L’analisi dell’impatto della pandemia sull’andamento della criminalità organizzata, scrive Nicola Altiero su Formiche.net, sembra confermare la strategia mafiosa tesa a consolidare il controllo del territorio, da un lato, e l‘enorme disponibilità di denaro contante per prestazioni di assistenzialismo dall’altro.
La disponibilità liquida del “welfare mafioso” garantirebbe alle organizzazioni un importante consenso sociale, ottenuto grazie a manovre di assistenzialismo per privati ed imprese in difficoltà. Ma anche la possibilità di giocare un ruolo di leader affidabili ed efficaci a livello globale, arrivando a rilevare anche aziende di medie e grandi dimensioni grazie a rapporti sempre più stretti con molte di esse.
Secondo queste logiche tutti i settori sono a rischio, ma alcuni più di altri. Quello sanitario è un obiettivo importante per le risorse a disposizione e per il controllo che può garantire. Poi ci sono il turismo, la ristorazione e i servizi connessi alla persona, i più colpiti dalla pandemia, dove la mancanza di liquidità porta spesso i gestori all’indebitamento. La prospettiva diventa quindi quella di anticipare lo scenario futuro, intercettando le manovre e logiche del “welfare mafioso” drenandone parallelamente le risorse.