Da qualche anno è attivo a Novara lo “Spazio Fragilità”, un punto di ascolto, informazione e orientamento che si rivolge a persone anziane, a persone con disabilità e ai loro caregiver. Nato da una collaborazione tra attori pubblici e del Terzo Settore, costituisce un’esperienza interessante alla luce dei cambiamenti previsti dal Decreto del Ministro della Salute 23 maggio 2022 n. 77 (DM 77), che definisce i modelli e gli standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale.

Tra i punti principali del Decreto c’è appunto la ricomposizione degli interventi sanitari, sociali e sociosanitari anche in fase di accesso ai servizi. Quali opportunità offre un approccio di questo tipo e come si può inserire nel nuovo contesto che va delineandosi?

Ne abbiamo parlato con Marco Calzamiglia, responsabile del Centro Servizi per il Territorio Novara-VCO (CST) – cioè l’associazione delle organizzazioni di volontariato delle province di Novara e del Verbano Cusio Ossola – che ci ha raccontato del progetto e delle possibili prospettive future.

Da dove partiamo: la genesi

Spazio Anziani” nasce nell’alveo del progetto Interreg Italia-Svizzera “Casa Comune” (al centro di un capitolo del nostro Secondo Rapporto biennale, ndr)  realizzato nel periodo 2013-2015 con l’obiettivo di sviluppare sinergie sui modelli di gestione dei servizi rivolti agli anziani e ai loro familiari grazie alla collaborazione tra attori istituzionali come ASL di Novara, Comune di Novara e CST Novara-VCO, nonché tra enti del Terzo Settore novarese che operavano a sostegno della popolazione anziana e nella promozione dell’invecchiamento attivo.

Da questo progetto è scaturito in particolare il “Tavolo Anziani”, in cui con cadenza mensile i vari soggetti discutono dei bisogni del territorio e delle possibili risposte. Il principale bisogno intercettato – palesatosi poi fortemente durante l’emergenza sanitaria da Covid-19 – riguardava la prossimità dei servizi e la vicinanza ai cittadini anziani e ai loro caregiver.

È stato così istituito lo “Spazio Anziani”, uno spazio fisico all’interno del quale figure professionali provenienti dal Comune di Novara, assistenti sociali dell’ASL NO e volontari garantiscono accoglienza, orientamento e informazione ai cittadini, ai familiari e ai caregiver. “Il cittadino è alla ricerca di servizi, spesso in modo frenetico, confuso o dettato dall’urgenza” ci spiega Calzamiglia. “A seguito di una dimissione, di un imprevisto, di un incidente, o semplicemente di una cronicizzazione di una patologia, ci si ritrova inesperti a dover, in un battibaleno, avere a che fare con burocrazia, assistenti sociali, con più figure e più servizi che, anche se attivi ed efficienti, sono frammentati sul territorio, in capo a soggetti diversi ed erogati con modalità estremamente differenti le une dalle altre”. Per questo, continua il responsabile di CST “la possibilità di essere preso per mano e accompagnato è una cosa molto utile e a quel tempo anche piuttosto innovativa”.

Dallo “Spazio Anziani” allo “Spazio Fragilità”

Alla luce dell’esperienza consolidatasi con Spazio Anziani nasce tra luglio 2019 e aprile 2021 il progetto “Una Comunità che Cura”, finanziato dall’iniziativa WeCaRe della Regione Piemonte. Il progetto, mediante la metodologia e la filosofia di lavoro sperimentata negli anni precedenti con il Tavolo Anziani, ha promosso un percorso parallelo legato al tema della disabilità. Da lì è stato ampliato il campo d’azione di “Spazio Anziani”, convertito in “Spazio Fragilità per rispondere non solo alle necessità dei cittadini over 65 ma di tutti coloro che avevano bisogni connessi alla disabilità.

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Oltre all’ASL NO e al Comune di Novara – già promotori del progetto Casa comune – entrano a far parte del nascente servizio l’Università del Piemonte Orientale e il Servizio sociale dell’Ospedale Maggiore di Novara. Collaborazioni si sono attivate successivamente anche con la sede territoriale dell’INPS e dell’INAIL di Novara. Il servizio, a carattere temporaneo e sperimentale, è ubicato presso i locali dell’ASL NO. Il suo funzionamento, così come le risorse necessarie ad accompagnare il percorso del Tavolo Anziani e del Tavolo Disabilità, sono disciplinate da un’apposita convenzione di durata triennale sottoscritta da ASL NO, Comune di Novara, CST Novara-VCO e Università del Piemonte Orientale.

