Tor Bella Monaca è un quartiere di Roma esteso per 0,77km2 in cui vivono all’incirca 28mila persone. L’82% delle abitazioni situate in questo quartiere sono case di edilizia popolare (5.567 appartamenti su 6.753). Si tratta di un quartiere che mostra chiaramente come lo sviluppo nella capitale venga incentivato in maniera disomogenea. È infatti un quartiere in cui il 41% delle famiglie residenti vive in condizioni di povertà assoluta, mentre il 22% ha un reddito pari a zero. In questa situazione di disagio, evidenziato ulteriormente dalla crisi economica conseguente alla pandemia, i sussidi faticano ad essere una soluzione concreta e tangibile.
Il vuoto venuto a crearsi di fronte alle necessità delle persone nel tempo è stato riempito anche dalla criminalità. Gli abitanti di Tor Bella Monaca parlano, a tal proposito, di un “welfare alternativo”. È nata una micro economia legata allo spaccio che permette alle persone di guadagnare, e allo stesso tempo garantisce una sorta di stabilità all’interno del quartiere. La criminalità dello spaccio riduce la violenza sociale e i reati violenti sono di fatto rari.
Il contesto di vita del quartiere genera però conflitti e instabilità e determina conseguenze negative specialmente sui suoi abitanti più fragili, come i minori. L’istituzione che cerca di offrire supporti alle famiglie, ai ragazzi e alle ragazze in questo senso è la scuola – elementare e media – che segue gli studenti con particolare sensibilità al background familiare. Si tratta di una scuola “di frontiera”, dove le classi comprendono alunni che vivono direttamente la povertà educativa, talvolta manifestando bisogni educativi speciali (Bes). Nonostante vengano proposte iniziative sportive e ricreativa che cercano di coinvolgere i ragazzi facendogli passare maggior tempo a scuola la dispersione scolastica alle medie arriva al 3-4%, a fronte dello 0,80% di media in Italia.
Il quartiere di Tor Bella Monaca, così come tutto il VI municipio di Roma, è l’esempio di un mancato intervento pubblico sostanziale, che tenga conto delle necessità delle persone e dei loro contesti e modi di vita. È fondamentale e necessaria una progettazione che operi trasversalmente su scuola, lavoro ed occupazione per offrire una via alternativa al disagio sociale.