Il numero delle persone che soffrono la fame ha ricominciato ad aumentare, tornando ai livelli di un decennio fa. Nel 2017 ben 821 milioni persone, vale a dire una su nove, sono state colpite dal fenomeno.
A denunciare l’emergenza planetaria è l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite sulla malnutrizione, “Food Security and Nutrition in the World”, pubblicato ieri congiuntamente dalla Fao e da altri organismi internazionali (Ifad, Wfp, Unicef e Oms).
Questa inversione manda il chiaro avvertimento che occorre fare di più e con urgenza se si vuole raggiungere l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile di Fame Zero entro il 2030.
"Se vogliamo raggiungere un mondo senza fame e malnutrizione in tutte le sue forme entro il 2030, è imperativo accelerare e aumentare gli interventi per rafforzare la capacità di recupero e adattamento dei sistemi alimentari e dei mezzi di sussistenza delle popolazioni in risposta alla variabilità climatica e agli eventi meteorologici estremi" hanno affermato i responsabili delle cinque organizzazioni delle Nazioni Unite autrici del rapporto.
Le aree più colpite
La situazione sta peggiorando in Sud America e nella maggior parte delle regioni dell’Africa. Le oscillazioni più violente hanno infatti riguardato ancora una volta l’Africa subsahariana: dal 24,3% di popolazione affamata nel 2005, si era passati al 20,7% nel 2014, con la speranza dunque di scendere sotto la soglia fatidica di un denutrito su 5. Ma anche la tendenza in calo della sotto nutrizione, che aveva caratterizzato l’Asia, sembra aver rallentato in modo significativo.
Il rapporto annuale delle Nazioni Unite ha rilevato che la variabilità del clima che influenza l’andamento delle piogge e le stagioni agricole, oltre ad estremi climatici come siccità e alluvioni, sono tra i fattori chiave dietro l’aumento della fame, insieme ai conflitti e alle crisi economiche.
L’altro lato della fame: l’obesità in aumento
L’obesità negli adulti sta peggiorando e più di un adulto su otto è obeso. Il problema è più significativo in Nord America, ma anche l’Africa e l’Asia stanno vivendo una tendenza al rialzo. Il 5,6% dei bambini è obeso, un numero stabile rispetto al 2012. Di questi il 46% vive in Asia, il 25% in Africa.
La denutrizione e l’obesità infatti coesistono in molti paesi. Uno scarso accesso al cibo nutriente a causa del suo costo più elevato, lo stress di vivere con insicurezza alimentare e gli adattamenti fisiologici alla privazione del cibo aiutano a spiegare perché le famiglie con insicurezza alimentare possono avere un maggiore rischio di sovrappeso e obesità.
Progressi lenti per porre fine a tutte le forme di malnutrizione
Tra i denutriti ci sono 151 milioni di bambini con ritardi di crescita, ovvero un quinto dell’infanzia mondiale sotto i 5 anni, il 39% e il 55% dei quali vivono rispettivamente in Africa e in Asia.
Una donna su tre in età riproduttiva a livello mondiale è affetta da anemia, patologia che ha conseguenze significative sulla salute e sullo sviluppo sia per le donne che per i loro bambini. Nessuna regione ha mostrato un calo nell’anemia tra le donne in età riproduttiva, e la prevalenza in Africa e Asia è quasi tre volte superiore a quella ad esempio del Nord America.
I tassi di solo allattamento materno in Africa e in Asia sono 1,5 volte più alti di quelli del Nord America, dove solo il 26% dei bambini sotto i sei mesi riceve esclusivamente il latte materno.
L’impatto della variabilità climatica e degli eventi meteorologici estremi sulla fame
I cambiamenti climatici stanno già minando la produzione di importanti colture come grano, riso e mais nelle regioni tropicali e temperate e, senza costruire resilienza climatica, si prevede che la situazione peggiorerà con l’aumentare delle temperature.
Le analisi del rapporto mostrano che la prevalenza e il numero di persone sottonutrite tendono ad essere più alti nei paesi altamente esposti agli eventi climatici estremi. La sotto-nutrizione è ancora più alta quando l’esposizione ad eventi climatici estremi si unisce ad un’alta percentuale della popolazione che dipende da sistemi agricoli altamente sensibili alle precipitazioni e alla variabilità delle temperature.
Riferimenti