Il 20 giugno 2001 è stata istituita la Giornata internazionale del rifugiato, indetta dalle Nazioni Unite cinquant’anni dopo la firma della Convenzione sui profughi da parte dell’Assemblea generale del’Onu.
Secondo il Rapporto annuale dell’UNHCR, Global Trends in Forced Displacement 2022, a fine 2022 il numero di persone costrette alla fuga a causa di guerre, persecuzioni, violenza e violazioni dei diritti umani è salito al livello record di 108,4 milioni, con un aumento senza precedenti di 19,1 milioni rispetto all’anno precedente. I numeri confermano che la maggior parte delle persone che chiede asilo proviene da Paesi a medio e basso reddito.
La crescita del fenomeno è legata anche alla guerra in Ucraina e alla fuga di centinaia di migliaia di persone in altri Paesi tra cui l’Italia dove, come raccontavamo nel nostro primo podcast “Storie di accoglienza“, sono stati spesso accolti grazie “dal basso”. Nel 2022, infatti, i fondi stanziati per far fronte alle numerose crisi di rifugiati è stato molto inferiore alle necessità e rimane a tutt’oggi insufficiente nonostante la crescita del fenomeno. Una questione che, dopo gli ennesimi, drammatici fatti di questi giorni, è di estrema rilevanza per tutta l’Europa.
Per questa ragione, in occasione dell’odierna Giornata internazionale del rifugiato, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), ha lanciato la campagna globale HOPE AWAY FROM HOME – Un mondo dove tutti i rifugiati siano inclusi, con l’obiettivo di sottolineare l’importanza di soluzioni a lungo termine per i rifugiati ed il potere dell’inclusione.