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La Camera di Commercio di Roma oggi ha ospitato il convegno “L’Italia e il G7: come essere protagonista del nuovo scenario globale”, una tappa del percorso promosso da ActionAid per far riflettere cittadinanza e politica sul prossimo G7 di Taormina (26-27 maggio 2017). L’incontro è anche l’occasione per presentare la pubblicazione “L’Italia e la lotta alla povertà nel mondo. Una leadership per un futuro sostenibile”, l’undicesima edizione dell’Annuario della cooperazione allo sviluppo. ActionAid cura per Carocci questo rapporto proponendo spunti e approcci differenti di anno in anno. L’edizione dell’anno scorso, ad esempio, si concentrava sul rapporto tra misure di contrasto alla povertà di cooperazione internazionale e misure rivolte al contesto nazionale, partendo dalla domanda: un paese che non tratta bene i propri cittadini può essere attore credibile della cooperazione internazionale? Quest’anno l’attenzione è sul G7 e sulla relativa Presidenza italiana.

Il rapporto intende innanzitutto descrivere il posto che l’Italia occupa nel contesto mondiale della cooperazione allo sviluppo e stimolarla a diventare leader in questo campo, facendosi promotrice di un aiuto più efficace e attento alle esigenze dei paesi beneficiari. Il volume si concentra inoltre sulle priorità che, sempre nell’ambito della cooperazione internazionale, dovrebbero essere affrontate nel corso del prossimo G7. L’ultima parte del libro ospita due interessanti ricerche condotte per rilevare l’opinione pubblica italiana sui temi centrali del rapporto: cooperazione internazionale allo sviluppo, migrazioni, sicurezza alimentare e parità di genere.

L’identikit della cooperazione

Per ricostruire l’impegno dell’Italia nella cooperazione internazionale il rapporto fa riferimento ai dati resi disponibili dal Development Assistance Commitee (DAC), un organismo dell’OCSE che promuove politiche di cooperazione allo sviluppo e intende contribuire allo sviluppo sostenibile, alla crescita economica dei paesi più poveri, al miglioramento della qualità della vita nei paesi in via di sviluppo. Costituito da 30 paesi caratterizzati da stabili e continuative politiche di cooperazione allo sviluppo, il DAC rappresenta un punto di riferimento in questo ambito.

Qualche numero

Secondo i dati preliminari diffusi dal DAC l’Italia nel 2015 ha riservato all’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) lo 0,21% del suo Prodotto Nazionale Lordo (PNL, che si differenzia dal PIL per il fatto che comprende anche beni e servizi prodotti al di fuori dell’Italia da aziende e investitori italiani). Tale proporzione è in crescita rispetto all’anno precedente (0,19%), ma si posiziona al di sotto della media dei paesi DAC (0,3%). Il rapporto tra PNL e APS è un indicatore importante per verificare l’andamento della cooperazione allo sviluppo. In questo senso, l’obiettivo più importante verso cui l’Italia deve muovere è quello stabilito insieme agli altri stati membri dell’Unione Europea: raggiungere un rapporto APS/PNL pari allo 0,7% entro il 2030. Un ulteriore obiettivo riguarda la percentuale di aiuti da destinare ai cosiddetti Paesi Meno Avanzati (PMA): gli stati membri dell’UE dovranno concentrare lo 0,15-0,20% del proprio APS verso questi paesi entro il 2030.

Ripartizione geografica e settoriale

Altri aspetti importanti della valutazione dell’APS riguardano la ripartizione geografica e settoriale degli aiuti. La ripartizione geografica dell’APS può essere ricostruita attraverso le indicazioni del Documento Triennale di Programmazione e di Indirizzo 2016-2018. Il Documento segna il percorso che seguirà la cooperazione internazionale allo sviluppo nel prossimo triennio e indica i paesi prioritari verso cui concentrare l’APS. La lista dei paesi comprende: Burkina Faso, Etiopia, Kenya, Mozambico, Niger, Senegal, Somalia, Sudan, Sud Sudan, Egitto, Tunisia, Giordania, Libano, Palestina, Albania, Bosnia, Bolivia, Cuba, El Salvador, Afghanistan, Myanmar/Birmania, Pakistan.

ActionAid invita l’Italia a razionalizzare la scelta dei paesi prioritari concentrandosi sui Paesi Meno Avanzati (attualmente solo 10 dei 22 elencati sopra) e riformulando il proprio impegno verso paesi che dovrebbero rientrare nelle politiche di vicinato europee (come la Bosnia e l’Albania).

La ripartizione settoriale degli aiuti italiani è caratterizzata da una significativa diversificazione, come mostra la figura 1.


Figura 1. Ripartizione settoriale dell’aiuto italiano (2013-2014; valori assoluti in milioni di dollari)

Fonte: ActionAid, 2017, p. 46.

