Nell’ottobre del 2020, la Cooperativa “La Meridiana” di Monza1 ha lanciato la sperimentazione della piattaforma Isidora, organizzando un “centro diurno virtuale”, con il coinvolgimento di operatori e familiari.
La piattaforma digitale si presenta come un canale tv che offre consulenza medico specialistica multisettoriale (fisioterapica, educativa, ecc.) per assicurare e migliorare il benessere delle persone anziane (autosufficienti e non) che la pandemia ha confinato presso le proprie abitazioni. Isidora – che ci sembra rappresenti molto bene la logica di Platform Welfare di cui abbiamo più volte parlato negli ultimi mesi (da ultimo qui) – mira a ridisegnare le infrastrutture sociali che si sono rilevate vulnerabili sotto la pressione dell’emergenza pandemica, riducendo la distanza esistente tra anziani, caregiver e la rete territoriale per rafforzare il welfare di prossimità.
Abbiamo discusso dello strumento – la cui nuova e seconda release verrà lanciata nell’autunno 2022 – con Roberto Mauri, Presidente della Cooperativa La Meridiana.
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Mauri, ci racconta quando, perché e con quali obiettivi è nato il progetto Isidora?
Questo progetto nasce all’inizio di maggio del 2020, in piena prima fase della pandemia. La nostra Cooperativa è affiancata da una rete di servizi di assistenza e cura, con cui abbiamo nel tempo rafforzato la filiera degli interventi a livello territoriale.
Laddove il servizio pubblico era carente abbiamo cercato di rispondere – prima da soli, poi con l’ausilio della Regione – alle esigenze di cura degli anziani. La piattaforma Isidora rappresenta il nostro ultimo investimento significativo. La genesi del progetto è il disagio totale causato dal periodo emergenziale da Covid-19.
Nel pieno della prima fase della pandemia ci siamo ritrovati con due centri diurni chiusi. Ricevevamo quotidianamente telefonate da parte dei familiari di anziani, disperati, che chiedevano un supporto reale.
L’obiettivo da perseguire era quindi quello di migliorare il benessere delle persone anziane presso il loro domicilio, alleviando gli oneri di cura dei propri cari.
Nel giro di tre mesi dall’inizio della sperimentazione (cominciata ad ottobre 2020,ndr), a dicembre 2020, abbiamo lanciato la prima release dell’attuale piattaforma Isidora. Mediante la televisione, la piattaforma ripropone i percorsi previsti dai centri diurni. I contenuti sono fruibili online, arricchiti con una serie di funzioni aggiuntive rispetto a quelli tradizionali.
La Cooperativa ha dunque investito nella digitalizzazione, che è la nuova frontiera della cura, così come ha evidenziato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Ci spiega meglio come funziona Isidora?
Isidora è una piattaforma online in grado di portare le attività di un centro diurno direttamente a casa, cercando di traslare in digitale l’esperienza in presenza degli operatori della Cooperativa. In pratica si tratta di un canale televisivo particolare, accessibile tramite un apposito dispositivo tecnologico che utilizza strumenti della telemedicina, come la misurazione in tempo reale del grado di saturazione del sangue, raccoglie informazioni sanitarie sul paziente. Ma al contempo propone svago, attività cognitive e motorie in una cornice di intensa interattività tra chi trasmette e chi riceve. I contenuti arrivano tramite video a casa dell’anziano. La parte dei contenuti video si traduce in uno streaming giornaliero che noi trasmettiamo dalle 9 del mattino alle 5 del pomeriggio, con attività specifiche per l’anziano, studiate apposta, e prevedendo anche dei momenti di riposo.
Lo studio è avvallato da un ragionamento scientifico, contro la teledipendenza e a supporto della qualità del contenuto.
Questo ha originato una biblioteca di contenuti – o moduli – che sono poi categorizzati, messi a disposizione dell’anziano e del caregiver in streaming (fruibili on demand). Lo strumento è offerto alle strutture residenziali e semi-residenziali, agli appartamenti protetti oppure ai singoli anziani presso le proprie abitazioni. La piattaforma è pensata per migliorare l’attività delle strutture: immaginiamo, infatti, che in questo periodo le strutture si trovino terribilmente sotto pressione, con poca presenza di personale qualificato per realizzare attività come quelle che proponiamo attraverso la piattaforma. Uno strumento come il nostro è utile per poter disporre di attività preconfezionate, calibrate sulle caratteristiche del gruppo di anziani di riferimento. Inoltre, forniamo una formazione a chiunque lavori con noi. Tutti gli operatori seguono un percorso di formazione di quattro giornate durante l’anno, che permette all’équipe di prendere confidenza con lo strumento, imparare a mediare i contenuti e trarne il massimo beneficio.
Ora stiamo lavorando su una rete che possa condividere pareri sui contenuti proposti da Isidora e sugli strumenti impiegati. Crediamo è che tramite queste informazioni possiamo poi proporre dei benchmark che possano essere condivisi a tutte le strutture della rete e diventare punto di riferimento per la personalizzazione della piattaforma nei diversi contesti di cura.
Oggi come è impiegata Isidora?
La riapertura dei centri diurni ha ridotto il numero di utenti con i quali avevamo inizialmente sperimentato la piattaforma (circa 70 anziani, ndr). Abbiamo però sperimentato la piattaforma in altri contesti.
