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Il rapporto 2017 "Welfare e Salute in Toscana", frutto della collaborazione tra Agenzia Regionale di Sanità della Toscana (ARS), Osservatorio Sociale Regionale (OSR), Laboratorio MeS – Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Anci Toscana, si è proposto di individuare i risultati prodotti dal sistema sanitario territoriale della Regione Toscana. In particolare, nell’indagine si cerca di comprendere l’impatto prodotto dai servizi regionali, con un focus sui temi della cronicità e dell’invecchiamento. Di seguito vi raccontiamo le principali evidenze che emergono dalla ricerca.


Il contenuto della ricerca

Il report dell’indagine condotta si compone di tre volumi: Welfare e salute in Toscana, Opportunità e azioni per la salute e il benessere sociale in Toscana e un’Appendice statistica.

Nel primo volume, viene descritto il contesto socio-demografico regionale con indicazioni sulla numerosità delle famiglie, della popolazione straniera, dei minori e degli anziani. Di seguito, dopo una descrizione delle variabili considerate determinanti per l’indagine (istruzione, vulnerabilità, inclusione, stili di vita e ambiente di riferimento), sono definiti gli indicatori sintetici dei livelli di salute dei cittadini toscani; sono riportati quindi i dati relativi al benessere, alle aspettative di vita, alle malattie e alla mortalità. Compreso l’ambito di riferimento, sono poi analizzate le risorse del sistema socio-sanitario toscano e – attraverso la misurazione degli screening oncologici, della copertura vaccinale, della rispondenza alle emergenze e dei volumi dell’attività ospedaliera – è valutata la qualità delle cure profuse.

I dati mostrano dei risultati complessivamente molto positivi ottenuti dalle AUSL, dalla Agenzie ospedaliero-universitarie e dalle Fondazioni. “La maggior parte degli indicatori si posiziona fra la performance media e ottima. Tra gli aspetti che mostrano un’ottima performance a livello regionale vi è l’indicatore della capacità di governo della domanda che comprende i tassi di ospedalizzazione. La Toscana è una delle regioni con il più basso tasso di ospedalizzazione in Italia, segnale che il sistema sanitario riesce a curare i propri residenti in altri ambienti di cura evitando, quando possibile il ricorso al ricovero ospedaliero. Ciò trova riscontro anche nella buona performance dell’indicatore appropriatezza chirurgica, che mostra l’utilizzo idoneo del regime di cura per i ricoveri chirurgici, attraverso, per esempio, il ricorso al Day-Surgery o ai ricoveri ordinari fino al massimo di 1 giorno di durata per alcune procedure chirurgiche. Un altro indicatore che mostra una performance ottima è l’indicatore dimissioni volontarie in ambito ospedaliero [..] correlato alla soddisfazione dei pazienti per i ricoveri ospedalieri ed anche ad indicatori di qualità clinica. La percezione positiva da parte degli utenti è anche confermata da un altro indicatore di qualità percepita rappresentato dall’indice di compensazione che riporta il saldo economico delle fughe e delle attrazioni extra-regionali che dimostra come, complessivamente, molti residenti in altre regioni mostrino fiducia nella sanità toscana. Altri indicatori che registrano buone performance sono la qualità di processo dei trattamenti oncologici, delle donazioni d’organi, della terapia intensiva e della fase del parto[..]. Positive anche la performance della pediatria, la riabilitazione, l’appropriatezza d’uso dei farmaci e l’efficienza prescrittiva, l’assistenza domiciliare e residenziale [..]” (p.22, vol.1).

Nel secondo volume, sono invece riportate le azioni strategiche alle sfide future e le misure di contrasto a rischi sociali emergenti. La Regione Toscana, rispetto alla povertà e all’esclusione dei soggetti più svantaggiati, ha attivato quattro politiche di intervento fondate sull’inclusione, sul lavoro, sull’abitazione e sulla scuola, tramite il coinvolgimento e il coordinamento di diversi attori. Nel terzo volume, sono infine riportati tutti gli indicatori rilevati, che includono l’indice di vecchiaia, i tassi di natalità e di mortalità, gli indici di stabilità matrimoniale e scolarizzazione e le statistiche mediche.


Il trattamento della cronicità e dell’invecchiamento

Le proiezioni demografiche stimano un consistente aumento della popolazione anziana e, conseguentemente, un incremento delle malattie croniche legate all’aumento dell’età. In particolare, in Toscana il numero dei malati cronici ammonta ad un terzo della popolazione; le condizioni croniche più frequenti sono quelle cardiovascolari (che interessano il 33% dei toscani), seguite dal diabete, circa 250mila (8%), dalla bronco-penumopatia cronica ostruttiva (7%) e dalle malattie neurodegenerative (2%). Le persone che hanno più di una tipologia di malattia cronica sono circa 330mila.

La gestione di questo aspetto è stata affrontata con lo sviluppo delle Aggregazioni Funzionali Territoriali della Medicina Generale e del Chronic care model del progetto Sanità d’Iniziativa e, dalle valutazioni effettuate, si tratta di strumenti che positivamente promuovono l’aderenza alle terapie e il monitoraggio delle malattie, anche se si riscontra una residuale variabilità sul territorio e occorrono interventi per assicurare maggiore equità. Secondo le rilevazioni del 2017, attualmente sono assistiti 1 milione e 800mila pazienti con adesioni alle raccomandazioni cliniche più elevate (42,3% del campione) e spese pro-capite e tassi di ospedalizzazione più bassi (rispettivamente pari al 51% e al 56,7%).

L’indagine mostra anche un’analisi dei bisogni di cure palliative non solo al momento del fine-vita ma nella quotidianità dei malati cronici (la cui probabilità di ricovero ospedaliero nell’ultimo anno di vita è fino a 20 volte più elevata rispetto alla popolazione generale) da cui risulta che l’appropriatezza della gestione dei malati è positivamente correlata all’esistenza di reti cliniche e assistenziali integrate a livello territoriale.

Complessivamente il quadro che emerge in base alle informazioni derivate dai sistemi informativi sanitari presenti in Toscana, ma anche dall’esame della letteratura scientifica nazionale e internazionale, è quello di un’attivazione troppo tardiva e poco pianificata delle cure palliative: ne consegue la necessità di migliorare prioritariamente gli atteggiamenti culturali dei medici e la comunicazione con il paziente attraverso la formazione.


Alcune considerazioni sulla ricerca

La ricerca ha il pregio di comporre in modo unitario le rilevazioni di enti con prospettive e punti di vista differenti e offrire, così, una panoramica complessiva dei fenomeni inerenti la salute e la qualità della vita in questa regione. Si tratta di un utile strumento per i diversi operatori del settore chiamati alla governance del sistema sanitario che, dai dati e dagli strumenti presentati, possono trarre spunti per realizzare livelli di benessere superiori. Il binomio cura-condivisione, che dalla ricerca risulta vincente, conferma anche la prospettiva di secondo welfare secondo cui sono gli interventi che attivano le diverse componenti delle comunità e intessono delle reti sociali a produrre le migliori condizioni per il successo degli interventi sociali.

Riferimenti

Il report della ricerca