In occasione del XII Congresso CISL Lombardia, Guido Costa ha intervistato Maurizio Ferrera sul possibile ruolo del welfare contrattuale all’interno della sempre più necessaria riforma dei sistemi di protezione sociale.
Nel contesto attuale urge ripensare l’architettura dei sistemi nazionali ed europei attraverso riforme di lungo periodo che fronteggino i vecchi e nuovi bisogni. Questo genere di cambiamenti richiede investimenti immediati e concentrati con risultati che siano evidenti sul lungo periodo e quindi non sostenibili da una politica che mira a far presa sugli elettori attraverso misure di immediato riscontro.
La sfida attuale è come creare il circolo virtuoso della creazione di occupazione in un Paese come il nostro in cui – a causa di storture strutturali – il tasso di occupazione è sempre stato inferiore a quello dei principali Paesi europei, anche nel periodo del boom economico.
Il welfare contrattuale può in tal senso giocare un ruolo fondamentale privilegiando quelle prestazioni che sono assenti nel welfare pubblico e che possono generare circoli virtuosi e quindi benefici di lungo periodo. Si pensi ad esempio alle misure di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro che, implementando servizi per le famiglie, possono portare allo sviluppo di nuovi mercati dando impulso al terzo settore.
Il welfare contrattuale, anche grazie alle relazioni industriali, può così essere una risposta per aziende e territorio, diventando bacino di occupazione e promuovendo l’economia sociale. Se questo circolo virtuoso si attivasse, la contrattazione decentrata – attraverso un sistema di monitoraggio che vada ad individuare le best practice – potrebbe fare da apripista al settore pubblico.