Il governo Meloni ha modificato e definito nuove misure all’interno della revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ottenendo la rimozione di investimenti che avrebbero frammentato le risorse. Tuttavia, vi è la necessità di migliorare la capacità amministrativa dei Comuni, specialmente quelli più piccoli e periferici, per gestire procedure complesse, essendo questi enti locali gli attuatori di progetti per 40 miliardi di euro, di cui 33 dal PNRR.
Onde evitare di aumentare il divario geografico all’interno del nostro Paese o ritardi negli investimenti dei fondi, la capacità amministrativa è infatti cruciale, ma per migliorarla sono necessarie nuove assunzioni a tempo determinato e implementazione di assistenza tecnica. Finora però lo Stato ha faticato nel favorire questi processi, tanto che – come raccontavamo qui – altri realtà come le Fondazioni di origine bancaria si sono fatte carico di azioni di capacity building in tal senso (qui l’esempio concreto di Next Generation WE, a cui ha contributo anche Secondo Welfare)
Openpolis, nell’ambito del progetto di monitoraggio civico OpenPNRR, spiega come soprattutto per il Mezzogiorno e le aree interne Siano previsti provvedimenti specifici per migliorare la gestione dei fondi europei, con assunzioni e contratti di collaborazione. I Comuni sotto i 5.000 abitanti hanno misure specifiche, mentre per quelli sopra i 250.000 abitanti sono previsti fondi per il sostegno degli obiettivi del PNRR.