Lunedì 27 marzo la piattaforma predisposta per il Click Day del Decreto Flussi nel giro di poche ore ha raggiunto 240.000 domande a fronte degli 82.705 posti messi a disposizione dal Governo per l’ingresso di lavoratori e lavoratrici stranieri nel nostro Paese. Le quote fissate per il 2023 per chi da Paesi extracomunitari vuole lavorare nel nostro Paese sono andate esaurite in pochi minuti e circa due terzi delle domande inviate dai datori di lavoro sono dunque rimaste escluse.
Secondo le organizzazioni promotrici della campagna Ero straniero, “oltre 240.000 datori di lavoro hanno presentato la domanda per l’ingresso e l’assunzione di altrettante persone straniere in maniera regolare, ma solo un terzo di loro, 82.000 circa, potrà effettivamente venire a lavorare nel nostro Paese, nonostante ci siano aziende e singoli datori di lavoro che hanno bisogno di queste figure.”
Come abbiamo raccontato nella nostra serie Lavoro migrante, diritti e welfare, il contributo di lavoratrici e lavoratori stranieri alla società italiana è rilevante per diverse ragioni. Ad esempio, le persone più giovani che arrivano regolarmente nel nostro Paese contribuiscono fiscalmente alle casse dello Stato più di quanto ricevano in servizi. E, anzi, molto spesso, non ricevono neanche il minimo delle tutele previste.
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Secondo Ero Straniero, oltre al tema delle quote, tra i problemi principali del Decreto Flussi c’è il fatto che non viene data la possibilità di segnalare la volontà di assunzioni regolari tutto l’anno, ma solo in un giorno. Attraverso, appunto, il Click Day. Questo genera un rallentamento nelle procedure a causa del sovraccarico di domande. Inoltre, vengono valutati i numeri sulla base delle assunzioni dell’anno precedente, non sulle reali necessità dell’anno in corso.
Come riporta Nicola Barone sul Sole 24 Ore, “dei nuovi ingressi, oltre la metà (44.000, contro i 42.000 dello scorso anno) rappresentano le quote per il lavoro stagionale attese principalmente nelle aziende agricole, oltre che nel settore turistico alberghiero”. I numeri, però, secondo Coldiretti sono troppo bassi per coprire la necessità stagionale anche del solo settore agricolo, che ha la necessità di raggiungere i 100.000 posti di lavoro.
A esprimersi negativamente è anche Assindatcolf, l’associazione dei datori di lavoro di colf e badanti, che già a dicembre aveva chiesto al Governo di prevedere nel Decreto Flussi quote riservate per il lavoro domestico. Il settore infatti avrebbe bisogno di nuova forza lavoro per compensare l’invecchiamento delle famiglie e dei lavoratori già presenti ma “figure come colf e badanti sono irreperibili sul mercato del lavoro. Purtroppo è dal 2012 che non veniamo presi in considerazione”. Secondo Andrea Zini, presidente di Assindatcolf “per soddisfare le esigenze delle famiglie servirebbero 23.000 nuovi lavoratori non comunitari l’anno, 68.000 mila nel triennio 2023-2025“.
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Nelle ultime ore è arrivata una apertura da parte del Ministro dell’Interno Piantedosi, che ha sottolineato che “se l’esecutivo dovesse riscontrare la necessità di ampliare questa domanda rispetto alla concreta possibilità del mercato del lavoro di assorbire altri lavoratori, […] lo farà” prevedendo nuovi Decreti Flussi e, quindi, altri Click Day.