I limiti e le mancanze strutturali nella tutela pubblica della salute mentale sono sempre più preoccupanti dato che i ragazzi e le ragazze che hanno bisogno di assistenza, specialmente se con quadri clinici gravi, sono aumentati esponenzialmente durante la pandemia.
A suggerirlo, spiega Isaia Invernizzi sul Post, sono i dati degli studi nazionali ed internazionali, ma anche le testimonianze di medici, psicologi , psichiatri, medici del pronto soccorso e operatori sociali. La pandemia ha causato un peggioramento della salute mentale dei giovani, con forti conseguenze soprattutto sula fascia tra i 12 e i 18 anni. In generale limitazioni imposte dalla crisi pandemica hanno messo i giovani in una condizione di smarrimento e disagio.
In particolare, per chi era già in condizione critica sono diminuite le possibilità di richiedere un sostegno e il sistema sociosanitario fatica a intercettare e gestire le richieste di aiuto prima che raggiungano un punto di non ritorno. Si tratta di un fenomeno complesso i cui sviluppi futuri sono difficili da prevedere.