La Regione Piemonte, in un contesto di contrazione della spesa sociale avvenuta a seguito della crisi economica del 2007 ha utilizzato la programmazione europea 2020 e le ingenti risorse messe a disposizione tramite Fondo Sociale Europeo (FSE) e Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) per alimentare con una piccola provvista economica dedicata a una nuova stagione della spesa sociale piemontese, con l’obiettivo di sostenere la trasformazione del sistema di Welfare State esistente e bisognoso di una ventata di innovazione e cambiamento.
Un sistema rinnovato di welfare deve, infatti, essere capace oltre che di tutelare nuove fasce deboli – soprattutto quelle che vivono condizioni di grave disagio – anche di creare occasioni di sviluppo, occupazione e risorse, coinvolgendo sinergicamente tutti gli “attori” dei settori produttivi e non operanti a livello locale – associazioni datoriali, imprenditori, ecc. – che possono/devono intervenire strutturalmente per rilanciare l’economia, garantendo occupazione e, di conseguenza, risorse fiscali per il sostegno al sistema delle prestazioni sociali di livello essenziale.
In questo contesto riformista si colloca la Misura 1 della Strategia WeCaRe, con cui la Regione Piemonte ha sostenuto, grazie ad un impegno di 6,5 milioni di euro, 22 progetti territoriali promossi nell’ambito dei 30 distretti della coesione sociale per realizzare azioni innovative di welfare territoriale.
L’accompagnamento Wecare3S | Sistemico, Sostenibile, Scalabile
La Regione ha affidato al gruppo Wecare3S | Sistemico, Sostenibile, Scalabile, con capofila SocialFare e dai partner Experientia, S&T e Sunday Group, l’incarico di supportare i progetti finanziati dalla Misura 1 nella loro implementazione.
A questo scopo Wecare3S ha sviluppato in due anni di lavoro specifiche azioni di accompagnamento (progettuale, di gestione e rendicontazione della spesa, di modellizzazione e comunicazione), con l’obiettivo di preparare il territorio regionale ad accogliere nuove opportunità (economiche e di rete) e realizzare un nuovo modello integrato di sviluppo, che accompagni le azioni di welfare ad essere, appunto, sistemiche, sostenibili e scalabili.
Wecare3S, attraverso gli strumenti di design, ricerca e accompagnamento sociale ha sostenuto il lavoro dei 147 enti del territorio, coinvolto più di 200 operatori e supportato l’implementazione di 80 sperimentazioni territoriali. Molto di queste sono state realizzate nelle difficili condizioni in cui la pandemia da Covid-19 ha messo tutto il mondo dei professionisti del sociale, riducendo le opportunità del lavoro in presenza e sacrificandolo ad altre ben più tristi priorità.
Il report strategico verso il 2030
Il frutto del lavoro di accompagnamento è raccolto nel report strategico “Verso il 2030: un nuovo modello di welfare regionale“, ove evidenze, suggestioni e prospettive derivate dal lavoro svolto con i territori e dal dialogo con la Regione Piemonte, sono presentate per offrire opportunità per strategie future.
Nello specifico, nel capitolo 1 – Wecare3S: il supporto del design al welfare territoriale e di prossimità sono approfondite le modalità di accompagnamento fornito ai 22 progetti e come il design vi abbia contribuito. Il capitolo 2 – I progetti presenta i progetti accompagnati attraverso una chiave di lettura trasversale identificata nelle loro aree tematiche di intervento. Nel capitolo 3 – Potenziale Piemonte sono introdotte ipotesi di miglioramenti futuri per il welfare territoriale e una raccolta di buone prassi nazionali e internazionali di ispirazione. Infine, il capitolo 4 – Verso il 2030 contribuisce al dibattito sull’innovazione sociale nei servizi alla persona, delineando alcune prime linee di indirizzo e ispirazione per il futuro del welfare.
Quattro linee per lo sviluppo del welfare regionale
La riflessione collettiva del team Wecare3S ha portato a individuare 4 linee per lo sviluppo che potranno supportare la nuova strutturazione dei servizi di welfare per il 2030, di seguito sintetizzate:
La persona al centro, nell’analisi e nell’implementazione dei servizi
Mettere la persona al centro, rileggere il sistema dei servizi sociali offerti, osservando la realtà dal punto di vista dell’utente, ottimizzare esperienze di servizio esistenti o per crearne di nuove più soddisfacenti e performanti, individuandole direttamente dai fruitori stessi è una linea di lavoro aperta e promettente, che consente alla Pubblica Amministrazione un incontro amichevole e proattivo con la propria comunità di riferimento.