Il 50% degli aiuti versati nel 2014 ricade nella categoria “Non specificato”, mentre l’11% delle risorse è destinato all’Istruzione. Seguono la voce “Governo e società civile”, cui è dedicato l’8,5% delle risorse, e la Salute (7%). L’Agricoltura, la silvicoltura e la pesca – tradizionali settori di intervento della cooperazione internazionale italiana – ricevono meno fondi rispetto al 2013 e arrivano a impegnare il 5% degli investimenti. La stessa percentuale è riservata agli Aiuti umanitari, che però hanno conosciuto una crescita significativa rispetto all’anno precedente (ricevendo più del doppio delle risorse rispetto al 2013).

ActionAid, in questo ambito, esorta l’Italia a ridurre il numero di settori interessati per rendere gli interventi più efficaci. Invita inoltre l’Italia e gli altri paesi membri del DAC a modellare la scelta dei settori prioritari sulla base degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile inseriti nell’Agenda 2030 dell’ONU.

Fenomeni migratori e spese per l’accoglienza

ActionAid, a conclusione della parte sull’identikit dell’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS), sottolinea un particolare limite relativo alla metodologia proposta dal DAC per il calcolo dell’APS: esso prevede infatti il computo delle spese legate all’accoglienza di rifugiati all’interno dei propri confini territoriali. Questa contabilizzazione è fonte di un aspro dibattito fin dai primi anni ’90, cioè contestualmente alle prime ondate migratorie di rifugiati a seguito dei conflitti nei Balcani. Il rapporto sottolinea che, pur considerando l’indiscutibile finalità umanitaria di queste spese, “se il principale obiettivo dell’APS deve essere quello di generare sviluppo economico e welfare nei paesi in via di sviluppo, sembra allora evidente che spese quali quelle sostenute dai paesi donatori per i rifugiati accolti nel proprio territorio (…) non dovrebbero essere contabilizzate” (p. 66). Nonostante il dibattito in seno al DAC continui, secondo l’ultimo aggiornamento del 2016 devono essere contabilizzate nell’APS le spese sostenute per gli spostamenti dei richiedenti asilo verso il paese ospitante, per il loro sostegno nei primi 12 mesi di permanenza (vitto, alloggio e formazione) e per il loro rimpatrio volontario nel paese di origine.

Quattro priorità per il “Gruppo dei sette”

Il rapporto presentato oggi uscirà in libreria il prossimo 25 maggio, proprio alla vigilia del G7 che si svolgerà a Taormina sotto la Presidenza dell’Italia. ActionAid coglie così l’occasione per proporre alcune priorità da affrontare nel corso del G7, invitando l’Italia a farsi leader anche in questo senso. Le istanze proposte, che rientrano in settori tipici della cooperazione allo sviluppo, sono state individuate all’interno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU.

Priorità 1 – Sicurezza alimentare

La prima proposta riguarda la sicurezza alimentare e lo sviluppo agricolo, sui quali si era concentrato l’ultimo G7 ospitato dall’Italia nel 2009 (a L’Aquila). I paesi del G7 sono invitati ad adottare una prospettiva attenta a garantire l’accesso ai beni di prima necessità, attraverso il sostegno dell’agricoltura orientata al consumo domestico. Più in generale, è ormai necessario superare una “visione esclusivamente orientata alla crescita e alla concentrazione della produzione, che è andata a discapito della diversità e specificità dei contesti rurali e del lavoro in ambito agricolo, finendo per aumentare le disuguaglianze” (p. 99). Tale prospettiva si traduce per l’Italia in un impegno a investire maggiori risorse dell’APS nel settore dell’agricoltura e dello sviluppo rurale. Gli investimenti dovranno inoltre essere indirizzati a sostegno di progetti attenti alle specificità del territorio e ai cambiamenti climatici ed essere rivolti prioritariamente a piccoli produttori e a gruppi vulnerabili.

Priorità 2 – Migrazioni

Il secondo tema proposto è quello delle migrazioni, argomento entrato con forza nelle agende dei G7 degli ultimi anni. Anche la scelta del luogo appare significativa: Taormina – oltre ad essere meta turistica di fama internazionale – rappresenta la Sicilia e l’Italia intera, al centro dei flussi migratori del Mediterraneo. Il rapporto, dopo aver dato conto di alcune fondamentali tematiche connesse al fenomeno (controllo delle frontiere, assistenza umanitaria, ricongiungimento familiare, corridoi umanitari, integrazione), individua alcune azioni prioritarie. La prima e più importante raccomandazione riguarda però l’approccio alla questione, che non può più essere di tipo emergenziale. Per realizzare politiche efficaci e giuste è infatti necessario riconoscere il carattere strutturale dei flussi migratori e allontanarsi da prospettive temporali di breve periodo e da soluzioni improvvisate.