Il modello di accoglienza e di gestione del servizio, impostato in una logica di integrazione socio-sanitaria, prevede la compresenza di due figure professionali appartenenti rispettivamente all’ASL NO e al Comune di Novara negli orari di apertura al pubblico, il martedì, il mercoledì e il giovedì dalle 9.00 alle 11.00. Un gruppo di volontari, appartenenti alle associazioni aderenti al Tavolo Anziani, garantisce una presenza per turno, in affiancamento alle professioniste incaricate, nel supportare e orientare le persone che vi accedono.

Dal sostegno all’orientamento alla pratica

L’attività coordinata dei Tavoli tematici converge in un doppio livello di azione.

Da un lato, il confronto tra gli attori aiuta a monitorare i bisogni e a strutturare processi di integrazione socio-sanitaria, dall’altro si innescano progetti ad hoc. “Il luogo di confronto che era il Tavolo Anziani ha permesso ai soggetti coinvolti di approfondire la conoscenza reciproca, i ruoli e di condividere visioni. Una crescita notevole di questo lavoro di rete, che poi è diventato un lavoro di sistema. C’è un continuo approfondimento della conoscenza reciproca, perché nonostante il lavoro di rete sia stato avviato da tempo, si fa sempre fatica a rimanere al passo con la lettura dei bisogni, ma anche con le interpretazioni e le attività che le singole associazioni mettono in piedi” racconta Calzamiglia.

Il contributo di volontariato e Terzo Settore alla riforma della sanità

E infatti da lì sono nate diverse iniziative, come il progetto “Un Sorriso Amico” grazie al quale i volontari fanno visite domiciliari settimanali presso gli anziani. Si tratta di visite non motivate unicamente da ragioni riconducibili a fragilità sanitarie conclamate, ma volte a fornire un supporto emotivo laddove si manifestino condizioni di solitudine. La collaborazione avviata ha permesso una risposta reattiva anche alla pandemia, che ha costretto Spazio Anziani a traslare temporaneamente verso un’attività esclusivamente telefonica. Inoltre, nello stesso periodo, grazie al lavoro coordinato del Comune di Novara, Terzo Settore e Protezione civile è stato possibile attivare un sistema di consegna di spesa e farmaci a domicilio.

Le prospettive future

L’esperienza dello “Spazio Fragilità” va chiaramente a intersecarsi con la riforma promossa dal DM 77. Su questo fronte, il Centro Servizi per il Territorio si è già attivato con alcuni incontri di formazione per mettere al corrente anche il mondo del Terzo Settore degli obiettivi legati al PNRR e all’attuazione del decreto.

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“Dopo il Covid” conclude Calzamiglia “si è riscoperta la necessità di essere prossimi al cittadino, di intercettare i bisogni prima che esplodano, che diventino cronici o degenerino in urgenze. Questo spirito ci dovrebbe portare a una maggiore integrazione anche dell’aspetto sociale con quello sanitario“.

“Siamo riusciti a lavorare in questo modo, facendo diventare la rete un sistema, prima che si parlasse di coprogettazione, di coprogrammazione ai livelli attuali” continua il responsabile del CST “e abbiamo sperimentato una effettiva integrazione socio-sanitaria e tra Ente pubblico e Terzo Settore. Mi vien da dire che la strada è tracciata”.

La strada intrapresa da Spazio Anziani prima, e da Spazio Fragilità poi, dimostra l’importanza di proseguire verso una sempre maggiore integrazione socio-sanitaria al fine di garantire un solido e continuativo sostegno alla popolazione fragile. Ciò che si prevede e si auspica nel futuro, dunque, sono il proseguimento e l’incremento della collaborazione tra gli attori istituzionali, enti del territorio e associazioni del Terzo Settore, proprio grazie alle esperienze maturate negli ultimi anni.

 

 

Foto di copertina: jhenning, Pixabay