Il Parlamento Europeo e il Consiglio Europeo hanno raggiunto un accordo su Repower EU, il pacchetto di misure per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia e contrastare la crisi energetica. Tra gli strumenti a disposizione c’è anche la possibilità di utilizzare i fondi non ancora impegnati della Politica di coesione per fornire un sostegno diretto alle famiglie più vulnerabili e alle piccole e medie imprese colpite all’aumento dei costi energetici. A dirlo è Fiorella Lavorgna in un articolo pubblicato sul Sole 24 Ore, che permette di afre il punto su un tema che Secondo welfare aveva affrontato qualche settimana fa con un approfondimento intitolato “Coesione o bollette? Crisi e emergenze stanno cambiando i fondi europei”.
“L’accordo” si legge sul quotidiano di Confindustria “prevede che potrà essere utilizzato fino al 10% della dote complessiva del periodo di programmazione 2014-2020, per l’Italia dunque circa 4 miliardi di euro. Ai fondi dirottati su RePower non si applicherà la regola del co-finanziamento nazionale“. L’intesa, per diventare definitiva ed entrare in vigore il prossimo anno, deve ora essere confermata dagli Stati membri in sede di Consiglio e dal Parlamento europeo.
Un nuovo utilizzo dunque per i fondi della politica di coesione dell’Unione Europea, che sono anche al centro del progetto A Brave New Europe: Next Generation cui Secondo welfare partecipa, per il secondo anno, insieme a Slow News, Internazionale, Zai.net e La Revue Dessinée Italia.