Milano ha dato vita al primo Fondo per lo sviluppo urbano, confermandosi così capitale italiana non soltanto della finanza tout court, ma anche di quel capitalismo “paziente” che vede nella collaborazione tra pubblico e privato il mezzo per realizzare obiettivi di riqualificazione urbana ed edilizia altrimenti difficili da realizzare – con le casse degli enti locali sempre più vuote e i privati sempre più restii a investire in progetti poco redditizi. Il capologo lombardo diventa così il primo Comune italiano, e il secondo europeo, a dotarsi di uno strumento finanziario di questo genere. In Europa, finora, lo aveva fatto – e con successo – soltanto Londra.
L’obiettivo del Fondo (previsto e sostenuto dalla programmazione europea) è finanziare progetti di riqualificazione urbana o il recupero di aree dismesse attraverso interventi di housing sociale, la creazioni di infrastrutture e lo sviluppo di nuove misure di efficienza energetica. "Tutte queste operazioni" ha sottolineato il vicesindaco De Cesaris sono "a bassa redditività finanziaria ma ad alto contenuto sociale", e sono quel genere di interventi che normalmente faticano a trovare finanziatori “tradizionali” come le banche.
Il Fondo è aperto a investitori istituzionali e privati (banche, fondazioni, istituti di credito…) e dovrebbe essere operativo entro i prossimi 10-12 mesi. Una volta a regime il Fondo promuoverà gli investimenti attraverso l’erogazione di prestiti, di garanzie sul credito o acquisendo partecipazioni societarie. Il modello è simile a quello avviato circa dieci anni fa da Fondazione Cariplo e Fondazione Housing Sociale per il social housing, ma aperto a una gamma più ampia di investimenti e interventi.
Lo scopo non è certo speculativo, tuttavia gli investimenti genereranno utili che serviranno a mantenere in equilibrio finanziario il Fondo stesso e a essere reinvestiti per alimentarlo.
Milano dà vita al primo Fondo italiano per lo sviluppo urbano, aperto a investitori pubblici e privati
Giovanna Mancini, Il Sole 24 Ore, 22 giugno 2015
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