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Il 16 ottobre, giornata mondiale per l’alimentazione, la Fondazione Banco Alimentare ha lanciato da Roma una campagna per sensibilizzare l’opinione pubblica sul grave tema della povertà alimentare nel nostro Paese. Da qui al 30 novembre, data in cui si svolgerà la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, la Fondazione organizzerà numerosi eventi dedicati a un problema che, sempre più diffuso, risulta tuttavia poco presente nel dibattito pubblico.

Come mostrano recenti dati della FAO, mentre a livello mondiale il numero di chi soffre la fame è leggermente diminuito nei Paesi più avanzati il tema della povertà alimentare va assumendo dimensioni che non si registravano dal secondo dopo guerra. Il Rapporto sulla crisi economica in Europa recentemente pubblicato dalla Federazione internazionale della Croce Rossa, rivela come nel vecchio continente 43 milioni di persone non abbiano accesso a risorse alimentari adeguate, e altri 120 milioni risultano a rischio. Secondo il rapporto il numero di europei che ricevono aiuti alimentari dai comitati locali della Croce Rossa tra il 2008 e il 2012 è aumentato del 75%, portando il loro numero totale a 3.5 milioni.

Anche in Italia il numero di chi non riesce a nutrirsi adeguatamente e soffre la fame è aumentato vertiginosamente negli anni di crisi, crescendo in un solo anno del 25%: nel 2013 secondo Andrea Giussani, presidente della Fondazione Banco Alimentare “saranno quasi quattro milioni” coloro che dovranno ricorrere a forme di sostegno alimentare. Giussani ha inoltre sottolineato come tra di essi ci siano schiere di persone “che mai avrebbero pensato di poter un giorno fare la fila insieme ai senza tetto per ricevere un pasto caldo”. Sono infatti sempre di più i membri della classe media che a causa del perdurare della crisi stanno scivolando verso livelli di povertà che impediscono perfino di rispondere alle esigenze basilari come, appunto, quelle alimentari.

In questi anni si è riuscito a rispondere a questa emergenza crescente grazie a strumenti normativi abbastanza adeguati, presenti sia a livello nazionale che comunitario. A livello italiano, ad esempio, la cosiddetta legge del Buon Samaritano (l. 155/2003) rende possibile il recupero del cibo in eccedenza nella ristorazione organizzata. Grazie a questa norma alimenti di qualità ed elevato valore nutrizionale, di norma smaltiti al pari dei rifiuti per il solo fatto di essere invenduti o eccedenti a fine servizio, possono essere recuperati presso hotel, mense aziendali e ospedaliere, refettori scolastici o esercizi al dettaglio per essere destinati a chi ne ha necessità. In dieci anni attraverso il progetto Siticibo, il Banco Alimentare è stato in grado di recuperare 2.664.908 porzioni di piatti pronti, 800 tonnellate di pane e quasi 900 di frutta.

La gran parte delle risorse a diposizione del Banco Alimentare, della Croce Rossa e delle numerose altre realtà che si occupano di aiutare gli indigenti provengono tuttavia dal livello europeo attraverso il PEAD, il programma di aiuti alimentari agli indigenti istituito nel 1987. In Italia, tramite l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), da oltre 20 anni circa 15 mila strutture caritative assistono le famiglie in difficoltà con pacchi di alimenti e pasti pagati da risorse comunitarie. Nel solo 2013 il PEAD ha permesso l’erogazione di 580 milioni di euro e la conseguente distribuzione di circa 100 mila tonnellate di cibo tra tutti i Paesi membri.

Tuttavia entro la fine dell’anno il PEAD dovrebbe estinguersi lasciando spazio al FEAD, il fondo europeo per gli aiuti agli indigenti, che non coprirà soltanto le emergenze alimentari, ma anche quelle relative alla casa e all’educazione dell’infanzia. Da Bruxelles arrivano dichiarazioni che invitano alla tranquillità, ma le stime parlando di un notevole ridimensionamento delle risorse che non può lasciare indifferente chi quotidianamente opera sul territorio. Secondo Giussani tra il 2014 e il 2020 i fondi europei diretti a fronteggiare le crescenti emergenze alimentari potrebbero essere tagliati di circa il 50%. In questa situazione “non sappiamo se l’Italia sarà in grado di integrare completamente le perdite nelle cifre stanziate dall’Ue”.

In una situazione in cui i numeri di chi ha fame non fanno che aumentare e le risorse per contrastare il fenomeno non fanno che diminuire occorre dunque riportare al centro dell’attenzione il tema della povertà alimentare, tanto dal punto di vista politico che mediatico. Non può più essere ignorato il fatto che oltre 4 milioni di persone si trovino in situazioni di indigenza tale da dover ricorrere a forme di sostegno alimentare, né il fatto che altrettanti rischino di trovarsi nella medesima condizione qualora la situazione economica peggiori ulteriormente.

Il Ministro per le Politiche Agricole Nunzia De Girolamo, ha annunciato che nella legge di stabilità sono stati sbloccati 5 milioni di euro per la creazione di un nuovo fondo di aiuto agli indigenti, con la promessa che ulteriori risorse arriveranno nei prossimi mesi e che importanti sgravi fiscali saranno applicati a quelle aziende, enti e istituzioni che dimostrino di spendersi per chi ha bisogno. E’ certamente una goccia nel mare rispetto al bisogno effettivo, ma speriamo possa rivelarsi un primo passo verso una presa di coscienza collettiva verso un problema che non può più essere trascurato.

 

Riferimenti

Rapporto Croce Rossa su crisi economia in Europa

Progetto Siticibo del Banco Alimentare 

Diminuiscono gli affamati nel mondo, ma in Italia è emergenza alimentare
Franca Roiatti, Panorama, 16 ottobre 2013

Emergenza cibo in Europa: 43 milioni di affamati
Gabriella Meroni, Vita, 15 ottobre 2013
 


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