Dopo un lungo periodo di sperimentazione, che ha interessato dodici città italiane impegnate nell’implementazione della Nuova Carta Acquisti, il Sostegno per l’Inclusione Attiva (SIA) sarà ora esteso all’intero territorio nazionale. Si tratta di una misura intermedia in attesa dell’attuazione, prevista per il 2017, del Reddito di Inclusione. La Legge di Stabilità 2016 ha infatti istituito un fondo di contrasto alla povertà da destinare all’estensione del SIA e ha previsto, dal prossimo anno, l’attuazione di una misura unica di contrasto alla povertà.
A partire dal 2 settembre 2016 (ovvero a 45 giorni di distanza dall’entrata in vigore del decreto interministeriale pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 18 luglio) i cittadini in possesso dei requisiti potranno richiedere il SIA.
Contemporaneamente, dal 1 settembre al 30 dicembre 2016, i comuni potranno presentare proposte progettuali volte al rafforzamento dei servizi e degli interventi rivolti ai destinatari del SIA. Infatti, con il Decreto del Direttore Generale della Direzione Generale per l’inclusione e le politiche sociali dello scorso 3 agosto (n. 229/2016) è stato adottato l’avviso pubblico per la presentazione di progetti a valere sul Fondo Sociale Europeo (programmazione 2014-2020).
La misura
Il Sostegno all’Inclusione Attiva si rivolge alle famiglie in condizioni disagiate in cui è presente un minore, oppure un figlio disabile o una donna in stato di gravidanza accertata. In linea con la sperimentazione della Nuova Carta Acquisti, Il SIA prevede l’erogazione di un beneficio economico condizionato all’adesione a un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa. Il progetto dà luogo a un patto tra servizi e famiglie grazie al quale le parti assumono responsabilità e impegni reciproci. Le attività previste dal progetto personalizzato possono riguardare i contatti con i servizi sociali, la ricerca attiva di un lavoro, l’adesione a progetti formativi, la frequenza e l’impegno scolastico, la prevenzione e la tutela della salute.
I requisiti
Per accedere al SIA è necessario risiedere in Italia da almeno due anni. Del nucleo deve far parte un minorenne o un figlio disabile, o una donna in stato di gravidanza accertata. Il nucleo deve avere un ISEE inferiore o uguale a 3 mila euro e il valore complessivo di altri trattamenti economici eventualmente percepiti (previdenziali, indennitari o assistenziali) deve essere inferiore a 600 euro mensili. Al SIA non può inoltre accedere chi già beneficia della NASPI, dell’ASDI o di altri strumenti di sostegno al reddito rivolti ai disoccupati. Un ulteriore requisito di natura economica riguarda poi il mancato possesso di beni durevoli di valore. In particolare, nessun componente deve possedere autoveicoli immatricolati nei dodici mesi antecedenti la presentazione della domanda oppure autoveicoli di cilindrata superiore a 1.300 cc o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc immatricolati nei tre anni antecedenti la domanda. Infine, l’accesso alla misura è vincolato a una valutazione multidimensionale del bisogno. Questa valutazione tiene conto dei carichi familiari, della situazione economica e di quella lavorativa. In particolare, sono favoriti i nuclei con il maggior numero di figli minorenni (specie se di età inferiore ai tre anni); in cui vi è un genitore solo; in cui sono presenti persone con disabilità grave o non autosufficienti.
Le risorse
Come previsto dalla Legge di Stabilità 2016 (art. 1, commi 386-388), le risorse destinate all’estensione del SIA sono pari a 750 milioni. Queste risorse derivano da precedenti estensioni previste ma mai implementate e dai risparmi conseguiti sulla Social Card e sulla Social Card Sperimentale (Nuova Carta Acquisti) (tabella 1).
Tabella 1. Le risorse e le relative fonti
Fonte: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
Le risorse saranno ripartite tenendo conto della quota di popolazione in condizione di bisogno residente in ciascuna regione. In particolare le risorse saranno ripartite in linea con quanto riepilogato nella tabella 2.
Tabella 2. La ripartizione delle risorse (clicca per ingrandire)
Fonte: Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, serie generale n. 166, pag. 40
Il rafforzamento dei servizi: il PON inclusione
Per rafforzare le proprie capacità di prendere in carico i beneficiari del SIA, i comuni potranno accedere alle risorse del Fondo Sociale Europeo e in particolare del primo Programma Operativo Nazionale dedicato interamente all’inclusione sociale (PON inclusione).
Con un budget complessivo di circa 1,2 miliardi di euro, il PON inclusione supporterà il potenziamento della rete dei servizi sociali e la loro collaborazione con gli altri attori territoriali (Asl, scuola, servizi per l’impiego ecc.).
Per accedere alle risorse del PON inclusione i comuni dovranno presentare delle proposte progettuali di interventi (di durata triennale) destinati ai beneficiari del SIA e al rafforzamento dei servizi loro dedicati. Per essere finanziati, i progetti dovranno essere conformi alle Linee guida per l’attuazione del SIA.
Per approfondire
De Carli Sara, Inclusione attiva, parte la "misura ponte" per un milione di poveri, www.vita.it
Isfol, Presentate le misure del Piano nazionale di lotta alla povertà e all’esclusione sociale, www.isfol.it
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Sostegno per l’Inclusione Attiva, www.lavoro.gov.it
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, PON Inclusione, Avviso 3 agosto 2016 per l’attuazione del Sostegno per l’inclusione attiva, www.lavoro.gov.it
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