I tre maggiori sindacati – Cgil, Cisl e Uil – e Anci hanno presentato, per la prima volta insieme, 8 proposte per la definizione delle Linee Guida per il contrasto alla povertà che la Regione Lombardia seguirà nel triennio 2021-2023. Le proposte seguono quanto già espresso nel Protocollo sottoscritto dai sindacati lombardi e Anci lo scorso 28 luglio e l’avvio, ad inizio ottobre, di un Osservatorio per il monitoraggio delle povertà e delle fragilità.
Una povertà sempre più multidimensionale
Sono ormai noti gli effetti disastrosi della pandemia sul sistema di welfare italiano e, nei casi specifici, sulle reti regionali di protezione sociale. L’emergenza pandemica ha messo in luce le molteplici dimensioni attraverso cui il fenomeno della povertà si manifesta – tra le altre, relazionale, lavorativa, educativa, alimentare, sanitaria, abitativa – e ha accelerato l’aggravarsi di quelle situazioni sociali “sul filo del rasoio”. Questo è il contesto emergenziale che ha messo a dura prova il sistema di welfare italiano e lombardo e che, in ottica prospettica, potrebbe peggiorare in futuro (come abbiamo riportato anche in questa recente ricerca, che affronta specificamente il caso lombardo, ndr).
I dati della Lombardia
Dal 2019 al 2020, in Lombardia la povertà relativa ha subito un incremento pari a 0,7 punti percentuali (dal 6% nel 2019 al 6,7% nel 2020). I dati Inps riferiti al periodo gennaio-settembre 2021 (dell’Osservatorio su Reddito e Pensione di Cittadinanza) evidenziano come ci sia stata, dall’introduzione delle due misure nel 2019, una marcata crescita dei nuclei e degli individui richiedenti e beneficiari di Reddito e Pensione di Cittadinanza (in prosieguo, RdC e PdC).
Quanto ai richiedenti, dal 2019 l’incidenza percentuale di nuclei richiedenti RdC e PdC in Lombardia (sul totale dei nuclei richiedenti in Italia) è aumentata di 0,7 punti percentuali, dal 10% nel 2019 al 10,7% nel 2021. Riguardo il numero di nuclei percettori di almeno una mensilità di RdC o PdC, dal 2019 al 2021 il numero di beneficiari di entrambe le misure è aumentato di circa il 59% (da 94.211 nuclei nel 2019 a 149.460 nel 2021). A completare il quadro, si aggiungono poi i 123.178 beneficiari (58.738 nuclei) del Reddito di Emergenza, per un totale di 122.844 famiglie e 263.094 individui dall’introduzione della misura emergenziale nel 2020.
Un puzzle estremamente complesso a cui si sommano i tassi di povertà educativa e povertà alimentare, soprattutto tra i minori più vulnerabili che, prima dello scoppio della pandemia, riuscivano a consumare regolarmente un pasto proteico solo a scuola.
Gli interventi necessari
Questi sono solo alcuni dei rischi sociali che si ripercuoteranno anche nel medio termine e che richiedono, secondo Cgil, Cisl, Uil e Anci, l’efficace integrazione delle misure regionali e nazionali, la semplificazione nei processi di accesso dei beneficiari, il coordinamento degli interventi negli ambiti del sociale, della casa, del lavoro e della famiglia.
Le proposte per le linee guida 2021-2023
Secondo quanto si evince nel documento presentato dai rappresentanti dei lavoratori e degli enti locali, la definizione delle prossime linee guida 2021-2023 è un’occasione per affrontare le criticità emerse, valorizzando le buone prassi avviate e perfezionando gli interventi di attuazione delle politiche. In virtù di quanto descritto, le proposte che Cgil, Cisl, Uil e Anci chiedono di prendere in considerazione per la definizione delle prossime linee regionali di sviluppo di prevenzione e contrasto alle povertà si articolano in otto punti (qui le proposte in dettaglio) , di cui di seguito presentiamo alcuni tratti salienti.
Ricomposizione, reti e monitoraggio
In un contesto regionale in cui operano una pluralità di attori e iniziative, l’azione chiave è quella della “ricomposizione”: degli interventi, degli attori, delle politiche e delle misure nazionali, regionali e locali per il contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. Serve fare rete – tra attori, politiche, misure – per consentire un monitoraggio continuativo dei bisogni multidimensionali e in continua evoluzione. Ma anche per facilitare la progettazione condivisa, favorire la condivisione di best practices (con particolare riferimento ai Progetti di Utilità Collettiva e all’esperienza di co-progettazione), rafforzare e promuovere all’interno degli indirizzi un approccio multidimensionale della povertà, anche in sinergia con gli assessorati di competenza, attivare un monitoraggio continuo e una valutazione degli impatti sociali (riguardo ad esempio ai patti sociali per l’inclusione) e consentire l’accesso semplificato dei beneficiari alle misure sociali e regionali, così da favorire l’integrazione tra percorsi di inclusione sociale e lavorativa.
Interventi coordinati e sostenibili
Le proposte si rivolgono all’intera platea di attori territoriali. Non solo gli enti pubblici ma anche il comparto privato deve esserne direttamente coinvolto. Il quadro proposto richiede l’intervento coordinato degli Assessorati interessati, a beneficio della sostenibilità e della resilienza delle reti territoriali e a supporto della promozione dei diritti sociali. Sul piano della sostenibilità economica, i proponenti invitano la Regione a integrare, a valere sul proprio bilancio, le risorse finalizzate al rafforzamento dei servizi di contrasto alla povertà (ndr, il Fondo Povertà istituito a livello nazionale) e, in aggiunta, impiegare le risorse del Fondo Sociale Europeo nell’alveo della programmazione 2021-2027.