In un recente articolo del Sole 24 Ore viene approfondita e analizzata una recente stima realizzata dall’Eurostat secondo la quale da oggi al 2100 in Europa riscontreremo un calo demografico complessivo di circa 30 milioni di abitanti.
L’Eurostat, partendo da alcune assunzioni di base, cioè che le tendenze demografiche attuali si conservino anche in futuro, ha ipotizzato un aumento generale nell’età mediana della popolazione, come conseguenza della crescita della speranza di vita. Questi movimenti portano con sé un grande rimescolamento del peso relativo delle varie età. Per esempio si prospetta una diminuzione degli under 18, sia come numero complessivo che come percentuale dell’intera popolazione; di conseguenza viene stimana anche una forte diminuzione della popolazione attiva, cioè delle persone in età da lavoro.
Una delle conseguenze più importanti di questo cambiamento è il crescente squilibrio fra persone potenzialmente occupate e persone anziane uscite dal mercato del lavoro. Se oggi ci sono infatti tre persone in età da lavoro per ogni anziano, nel 2100 questo rapporto sarà minore di due per ciascuno. Questo avrà effetti devastanti per la tenuta dei sistemi di welfare di tutti i Paesi europei.
Demografia, cosa potrebbe succedere all’Europa del 2100?
Il Sole24 Ore, 24 gennaio 2021