Ad esempio, con l’ATS Brianza per tutto il 2021 abbiamo sviluppato il progetto “Incontro a te”, volto a rafforzare il sistema di accoglienza per le persone anziane e i loro familiari. Il tentativo è stato definire un modello che potesse accompagnarli in tutto il percorso di cura. Questo percorso – strutturato con una serie di valutazioni iniziali e finali, con il supporto dell’Università – ci ha permesso di identificare una serie di prestazioni socioassistenziali. Anche in questo caso Isidora ha giocato un ruolo di interazione costante tra il caregiver, l’anziano e gli operatori de “La Meridiana”.
Ora stiamo partendo con un nuovo progetto, “ContinuaMEnte”. Si tratta di un percorso di dimissioni protette che – in parte con l’Unità di geriatria del San Gerardo e poi presso il domicilio con i nostri operatori – accompagna l’anziano nel percorso di dimissione e post dimissione, per evitare il rientro in struttura. È il cosiddetto programma T.A.P. – Tailored Activity Program, dedicato a persone con demenza e ai loro caregiver.
Con la piattaforma Isidora stiamo inoltre lavorando sulle problematiche legate all’Alzheimer, assieme alla Fondazione Manuli di Milano. In questo caso, la Fondazione sta utilizzando la versione domiciliare: la persona con demenza dispone di un caregiver presso il suo domicilio che intermedia l’utilizzo della piattaforma.
A suo avviso quali sono gli elementi di maggiore innovazione di Isidora?
La struttura di per sé è innovativa: non c’è nessuno che sta cercando di costruire una TV tematica. Siamo adesso in una fase di riscrittura della piattaforma. Quando è partita, la piattaforma era costituita da tre sezioni: la prima che si occupava dei contenuti e delle videochiamate, la seconda della cartella clinica e la terza dei dati sanitari. Ora stiamo riunificando tutti questi aspetti in un’unica applicazione.
Nella prossima versione Isidora verrà trasformata in una piattaforma di comunità con l’obiettivo di avvicinare l’utente finale – l’anziano – e il caregiver alla rete territoriale dei fornitori e degli operatori.
Per diminuire la distanza tra questi soggetti, abbiamo pensato che l’applicazione possa essere disponibile in open access: si potrà scaricare Isidora come un’App dagli store dei device tecnologici.
La novità è che la piattaforma metterà a disposizione un marketplace. Attraverso la geolocalizzazione della persona che utilizza l’applicazione, si potrà accedere a tutti i servizi socioassistenziali e di cura del territorio. Gli utenti potranno mettersi direttamente in contatto con i soggetti fornitori. Questi enti potranno gestire la richiesta e assistere direttamente l’utente. Questo è ciò che intendiamo per accorciare le distanze tra l’anziano, il caregiver e la rete territoriale. Una rete consolidata di servizi esiste già sul territorio, ciò che è più complesso è aiutare la famiglia e l’anziano ad entrare in contatto con gli operatori.
Inoltre, la piattaforma è in grado di rivolgersi a più target di anziani: dall’anziano non autosufficiente che ha bisogno di una stimolazione costante, fino all’anziano fragile, che comincia a sperimentare le prime forme di decadimento psico-fisico e perciò ha bisogno di ricorrere allo strumento. Il target più compromesso richiede un’interfaccia con un caregiver – formale o informale – in grado di fare da ponte tra sé stesso e la struttura.
Noi, come Cooperativa, interagiamo con il caregiver per supportarlo. E questo supporto è stato molto apprezzato. All’interno della piattaforma abbiamo previsto una serie di tutorial per rispondere alle domande dei caregiver.
Qual è il modello di intervento territoriale che vi auspicate?
Il modello territoriale a cui auspichiamo con la nuova release della piattaforma è che su ogni territorio ci sia uno o più enti gestori – che abbiano già in carico dei servizi, sia residenziali che domiciliari – e che possano proporre ai propri utenti o al proprio territorio un servizio ulteriore, innovativo, come quello proposto con Isidora.
Crediamo che sul territorio sia indispensabile trovare dei partner affinché il servizio domiciliare sia potenziato e sostenuto. Attenzione, non pensiamo che il digitale possa sostituire completamente la presenza dell’operatore, ma può supportare l’anziano e il/la caregiver.
La vera scommessa è che Regione Lombardia possa riconoscere all’interno della singola prestazione di SAD (Servizi di Assistenza Domiciliare, ndr) e di ADI (Assistenza Domiciliare Integrata, ndr) anche l’integrazione del supporto digitale attraverso un voucher specifico.
Note
- La Cooperativa Meridiana è nata nel 1976 come Associazione di volontariato. Oggi è una cooperativa sociale con 54 soci, 144 volontari e 380 fra dipendenti, professionisti e consulenti e un ventaglio completo di servizi rivolti agli anziani. Dalla sua fondazione la cooperativa ha gestito – e gestisce tuttora – Centri Diurni per anziani, RSA, RSD, Hospice, Alloggi Protetti e Centri di Aggregazione per anziani, lavorando affinché le persone restino protagoniste della propria storia. E nel 2018 ha avviato il progetto “Il Paese ritrovato”, uno spazio riservato all’accoglienza di persone affette da varie forme di demenza o da Alzheimer