Recentemente Edenred, gruppo leader nel settore dei voucher ristorazione e provider di welfare aziendale, e l’agenzia per il lavoro Orienta hanno realizzato un’indagine che ha coinvolto 4.800 giovani tra i 18 e i 30 anni allo scopo di comprendere quali siano le loro preferenze in termini occupazionali. Mediamente si tratta di una generazione caratterizzata da elevati livelli di scolarizzazione, con significative competenze digitali, disponibilità alla mobilità e un’idea forte di meritocrazia.
Dai risultati emerge infatti che, secondo il campione intervistato, l’azienda ideale in cui lavorare deve garantire un ambiente di lavoro che valorizzi le potenzialità professionali e le faccia crescere in un contesto meritocratico, offrire concrete possibilità di carriera e di crescita professionale e garantire una buona retribuzione. Considerate molto importanti dai giovani sono anche la possibilità di gestirsi autonomamente l’orario e il luogo di lavoro, oltre che la possibilità di avere benefit aggiuntivi rispetto alla la retribuzione monetaria, come piani di welfare aziendale (figura 1).
Figura 1 – Identikit di un’azienda ideale (ogni intervistato ha indicato tre risposte)
Fonte: Rapporto Edenred-Orienta
Millennials e welfare aziendale
Molto interessanti sono poi le risposte dei millennials in tema di welfare aziendale. Secondo l’84% del campione, l’azienda ideale deve avere piani di welfare specifici per i giovani dipendenti. In particolare, alla domanda: “È importante un’azienda che preveda servizi di welfare che facilitano la realizzazione di una famiglia per i giovani, come: pagamento baby sitter, rimborso asilo nido, servizi di informazione medica sulla gravidanza, permessi aggiuntivi per la paternità e maternità, convenzioni con negozi per l’infanzia, e così via?”, il 95% del campione ha risposto affermativamente.
Sembra quindi che i giovani nella scelta del lavoro siano particolarmente attenti alla possibilità di avere accesso a misure e benefit aziendali in grado di fornire una risposta ai bisogni sociali che si manifestano nel corso della vita. Tale dinamica era emersa anche in un’altra survey realizzata dal provider Jointly (di cui vi abbiamo parlato qui). In particolare, quest’ultima indagine ha evidenziato come i più giovani siano interessati soprattutto ai servizi di work-life balance, agli strumenti di flessibilità oraria e alla formazione.
Considerando ciò, appare quindi importante tenere in considerazione il ruolo che il welfare aziendale può giocare come leva di employee engagement. Per riuscire a creare un circolo virtuoso, e quindi avere un ritorno in termini di clima lavorativo, produttività e risultati, è però essenziale che queste prestazioni forniscano una risposta valida alle esigenze della quotidianità. Si deve quindi evitare di produrre un mismatch tra servizi di welfare aziendale messi a disposizione dalle imprese e i reali bisogni sociali dei dipendenti.
Tale questione è stata sottolineata da un’altra recente analisi, svolta da ISSIM e AtraRicerche (disponibile qui), che indica come l’ascolto, l’informazione e la comunicazione con i collaboratori dell’azienda risulti un passaggio fondamentale per la costruzione di un piano di welfare efficace. Ricordando allo stesso tempo come la qualità dei servizi di natura sociale non possa essere sottovalutata.