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L’invecchiamento demografico è un fenomeno tanto rilevante quanto ormai diffuso nelle nostre società. Un problema sempre più discusso dagli esperti, e vissuto con preoccupazione dalle famiglie. Come mostra la tabella 1, l’Italia è il paese più vecchio d’Europa, e continuerà a esserlo nei prossimi decenni. Non solo perché nascono meno bambini ma anche perché, con il progresso scientifico, sociale ed economico, le persone vivono più a lungo. Un grande risultato per la società, che deve però necessariamente essere accompagnato da un profondo cambiamento dei comportamenti, all’insegna di quel che le istituzioni europee hanno battezzato “active ageing”.

Tabella 1. Percentuale degli over-80 sul totale della popolazione, dati e proiezioni


2000
2010 2020 2030
Belgio 3,5 4,9 5,6 6,4
Danimarca  3,9 4,1 4,6 6,9
Francia 3,6 5,2 6 7,3
Germania 3,6 5,1 7,2 8,1
Gran Bretagna 3,9 4,6 5,2 6,6
Grecia 2,6 4,1 5,5 6,3
Italia 3,9
5,8 7,1 8,2
Olanda 3,2 3,9 4,8 7
Spagna 3,8 4,9 5,9 6,8
Media Ue a 27 3 4,1 5 6,5

Fonte: database Eurostat.

La Commissione Europea ha in più occasioni ribadito che i paesi industrializzati, primi tra tutti l’Europa, gli Stati Uniti e il Giappone, continueranno a vedere crescere la spesa sanitaria a seguito del significativo e costante aumento della popolazione anziana. La figura 1, pubblicata già nel 2006 sulla rivista di ricerca della Commissione Europea RTDinfo evidenzia che l’età media dei lavoratori in Europa continuerà a salire. La ricerca stima che nel 2050 ci saranno 66 milioni di lavoratori tra i 55 e i 64 anni a fronte di 48 milioni tra i 15 e i 24. Proprio per questo l’Europa ha iniziato a diffondere la cultura dell’”invecchiamento attivo”: un insieme di misure per migliorare la vita e la partecipazione delle generazioni più anziane attraverso strumenti come la formazione continua e il coinvolgimento in iniziative di socializzazione e volontariato. Il 2012 è stato proclamato “Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni” per sensibilizzare l’opinione pubblica circa l’importanza di pensare agli ultra sessantenni come a una risorsa, nel mondo del lavoro così come all’interno della comunità.

Figura 1. Gruppi di lavoratori giovani (15-24 anni) e anziani (55-64), media UE 25, 1993-2030.

Fonte: Commissione Europea, RTDinfo n.49, maggio 2006, p. 12.

A livello nazionale, i protagonisti del secondo welfare sono da tempo impegnati nella ricerca di risposte al problema dell’invecchiamento e della non autosufficienza, ma anche nella discussione circa il ruolo degli anziani nella società e il rapporto tra generazioni.
Basti pensare all’esperienza, raccontata da Colombo e Regalia nel recente volume “Sindacato e welfare locale”, dei sindacati dei pensionati che si fanno carico di negoziare direttamente con le amministrazioni locali le politiche sociali per il territorio. Le sigle sindacali organizzano inoltre, spesso su iniziativa proprio delle rispettive organizzazioni dei pensionati, occasioni di studio e dibattito sulla società che invecchia e sui modi di partecipare attivamente al miglioramento sociale a beneficio dei più giovani.

La UILP – Unione Italiana Lavoratori Pensionati ha promosso insieme alla Fondazione Società Matura il concorso “Gli anziani, una risorsa per il Paese. Si tratta di un Bando per l’assegnazione di 5 borse di studio a laureati e laureandi, del valore di 5.000 euro ciascuna, con l’obiettivo di sostenere e diffondere ricerche sui cambiamenti sociali legati all’invecchiamento della popolazione e alla necessità di costruire un nuovo welfare che assicuri equità e coesione sociale. Il concorso è finalizzato a raccogliere e valorizzare contributi che affrontino in maniera originale e pragmatica il delicato tema del rapporto tra le generazioni, più volte richiamato nel recente dibattito politico, e promuovano una visione positiva dell’età anziana.

Anche la FNP Cisl, il sindacato dei pensionati e degli anziani della Cisl, ha organizzato negli scorsi mesi numerose occasioni di incontro e dibattito sui temi legati all’invecchiamento demografico e all’equità tra generazioni, che culmineranno nel Festival delle generazioni organizzato a Firenze dal 12 al 14 ottobre. Il Festival, che sarà poi riproposto ogni anno, nasce come momento di incontro e festa, ma anche di informazione e dibattito. Un’ ”università informale” per parlare delle difficoltà legate alla longevità, ma anche delle paure e della mancanza di prospettive per i molti giovani che hanno terminato gli studi e non riescono a trovare lavoro.
L’ultimo incontro sul territorio di preparazione al Festival, dopo i precedenti a Padova, Milano e Napoli, si terrà a Roma il prossimo 12 settembre.

Riferimenti

2012: Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni
Percorsi di secondo welfare, 22 dicembre 2011

Il Magazine on European Research RTDinfo

Il concorso “Gli anziani, una risorsa per il Paese

Per sapere di più sul Festival delle generazioni e sull’incontro del 12 settembre a Roma
 

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