Il contrasto alla povertà alimentare nel nostro Paese si articola in numerose esperienze che, con modalità differenti, garantiscono sostegno a quel sempre più ampio segmento di cittadini che non riesce più a rispondere totalmente o parzialmente alle proprie esigenze alimentari. In questo senso si va dai grandi network capaci di mettere in contatto migliaia di associazioni e distribuire centinaia di tonnellate di cibo a livello nazionale, fino a piccole realtà costitute da pochi volontari che rispondono ai bisogni emergenti a livello locale. Nei mesi scorsi ne abbiamo conosciute alcune che, in occasione del lancio del Focus sulla povertà alimentare, vi segnaliamo di seguito.
Indubbiamente una delle realtà maggiormente impegnate in ambito nazionale è la Fondazione Banco Alimentare, ente costituto nel 1989 per perseguire finalità di solidarietà sociale attraverso la raccolta di generi alimentari da destinare a persone che si trovano in stato di bisogno. La Fondazione, avvalendosi della collaborazione di 21 Organizzazioni territoriali, presenti in ognuna delle regioni italiane, mantiene rapporti con migliaia di organizzazioni caritatevoli sparse su tutto il territorio nazionale, permettendo la distribuzione di enormi quantità di derrate alimentari a chi ne ha bisogno.
Nel nostro approfondimento “Banco Alimentare: condividere i bisogni per condividere il senso della vita” e “Se le aziende contrastano la povertà alimentare” sono descritte storia, missione e modalità operative seguite da questa realtà. Nel contributo “Food banks e lotta alla povertà. L’allarme che arriva dalla Germania” a partire dall’esperienza tedesca è invece riportata un’interessante ricerca sugli aspetti positivi e negativi che possono contraddistinguere l’attività di questo genere di struttura operativa.
A livello locale, come detto, sono invece sempre più numerose le esperienze dei cosiddetti market solidali, strutture che, simili a normali supermercati, permettono di contrastare la deprivazione materiale e, contestualmente, di combattere l’esclusione sociale. Oltre a permettere l’acquisto di prodotti di prima necessità attraverso carte “a punti” speciali, il cui ammontare viene assegnato sulla base dello stato di bisogno, i market solidali realizzano attività di socializzazione volte allo sviluppo di comunità atte a integrare gli utenti col contesto sociale in cui vivono. In questi luoghi, dunque, non si dà solo assistenza per contrastare la povertà alimentare, ma si cerca di favorire l’empowerment degli individui e la loro (ri)inclusione sociale. I supermarket solidali rappresentano inoltre un ottimo esempio di quella partnership pubblico-privato-terzo settore che è uno dei presupposti del secondo welfare: le organizzazioni del terzo settore promuovono e gestiscono i progetti, le imprese provvedono gratuitamente o quasi all’approvvigionamento dei prodotti, mentre gli enti locali in maniera più o meno diretta, partecipano alla gestione e offrono spazi o risorse aggiuntive.
Mentre si diffondono nuovi progetti di market solidali (poche settimane fa ha visto la luce il primo supermercato solidale di Milano, di cui speriamo di raccontarvi presto la storia) quelli più “vecchi”vanno consolidando la propria attività. E’ questo il caso di Emporio Parma, progetto nato nel 2010 di cui via abbiamo raccontato in “L’esperienza di Emporio Parma tra povertà economica e relazionale”, e di Portobello, il market di comunità di Modena – "Modena: nasce Portobello, un "market di comunità" contro la povertà alimentare".
Grazie alla nostra nuova sezione sulla povertà alimentare, realizzata in collaborazione con Expo 2015 Milano nei prossimi mesi speriamo di potervi raccontare tante altre realtà simili a quelle sopra descritte, e che vi invitiamo a segnalarci.
I nostri contirbuti sul contrasto alla povertà alimentare
La povertà alimenentare tra sprechi e crisi
Banco Alimentare: condividere i bisogni per condividere il senso della vita
Se le aziende contrastano la povertà alimentare
Food banks, l’allarme arriva dalla Germania
L’espertienza di Emporio Parma, tra povertà economica e relazionare
Modena: nasce Portobello, un market di comunità contro la povertà alimentare
Stati Uniti: quale futuro per i food stamp?