Su Repubblica del 31 marzo 2022 Tito Boeri, economista ed ex Presidente dell’INPS, e Roberto Perotti, docente di Economia alla Bocconi, riflettono sugli effetti che la crisi ucraina potrà avere sul nostro sistema sociale. “A livello nazionale la cosa più importante è rendere i piani di localizzazione dei richiedenti asilo compatibili con la loro integrazione nel mercato del lavoro”. I problemi sociali più esplosivi riscontrati in passato sul fronte dell’accoglienza, sottolineano i due economisti, sono infatti emersi “quando la dispersione dei rifugiati in centri di accoglienza spesso localizzati in zone rurali li ha posti di fronte a realtà in cui avevano ben poche opportunità di impiego“.
Un esperimento interessante per affrontare questo tema è stato condotto dall’Agenzia Piemonte Lavoro con il coordinamento dell’ANPAL, l’Agenzia nazionale per le politiche attive del Lavoro, e Forwork. Si tratta di un progetto che ha consentito ai richiedenti asilo nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) del Piemonte “di avere accesso a servizi volti a migliorare la loro partecipazione e integrazione nei mercati del lavoro locali”. Il progetto ha offerto un supporto individuale da parte di un job mentor oltre a servizi di collocamento, corsi di lingua e di educazione civica e formazioni professionali.
I risultati evidenziano come questi servizi “abbiano portato a un aumento del tasso di occupazione dei partecipanti fino a 20 punti percentuali, a un aumento del 35% dei redditi e a una migliore conoscenza della lingua italiana, inclusa la capacità di comprensione e conversazione” che ha permesso ai partecipanti “di incontrare e fidarsi di un numero maggiore di italiani, con potenziali ricadute positive in termini di integrazione”. I risultati raggiunti a fronte di costi limitati (circa 3.000 euro per beneficiario) secondo Boeri e Perotti fanno di Forwork un progetto da tenere in considerazione per gestire la nuova crisi dei rifugiati, anche per altri Paesi europei.
Fonte
La sfida dell’accoglienza
Tito Boeri e Roberto Perotti, La Repubblica, 31 marzo 2022