A Roma il 4% della popolazione (pari a 114.819 cittadini) vive sotto la soglia di povertà, mentre il 7% (200.934 cittadini) mangia in maniera adeguata una volta ogni due giorni. Al contempo, quotidianamente vengono sprecate 20 tonnellate di pane, circa il 10% della produzione giornaliera della Capitale. Sono i dati diffusi dalle Acli romane, che per contrastare questo fenomeno hanno lanciato il progetto “Il pane a chi serve”, finanziato dalla Regione Lazio e gestito operativamente dalle Acli di Roma con la collaborazione di Acli Lazio ed EnAIP e patrocinato da 4 Municipi della città (I, III VIII e X). Il progetto raccoglie e ridistribuisce a regime circa 1 tonnellata di pane a settimana con il coinvolgimento di 15 panifici e oltre 60 associazioni di solidarietà. Ma non vuole fermarsi qui.
Come funziona il progetto
“Il pane a chi serve” sviluppa contemporaneamente tre finalità: ridurre lo spreco, contrastare le povertà estreme e medie, rafforzare i legami per combattere lo sfaldamento sociale. Il progetto recupera “il pane del giorno prima” prodotto dai panifici locali e lo mette a disposizione in modo organizzato, coordinato e gratuito a tutte le associazioni che gestiscono mense e punti di distribuzione alimentare sul territorio.
Un grosso impatto positivo, quindi, non solo per le famiglie e le persone in condizione di povertà o fragilità economica, ma anche per le organizzazioni che si prodigano già da tempo nella distribuzione di prodotti alimentari a sostegno degli indigenti, in questo momento messe in grande difficoltà dall’aumento delle richieste di aiuto. Aumento dovuto alla crescita delle “povertà medie” cioè di cittadini che hanno una casa, magari anche un lavoro, ma che non riescono comunque a procurarsi tutto ciò di cui avrebbero bisogno.
Le Acli di Roma gestiscono la rete e garantiscono il supporto necessario ad associazioni e panificatori. Una volta accertata la disponibilità di eccedenze per la giornata, contattano le associazioni aderenti, le quali ritirano il pane di cui hanno bisogno presso il forno di rete più vicino – il più possibile a kilometri zero – e lo re-distribuiscono ai propri beneficiari, che lo possono mangiare in loco o portare a casa. Le associazioni e le aziende virtuose possono inoltre ricevere visibilità attraverso specifici strumenti di comunicazione quali il sito dell’iniziativa, una vetrofania dedicata e altri strumenti diffondibili sul territorio.
Rafforzare i legami: solidarietà a km 0
Il progetto mira, come detto, a creare una rete sociale territoriale virtuosa tra esercenti, istituzioni e associazioni, dove le Acli si pongano come facilitatori del processo, in modo da ricostruire quei legami solidali che la crisi sta erodendo.
Ma l’obiettivo è di andare oltre e raccogliere, oltre all’invenduto della giornata raccolto dalle Acli presso i forni aderenti all’iniziativa, anche i prodotti e il pane acquistati dalle persone che vogliono compiere un gesto di solidarietà, donando il pane a chi ne ha bisogno. “Tra gli obiettivi abbiamo inoltre quello di progettare un’applicazione per device mobili che permetta di prenotare il pane di resa in tempo reale e facilitare così lo scambio – spiega Lidia Borzì, Presidente Acli provinciali di Roma – e abbiamo lanciato un video che spiega il funzionamento del progetto”.
Educare e sensibilizzare anche i cittadini quindi, per diffondere l’idea che il donare è allo stesso tempo ricevere avendo un ritorno positivo in termini relazionali, di fiducia e coesione. A questo scopo verranno organizzati laboratori legati al riuso presso alcune scuole della periferia romana e 4 flashmob. Gli eventi culturali si svolgeranno in ciascuno dei municipi partner con l’obiettivo di unire comunicazione, prevenzione ed azione educativa in relazione alla tematica del recupero alimentare. "Il pane a chi serve, – conclude la Presidente Borzì – uno dei progetti vincitori del bando della Regione Lazio ‘Un taglio alle povertà’, è un’occasione per promuovere una cultura contro lo spreco con un forte approccio concreto, culturale ed educativo. I nostri Servizi, a partire dal Patronato, ci restituiscono un’evidenza allarmante, alle povertà estreme che siamo abituati a conoscere si aggiungono tante fragilità sociali nuove come i working poor, gli anziani soli, i migranti, le famiglie numerose. Nel nostro piccolo, con questo progetto utile e di grande valore simbolico cerchiamo di dare loro sostegno rispondendo così all’invito di Papa Francesco di andare verso le periferie geografiche ed esistenziali”.
Riferimenti