Per Palazzo Marino il modello è quello: il gruppo di abitanti di San Gottardo-Meda sempre più numeroso – hanno superato quota 5mila iscritti – che dalle bacheche Facebook ha deciso non solo di incontrarsi organizzando attività e iniziative nel quartiere, ma anche di aiutarsi.
Solidarietà tra vicini. Dal progetto per non lasciare soli gli anziani alla raccolta di fondi – ma anche mobili, abiti, oggetti – partita spontaneamente per le famiglie sfollate dopo l’esplosione della palazzina di via Brioschi. Esempi di cittadinanza attiva. E di una rete informale sempre più estesa, con cui adesso il Comune vuole stringere un patto di collaborazione. Facendo nascere ufficialmente l’Albo delle social street.
Nessun timbro, nessuna interferenza, assicurano. Ma è così, creando quell’elenco, che il Comune potrà lavorare con le social street su singoli progetti sociali. Ma soprattutto potrà sciogliere i nodi burocratici che magari imbrigliano l’organizzazione di un’attività in strada o di un’iniziativa.
Milano capitale delle social street. E la cittadinanza attiva entra in Comune: arriva l’albo del welfare libero
Repubblica Milano, 3 gennaio 2016