto al Pil, audizione del presidente del Cnel Antonio Marzano, V Commissione, mercoledì 30 maggio 2012
Il sito wikiprogress sulle iniziative per misurare il progresso diffuse nel contesto internazionale