Qualche giorno fa Franca Maino, direttrice di Percorsi di secondo welfare, è intervenuta con una video-intervista a un convegno organizzato da RedCUIDAR+ in Costa Rica, dove ha parlato del ruolo delle organizzazioni della società civile in Italia nella riforma della politica di assistenza alle persone non autosufficienti. Come si colloca questo intervento?
L’intervista è stata proposta dall’IILA – l’Organizzazione Internazionale Italo-latino americana diretta dall’Ambasciatrice Antonella Cavallari. L’IILA, insieme alla FIIAPP (Spagna) e ad Expertise France conduce in America Latina il programma dell’Unione Europea EUROsociAL+. Si tratta di un’iniziativa di vasto respiro che collabora da anni con i governi degli Stati latinoamericani sostenendone le riforme con azioni sia a livello nazionale che regionale, coprendo praticamente tutto l’arco delle politiche pubbliche che incidono sulla coesione sociale (educazione, lavoro, protezione sociale, fiscalità, giustizia, ecc.). L’assistenza che fornisce questo programma si basa ampiamente sugli scambi tra le politiche pubbliche dei Paesi europei e latinoamericani e tra gli stessi Paesi di questa regione (cooperazione Sud-Sud).
Nel 2019 EUROsociAL+, in collaborazione con l’Inter-American Development Bank (IADB) e l’Agence Française de Développement, ha dato appunto vita alla RedCUIDAR+, una rete dei Paesi dell’America Centrale e dei Caraibi finalizzata a condividere idee ed esperienze sul tema dell’assistenza agli anziani non autosufficienti, promuovendo altresì azioni di cooperazione.
Dal 4 al 7 settembre, a San José, capitale del Costa Rica, la RedCUIDAR+ ha svolto la sua IX riunione internazionale, organizzata con il concorso anche del Ministero de Desarrollo Humano e Inclusión Social del Paese anfitrione. L’incontro – dal titolo Un futuro con cuidados: Pasos hacia la implementación de sistemas de cuidados de larga duración / A future with care: Steps towards implementing long-term care systems – ha visto la partecipazione di più di 80 persone provenienti da 19 paesi dell’America Latina e i Caraibi e con 3 interventi europei (Francia, Spagna e Italia).
Nel corso di 4 giorni di intensi dibattiti, scambi e visite sul campo, si sono affrontati i progressi compiuti dai Paesi della regione verso il consolidamento o la costruzione di sistemi di Long Term Care per anziani non autosufficienti, concentrandosi in particolare su 3 temi: il potenziamento dell’assistenza domiciliare; la formazione di assistenti familiari e caregivers; gli investimenti necessari per i sistemi di Long Term Care.
Tra i vari ad intervenire in apertura, la vicepresidente della Repubblica del Costa Rica e Ministra della Salute, Mary Denisse Munive Angermüller, la Ministra de Desarrollo Humano Yorleny León Marchena , l’ambasciatrice della Francia in Costa Rica Alexandra Bellayer-Roille, il rappresentante della delegazione dell’Unione Europea Matteo Banti e il rappresentante del BID Francisco Javier Urra.
Nelle conclusioni, sono state sottolineate 3 grandi sfide ben note anche in Italia: la prima è avanzare verso la costruzione di sistemi unitari, dotati di identità e specificità all’interno dei sistemi di welfare, con una solida struttura di governance; la seconda riguarda i finanziamenti: se da una parte bisogna razionalizzare la spesa esistente, evitando inefficienze e sovrapposizioni, dall’altra non si può non mettere in campo nuovi finanziamenti pubblici che diano stabilità, sostenibilità e universalità al sistema dei servizi; la terza, infine, riguarda l’integrazione sociosanitaria.
Aspetti trasversali della riforma della Long Term Care per anziani non autosufficienti, ma non di certo meno importanti, sono l’uguaglianza di genere (nell’organizzazione familiare e nel lavoro) e la crescita della consapevolezza della cittadinanza e delle forze politiche circa la centralità delle politiche di care sia dal punto dei diritti che da quello dello sviluppo economico.
In questo contesto si è rivelato molto appropriato il messaggio di Franca Maino, che ha mostrato come il Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza sia stato decisivo nell’approvazione della riforma in Italia, ma anche come piattaforma organizzata della cittadinanza a presidio delle conquiste ottenute, e per andare avanti nel difficile cammino dell’implementazione della riforma.
Tra molti Paesi dell’America Latina e l’Italia si ravvisano somiglianze importanti. Certamente il bagaglio concettuale con cui si approcciano le politiche per la non autosufficienza è lo stesso. Anche in America Latina si nota poi un divario tra un livello narrativo molto avanzato ed una realtà ancora abbastanza modesta. La maggior parte dei Paesi ha appena iniziato il percorso per dotarsi di politiche e sistemi per la non autosufficienza. Il Brasile ed il Cile stanno lavorando ad una nuova legislazione in materia, per citare due casi emblematici. Potrebbe essere quindi utile avere momenti di confronto tra l’Italia e l’America Latina sui tanti temi comuni del processo di costruzione di un nuovo welfare per la non autosufficienza.