Sei mesi fa, a pochi giorni dall’apertura di Expo 2015, vi avevamo raccontato del progetto di legge regionale presentato dall’Intergruppo "Vita, Famiglia ed Economia sociale" del Consiglio regionale della Lombardia per contrastare povertà e spreco alimentare su tutto il territorio lombardo. A pochi giorni dalla chiusura dell’esposizione universale il Parlamentino del Pirellone ha finalmente approvato all’unanimità la “Legge di riconoscimento e tutela del diritto al cibo”, che simbolicamente diventa un lascito di Expo 2015 alla Regione che l’ha promossa ed ospitata.
I contenuti della legge
La legge regionale 6 novembre 2015 – n. 34, impegna la Regione ad un più incisivo contrasto alla povertà alimentare attraverso l’introduzione di nuovi strumenti normativi e tramite lo sviluppo di policies che valorizzino l’azione degli attori, sia pubblici che privati, che operano in questo settore. In tal senso legge incentiverà e favorirà le iniziative che recuperano le eccedenze prodotte dalla filiera agroalimentare al fine di redistribuirli gratuitamente ai cittadini che si trovano in grave difficoltà economica. Inoltre, il provvedimento prevede l’introduzione di un criterio premiale per le imprese che garantiranno la ridistribuzione gratuita delle eccedenze alimentari a favore dei cittadini meno abbienti e che promuoveranno azioni concrete per la riduzione degli sprechi, accordando la preferenza ad alimenti prodotti il più vicino possibile al luogo di consumo.
Per quel che riguarda la lotta allo spreco, la Regione promuoverà programmi e corsi volti a rendere istituzioni e cittadini più consapevoli degli impatti ambientali, economici e sociali generati dallo spreco di cibo, che possano indicare loro come rendere più sostenibile l’acquisto, la conservazione, la preparazione e lo smaltimento finale degli alimenti. La Regione, inoltre, nell’ambito delle proprie competenze, prevederà vantaggi per le amministrazioni locali che aderiranno a programmi di aggiudicazione dei bandi rivolti ad imprese e servizi di ristorazione e di ospitalità alberghiera, introducendo anche in questo caso un criterio premiale per le imprese in grado di garantire minori volumi di spreco alimentare.
Da ultimo il provvedimento istituisce l’Osservatorio Regionale “Spreco Zero”, una cabina di regia che avrà l’obiettivo di favorire la realizzazione delle misure sopra accennate. L’Osservatorio, inoltre, studierà e raccoglierà le buone pratiche realizzate a livello nazionale e internazionale, fornendo una relazione annuale alla Giunta e al Consiglio Regionale. All’Osservatorio prenderanno parte stabilmente rappresentanti di soggetti pubblici, privati e del non profit operanti nella filiera lombarda della lotta allo spreco e della redistribuzione alimentare, secondo modalità che saranno definite nei prossimi 60 giorni.
Le reazioni
Con questo provvedimento, ha spiegato il relatore Alberto Cavalli, “la Lombardia diventa la prima regione italiana che riconosce e tutela sul proprio territorio il diritto universale di accesso sostenibile al cibo buono, sano e sufficiente come diritto umano fondamentale e promuove l’eliminazione di ogni forma di malnutrizione e cattiva alimentazione che metta a rischio la sopravvivenza dei cittadini”.
Soddisfatto anche il Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo, primo firmatario della proposta: “è un risultato di grande rilievo per il nostro Consiglio, che ci auguriamo possa essere ripreso da altri Consigli regionali”. Con questo provvedimento “vogliamo essere di aiuto alla miriade di realtà che in Lombardia e in tutto il Paese operano nel terzo settore e si rendono disponibili a non far mancare a tutti quelli che hanno bisogno”.
Il neo-assessore al Reddito di Autonomia Giulio Gallera commentando l’esito della votazione ha sottolineato come la nuova legge vada a rafforzare l’impegno della Lombardia sul fronte della lotta allo spreco alimentare. La Regione nel triennio 2013-2015 ha investito circa 1.650.000 euro per il recupero e la raccolta prodotti alimentari, la promozione e informazione agli Enti istituzionali, la formazione alle strutture caritative, la promozione presso le aziende agroalimentari. Uno sforzo che negli ultimi anni ha permesso di assistere ben 243.677 persone, e che ha coinvolto 1.259 associazioni di volontariato, 73 scuole e circa 10.500 giovani in iniziative di informazione e sensibilizzazione.
Riferimenti