Digitalizzazione delle informazioni per accedere ai servizi
Altra linea di potenziale sviluppo, la digitalizzazione dell’accesso all’informazione e ai servizi. Le tecnologie digitali sono ancora spesso fraintese e sottoutilizzate nei servizi alla persona. Tuttavia, l’adozione delle tecnologie digitali nella fornitura di servizi sociali sarà ancora più inevitabilmente in espansione, anche se con diverse differenze geografiche, sotto-settoriali o addirittura organizzative. I contatti sociali e le relazioni umane nella fornitura di servizi sono e rimarranno una dimensione fondamentale del settore dei servizi sociali e la digitalizzazione dovrà essere messa al servizio del raggiungimento di una migliore qualità dei servizi per i beneficiari e i professionisti, e non viceversa.
Ibridazione delle competenze e delle visioni
Bisogni complessi, come quelli di famiglie e persone anziane e disabili richiedono di passare da un approccio assistenziale/prestazionale nell’erogazione dei servizi ad uno progettuale e sistemico, inserendo la componente digitale in ottica di ottimizzazione dell’esperienza del beneficiario della gestione dell’operatore. Questo cambio di paradigma non può avvenire solo attraverso operatori coinvolti nelle attività interne ad un’organizzazione, ma richiede contaminazioni con enti e professionalità esterne, che possano essere di supporto continuo per la condivisione, lo sviluppo di competenze tecnologiche e la strutturazione di un approccio sistemico rispetto ai servizi. Il lavoro di rete e la creazione di sinergie svolta con WeCaRe, ha confermato che gli enti che si occupano di Innovazione Sociale e i servizi sociali possano positivamente e reciprocamente contaminarsi, generando ibridazione di linguaggi e di modelli operativi e organizzativi, ma anche finanziari, per introdurre maggiore sostenibilità economica alle progettualità sociali e renderle potenzialmente più sostenibili nel tempo.
Adozione di modelli economici sostenibili
I servizi offerti dal sistema pubblico sono orientati a dare risposta alle fasce più bisognose della cittadinanza. Durante la pandemia, sono emerse numerose fasce grigie che non rientrano di diritto nel supporto al bisogno, ma che hanno affrontato o potrebbero affrontare situazioni di criticità. La creazione di partnership pubblico-privato e la collaborazione con enti differenti favorisce il raggiungimento delle fasce grigie emergenti, che possono rappresentare un punto di leva per la realizzazione di nuovi modelli sostenibili. La possibilità di unire e convogliare risorse pubbliche e private, rappresenta un’occasione di successo nell’accogliere e coinvolgere una fascia più ampia di persone raggiunte, e contestualmente permette di offrire una maggiore sostenibilità nel tempo ai servizi e alle sperimentazioni innovative introdotte.
Spunti per la nuova programmazione europea
Siamo certi che sarà possibile ai lettori trovare in quanto letto fin qui, suggestioni e indicazioni utili anche per entrare nella prossima stagione di programmazione di fondi europei, che trova nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza presentato alla Comunità europea per l’accesso ai Fondi del Next Generation EU, una nuova occasione di investimento finanziario a favore del miglioramento dei livelli e della qualità dei servizi sociali locali.
Il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità rappresentano infatti una linea prioritaria di intervento della strategia dedicata al rilancio e alla valorizzazione delle aree interne della Missione 5 “Inclusione e coesione”. Il Piemonte, come vedrete nel Report, ha cominciato già a pensarci con la precedente programmazione (fondi europei di sviluppo regionale FESR 2014-2020 e del fondo sociale europeo FSE 2014-2020) e, grazie alle sperimentazioni e alle loro metodologie, è pronto a raccogliere la sfida e aprire la strada, per invertire finalmente la spirale di declino del nord-ovest, innescando nuovi e stabili meccanismi di sviluppo.
Per approfondire
Outlook Report “Verso il 2030: un nuovo modello di welfare regionale”