Priorità 3 – Diritti delle donne

Il terzo focus individuato è il sostegno ai diritti delle donne e all’uguaglianza di genere. Vista la crescente rilevanza assunta da queste istanze, il DAC ha elaborato una metodologia per valutare i progetti di cooperazione allo sviluppo anche attraverso la lente del genere. L’analisi consiste nell’applicazione di un gender marker, che segnala la percentuale di interventi finanziati che hanno l’eguaglianza di genere come obiettivo principale o significativo. L’impegno dei singoli paesi rispetto al genere non è valutato solo in base alla percentuale di progetti che si rivolgono a questo tema, ma anche in base al livello di applicazione del gender marker stesso. Il rapporto sottolinea quanta strada ci sia ancora da fare sotto questo aspetto: solo due paesi del G7 (Canada e Stati Uniti) negli ultimi anni hanno applicato questa metodologia di analisi a tutti gli interventi. Anche la Germania dimostra una forte sensibilità in questo senso, applicando il marker al 97% dei propri progetti. L’Italia risulta essere all’ultimo posto, con il 62% dei programmi valutati secondo una prospettiva di genere.

Priorità 4 – Cooperazione internazionale allo sviluppo

L’ultima priorità proposta è infine proprio quella della cooperazione internazionale allo sviluppo, affrontata per l’ultima volta nel G7 del 2005. Gli ultimi due governi italiani hanno mostrato un rinnovato interesse per questo argomento; ne è certamente un esempio l’approvazione della legge di riforma del settore (Legge 11 agosto 2014, n. 125), che si propone di ridisegnare il Sistema della cooperazione italiana allo sviluppo. L’Italia, dato il suo ruolo di Presidenza nel G7 di Taormina, avrà un’occasione unica per riportare la cooperazione internazionale allo sviluppo al centro del dibattito e per sottolineare la sua relazione con i fenomeni migratori.

L’opinione pubblica

L’ultima parte del volume ospita i risultati di due analisi condotte per ricostruire l’opinione pubblica degli italiani riguardo ai temi trattati nel rapporto.

Il primo contributo è un sondaggio di opinione realizzato nel novembre del 2016. Le persone coinvolte nella ricerca sono state interpellate relativamente alla cooperazione internazionale, allo sviluppo sostenibile e ai fenomeni migratori. Gli intervistati si sono mostrati favorevoli all’investimento di risorse nella cooperazione internazionale allo sviluppo. Un’opinione positiva è riferita poi agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, anche se gli italiani mostrano di conoscere molto poco questo tema (solo il 5% degli intervistati li conosce, mentre il 34%, dopo aver letto una breve descrizione degli Obiettivi, ricorda di averne già sentito parlare). A fronte di un riconoscimento dei potenziali effetti positivi degli Obiettivi, la popolazione intervistata si mostra però disillusa riguardo alla loro utilità e importanza: come mostra la figura 2, solo il 17% dà un giudizio assolutamente positivo. Gli intervistati esprimono un’opinione simile rispetto al G7, percepito per lo più come un evento simbolico e mediatico.

Figura 2. Opinioni sull’utilità di programmi come Agenda 2030

Fonte: ActionAid, 2017, p. 158.


Il sondaggio ha toccato infine il tema delle migrazioni, rilevando un clima di opinione in cui prevalgono timori e pregiudizi: il 51% degli intervistati considera infatti le persone immigrate come una minaccia. Il 63% si dichiara però favorevole all’accoglienza di persone in fuga da persecuzioni, guerre o fame. Sulla specifica questione degli attuali fenomeni migratori e della loro gestione gli italiani mostrano comunque, ancora una volta, una scarsa conoscenza.

La seconda ricerca contenuta nel libro è una sentiment analysis realizzata a partire da conversazioni avvenute online su pagine di quotidiani, blog, forum e social media tra l’aprile e l’ottobre del 2016. L’analisi si proponeva non solo di evidenziare le opinioni più diffuse sul web relativamente a tre dei temi proposti come prioritari per il G7 (migrazioni, sicurezza alimentare ed empowerment femminile), ma intendeva rilevare il livello di informazione e la vivacità d’opinione degli utenti.

Dei temi individuati, l’argomento più presente sul web è quello delle migrazioni (48,2%), seguito a breve distanza dalla sicurezza alimentare (41,7%). L’empowerment femminile è invece dibattuto più raramente (10,1%), anche se ha conosciuto alcune fasi di picco nel corso dell’anno (in particolare in concomitanza con il lancio della discussa campagna sul Fertility Day).

Rispetto al livello di informazione e alla vivacità d’opinione la ricerca restituisce un panorama in cui convivono scambi di opinioni pacati e approfonditi e conversazioni dai toni accesi, basate su una scarsa conoscenza dei fenomeni, su pregiudizi e luoghi comuni. Questa conclusione getta una luce preoccupante sulla crescente centralità del web nell’informazione e invita tutti gli attori coinvolti (dai siti agli utenti stessi) a una maggior responsabilità.

Riferimenti

ActionAid, 2017, L’Italia e la lotta alla povertà nel mondo. Una leadership per un futuro sostenibile, Roma, Carocci

Il sito di ActionAid