Ripartire dall’educazione e dai diritti delle nuove generazioni con investimenti e politiche per consentire all’Italia di risollevarsi, perché senza attenzione ai diritti dei bambini e degli adolescenti non può avvenire una vera ripartenza del Paese. È quanto chiedono al Governo nove reti di organizzazioni impegnate nel campo dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – che comprendono centinaia di realtà del Terzo Settore, dell’associazionismo civile, professionale e del sindacato – attraverso un documento articolato in cinque punti e una richiesta di incontro col Presidente del Consiglio.
In questi mesi di lockdown dovuti al diffondersi dell’epidemia di Covid-19, circa 9,8 milioni di bambini e adolescenti, insieme ai propri genitori, hanno dovuto fare i conti con crescenti problemi economici e educativi. A essere colpiti sono stati soprattutto i più deboli, che già prima della crisi in atto vivevano situazioni di forte disagio. Secondo gli ultimi dati disponibili (2019) in Italia oltre 1,1 milioni i minorenni vive in povertà assoluta; il 14,5% degli adolescenti abbandona precocemente la scuola; il 12,3% dei ragazzi tra 6-17 anni vive in case prive di strumenti informatici, pc o tablet; il 10,5% dei ragazzi tra 15 e 19 anni non è occupato e non é inserito in un percorso di formazione. Numeri che indubbiamente vedremo crescere notevolmente nei prossimi mesi in assenza di interventi consistenti e immediati. Siamo di fronte a un’emergenza educativa senza precedenti che chiede risposte coraggiose.
Per questa ragione Alleanza per l’Infanzia, Appello della Società Civile per la ricostruzione di un welfare a misura di tutte le persone e dei territori, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – ASviS, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza – CNCA, Forum Disuguaglianze e Diversità – ForumDD, Forum Education, #GiustaItalia Patto per la Ripartenza, Gruppo CRC, Tavolo Saltamuri, hanno scelto di unire le proprie voci per chiedere che il Governo si muova in fretta adottando una strategia di lungo periodo e stanziando risorse adeguate. Queste organizzazioni ritengono infatti fondamentale e strategico intervenire per colmare i gravi squilibri demografici e sociali a svantaggio delle nuove generazioni, erose dalla bassa natalità e ad alto rischio di povertà materiale ed educativa, che la crisi in atto non ha fatto altro che accelerare. Serve un forte segno di discontinuità dopo decenni di limitati investimenti su istruzione e politiche per l’infanzia e l’adolescenza, al fine di rilanciare il futuro del Paese, in coerenza con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’Onu.
Le richieste contenute nel documento “educAzioni: cinque passi per contrastare la povertà educativa e promuovere i diritti delle bambine, dei bambini e degli e delle adolescenti”, condiviso dalle reti firmatarie, si articolano su cinque priorità:
- l’attivazione, a partire dai territori più svantaggiati, dei Poli educativi 0-6 anni, sotto il coordinamento del Ministero dell’Istruzione, con garanzia di accesso gratuito per le famiglie in difficoltà economica;
- la costruzione di patti educativi territoriali per coordinare l’offerta educativa curriculare con quella extracurriculare, mantenendo le scuole aperte tutto il giorno, coordinati e promossi dagli enti locali, in collaborazione con le scuole e il civismo attivo;
- la possibilità di raggiungere i più colpiti dal black out educativo a partire dall’estate, con una offerta educativa personalizzata, da proseguire alla ripresa delle scuole, con un’attenzione speciale al benessere psicologico, alle necessità degli alunni disabili e agli adolescenti usciti dal circuito scolastico;
- l’allocazione del 15% del totale degli investimenti per il superamento della crisi in educazione per dotare le scuole delle risorse necessarie, migliorare la qualità dell’istruzione rendendola più equa e incisiva, contrastare la povertà educativa e la dispersione;
- la definizione di un piano strategico nazionale sull’infanzia e sull’adolescenza, con obiettivi chiari e sistemi di monitoraggio, per promuovere il rilancio diffuso delle infrastrutture sociali e educative.
Il contenuto del documento è stato discusso in un webinar pubblico (qui il programma) il 17 giugno sulla pagina Facebook EducAzioni – i 5 passi.
Riferimenti