L’Italia è un Paese anziano che continua a investire poco in Long Term Care: dal 2013 al 2016 gli over 65 non autosufficienti in Italia sono aumentati del 4,6%, mentre il tasso di copertura del bisogno – ovvero il numero di anziani non autosufficienti raggiunti da servizi pubblici residenziali e diurni – è rimasto pressoché stabile, passando da 10,4% a 10,2%.
Questo è uno degli elementi che emergono dal secondo Rapporto sull’innovazione e il cambiamento nel settore Long Term Care realizzato da CERGAS SDA Bocconi con il supporto di Essity (azienda svedese che opera nel settore dell’igiene e della salute) che ha l’obiettivo di fornire un quadro aggiornato delle caratteristiche del settore Long Term Care in Italia e mappare i segnali di cambiamento e innovazione osservabili.
Il Rapporto, presentato il 25 settembre a Milano durante un evento a cui hanno partecipato anche Franca Maino e Federico Razetti, conferma che a fronte del bisogno crescente in termini di assistenza e servizi per le persone over 65 non autosufficienti, i servizi attualmente disponibili (pubblici e privati) non riescono ancora a fornire una risposta adeguata ai bisogni delle famiglie. In questo scenario, le badanti hanno superato un milione di unità nel 2018 confermando di essere la soluzione più diffusa e capillare nel nostro Paese (ad esempio si ricordi invece che gli ospiti dei servizi residenziali – RSA – sono circa 287.000 ogni anno). È evidente quindi una forte necessità di rivedere i modelli di servizio e ricercare soluzioni innovative.
Rassegna Stampa
Long Term Care, il welfare pubblico arranca
Vita, 25 settembre 2019
Italia Paese di badanti e cargiver. Welfare pubblico per pochi, gestori alle porte. L’analisi Cergas Bocconi
Barbara Gobbi, Il Sole 24 Ore, 25 settembre 2019