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È stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 82 del 6 aprile 2021 la Legge n. 46/2021 che introduce il cosiddetto assegno unico e universale. Lo scopo è quello di riordinare, semplificare e in parte potenziare varie misure finalizzate al sostegno delle famiglie con figli a carico. L’assegno sarà unico in quanto, appunto, racchiuderà in sé vari aiuti economici attualmente frammentati su diverse misure e sarà universale in quanto destinato a tutti i nuclei familiari con figli, seppur con differenti importi a seconda del reddito percepito.

Al momento l’Italia è molto al di sotto della media dell’Unione Europea che riguarda la spesa pubblica per il sostegno alle famiglie. Nel 2017, infatti, era pari all’1,1% del PIL contro una media UE pari al 2,2%. Questa nuova misura dovrebbe aumentare i fondi dedicati nel nostro Paese, raggiungendo una soglia del 1,5% del PIL italiano.

Di seguito si riportano i principali risultati di alcune analisi svolte dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro su beneficiari, budget e funzionamento della neonata misura.

A chi spetta

L’assegno unico sarà destinato a tutte le famiglie con figli, compresi i lavoratori subordinati, autonomi, disoccupati e chi già riceve altre forme di sostegno al reddito. Sarà erogata dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni, mentre per le famiglie con figli disabili a carico l’assegno sarà erogato anche dopo il compimento del ventunesimo anno di età. L’assegno spetterà ad entrambi i genitori e sarà diviso tra loro in maniera uguale. Sarà, inoltre, compatibile con altre forme di sostegno, come per esempio il Reddito di Cittadinanza. La misura potrà essere riconosciuta sotto forma di credito di imposta o come erogazione diretta della somma dovuta.

Come sarà calcolato l’importo

Il contributo economico mensile verrà stabilito in base alle condizioni economiche del nucleo familiare, tenendo in considerazione l’indicatore ISEE o sue componenti. In questo senso, la legge delega ha tracciato una cornice, spetterà ora al Governo determinare l’ammontare dell’assegno, per cui però è ha già stabilito un tetto massimo di 250 euro. Il calcolo terrà in considerazione l’età dei figli a carico e dei possibili effetti di disincentivo al lavoro per un genitore nel nucleo familiare. Verranno, inoltre, previste delle maggiorazioni in caso di figli con disabilità, di madri minori di 21 anni e di nuclei familiari con più di due figli.

Le risorse a disposizione

Per la realizzazione della misura verranno stanziati 19 miliardi di euro nel 2021 che saliranno a 21,6 miliardi di nel 2022. Tali cifre comprendono vari fondi già destinati al sostegno alla famiglia (che saranno assorbiti dalla nuova misura), nuove risorse previste dalla legge di Bilancio 2021 e minori costi derivanti dalle sei misure di sostegno al reddito che verranno sostituite dall’assegno unico. Si tratta dell’assegno ai nuclei con almeno tre figli minori; dell’assegno di natalità; del premio alla nascita o all’adozione; del fondo di sostegno alla natalità; delle detrazioni IRPEF per figli a carico; dell’assegno per il nucleo familiare. Secondo una stima dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio queste sei misure assorbono circa 15 miliardi di euro e corrispondono alla quasi totalità dell’attuale spesa pubblica per le famiglie, che l’Istat stima in 16,7 miliardi nel 2019. Resteranno invariate, invece, altre misure quali i Bonus asili nido, i Congedi parentali e relative indennità, la Carta famiglia e il Fondo politiche per la famiglia. L’assegno unico coprirebbe, quindi, quasi tutte le misure esistenti ad oggi.

Entrata in vigore

La data prevista è il 1° luglio 2021. Tuttavia, trattandosi come detto di una legge delega, l’assegno unico universale potrà entrare in vigore solo quando il Governo, su proposta del Ministro per la Famiglia, del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e del Ministro dell’Economia e delle Finanze, sentita la Conferenza unificata Stato Regioni, emanerà i decreti legislativi necessari a riordinare, semplificare e potenziare il sistema di sostegno alla famiglia. Le misure potranno essere introdotte in maniera progressiva.

Integrazione con le misure regionali

Le misure del governo dovrebbero entrare in atto da luglio. Nell’attesa, come racconta Michela Finizio in questo articolo pubblicato sul Sole 24 Ore, alcune regioni hanno varato nuove iniziative per supportare le famiglie. In Lombardia è stato aperto in maniera scaglionata il bando Protezione Famiglia di Regione Lombardia. In Campania sono stati stanziati fondi per sostenere i caregiver, ovvero le persone che si prendono cura a tempo pieno di uno o più familiari non autosufficienti. In Umbria sono presenti appositi bonus baby sitter per i residenti; similmente in Liguria sono stati previsti bonus baby sitter e badanti. Nella regione Lazio è stato approvato un piano che prevede voucher per l’iscrizione dei figli ai centri estivi o attività simili mentre in Friuli Venezia Giulia è stata potenziata la Carta Famiglia. Bisognerà vedere se e come queste iniziative regionali, insieme a molte altre già esistenti, andranno a integrarsi con l’assegno unico.

Vantaggi per molti, ma non per tutti

Secondo l’Istat la riforma dell’assegno unico dovrebbe determinare un incremento di reddito per il 68% delle famiglie, in primis per i lavoratori autonomi e in genere per i redditi molto bassi. Per il 29,7% dei nuclei si avrebbe invece un peggioramento: a essere colpiti sarebbero soprattutto nuclei con figli over 21 a carico, famiglie particolarmente numerose, coppie di fatto, chi possiede patrimoni mobiliari e immobiliari e ovviamente gli esclusi dalla norma. Per il restante 2,3% non cambierebbe nulla.

Di seguito si riportano quattro simulazioni svolte dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro che analizzano altrettanti casi concreti di famiglie italiane e che possono aiutare a comprendere, seppure parzialmente, l’impatto della misura.

 

 


Simulazione 1. Nucleo familiare composto da due adulti e due minori, di cui uno neonato

Fonte: Approfondimento Fondazione Studi Consulenti del Lavoro  


Simulazione 2. Nucleo familiare composto da due adulti e due minori

Fonte: Approfondimento Fondazione Studi Consulenti del Lavoro

 


Scenario 3. Nucleo familiare composto da due adulti e un/a figlio/a disabile

Fonte: Approfondimento Fondazione Studi Consulenti del Lavoro

 


Scenario 4. Nucleo familiare composto da due adulti e un minorenne

Fonte: Approfondimento Fondazione Studi Consulenti del Lavoro