Il secondo rapporto di ricerca Lavorando al piano strategico di CUBI uscirà il 25 settembre e sarà disponibile nella sezione Studi e analisi sul sito di Percorsi di secondo welfare. Il rapporto raccoglie i materiali della seconda fase di indagine per lo sviluppo del piano strategico del sistema bibliotecario CUBI, la rete che promuove e coordina l’attività di 70 biblioteche distribuite in 57 Comuni nell’area a est di Milano, rivolgendosi a più di 600.000 abitanti.
Il volume presenta la proposta di piano strategico 2021-2025 delle biblioteche aderenti a CUBI, mettendola a disposizione dei decisori pubblici locali e degli interlocutori interessati. Costituito dal Sistema Bibliotecario Milano-Est (SBME) e dal Sistema Bibliotecario Vimercatese (SBV), CUBI sta sviluppando un percorso finalizzato all’unificazione amministrativa dei due Sistemi che potrà prevedere anche l’adozione di una forma giuridica autonoma.
Come il primo (scaricabile qui), anche questo secondo rapporto è frutto di una costruzione partecipata e raccoglie i risultati della ricognizione delle competenze professionali presenti nelle 70 biblioteche di CUBI, le indicazioni emerse dai workshop che hanno coinvolto amministratori e cittadini dei Comuni del territorio di CUBI, gli spunti dalle visite-studio in Italia e in Danimarca, gli esiti dell’analisi comparata delle possibili forme giuridiche adottabili.
Il secondo rapporto di ricerca rappresenta una ulteriore occasione per proseguire l’esplorazione e la riflessione sul welfare socio-culturale che le biblioteche possono contribuire a realizzare in diverse aree del paese: un campo di azione promettente, ma solo in parte esplorato, che Percorsi di secondo welfare ha iniziato ad indagare e sta progressivamente approfondendo.
Le biblioteche come luoghi di welfare territoriale integrato
Le biblioteche sono luoghi di welfare comunitario: in un piccolo centro, in una città o in una periferia le biblioteche sono spesso spazi pubblici aperti, luoghi di aggregazione che consentono a studenti, persone anziane e famiglie di trovare stimoli, leggere, studiare, socializzare; luoghi che mettono a disposizione sale per iniziative culturali, incontri e riunioni, attività di volontariato; luoghi accessibili a persone in difficoltà. Le biblioteche offrono accesso libero a informazioni e conoscenza, promuovendo la lettura e l’accesso ai saperi, favorendo lo sviluppo di nuove abilità e competenze, sostenendo il coinvolgimento attivo degli utenti e accrescendo il welfare educativo; possono inoltre accogliere smart worker mediante spazi accessibili e strumenti adeguati, sperimentando soluzioni che implementano un nuovo welfare integrativo.
Muovendo dall’ambito del welfare socio-culturale, le biblioteche potrebbero quindi svolgere un ruolo nella costruzione di un nuovo welfare territoriale integrato che prende in considerazione i diversi aspetti costitutivi del benessere delle persone: hanno (dovrebbero avere) pertanto un ruolo vitale nello sviluppo di politiche locali e sovra-locali di promozione della coesione e dell’inclusione sociale e culturale, in collaborazione con la scuola, le agenzie formative, i servizi sociali, i servizi per il lavoro.
Infrastrutture sociali per lo sviluppo del capitale sociale
Il lavoro di ricerca-intervento per la definizione del piano strategico di CUBI si colloca nel solco delle riflessioni che il sociologo Eric Klinenberg sviluppa nel suo libro Costruzioni per le persone. Come le infrastrutture sociali possono aiutare a combattere le disuguaglianze, la polarizzazione sociale e il declino del senso civico (Ledizioni, 2019). Secondo Klinenberg le infrastrutture sociali come le biblioteche, le scuole, i centri civici, gli spazi di quartiere, i parchi, gli spazi gioco, gli spazi verdi, le strutture sportive, gli spazi pubblici, gli spazi privati aperti alla comunità costituiscono le condizioni strutturali che consentono le connessioni interpersonali e lo sviluppo del capitale sociale: favoriscono il contatto fra le persone, consentono incontri e alimentano la collaborazione tra i cittadini, animano la vita dei quartieri, consentono di avviare e mantenere relazioni durature, promuovono la costruzione di legami sociali, sostengono la capacità di persone e gruppi di aiutarsi e di agire in modo resiliente.
D’altra parte, come ci ricorda Arjun Appadurai in Il futuro come fatto culturale (Cortina, 2014), la società, la cultura, il futuro non sono costruzioni comunitarie casuali, ma l’esito di effetti combinatori e di progetti intenzionali. Anche le infrastrutture sociali, per dispiegare la propria operatività positiva, vanno quindi pensate e create, richiedono progettualità e investimenti, comportano gestione, manutenzione e cura.
Riconoscere la rilevanza delle biblioteche anche come spazi pubblici di incontro, di socializzazione, di partecipazione, come infrastrutture sociali di coesione e di costruzione di prospettive civiche, significa non solo cogliere le dinamiche che le strutture pubbliche attivano, ma anche immaginare le azioni per rendere questi luoghi aperti, attivi, vivaci e propositivi. Non solo isole felici nelle periferie, nelle province o nelle aree interne, ma spazi interconnessi in rete con altri spazi e organizzazioni, che si riconoscono vicendevolmente e collaborano. Per questo non basta definire le politiche di rigenerazione sociale, ma è necessario costruire in modo paziente, partecipato e progressivo progetti trasformativi, inclusivi e operativi; progetti cross-settoriali in grado di raccordare l’azione delle amministrazioni locali con quella delle organizzazioni sociali, civiche e culturali, imprenditoriali (…); progetti intenzionalmente e concretamente aperti ai fruitori; progetti in grado di coinvolgere e ingaggiare professionalità e competenze di chi opera nelle biblioteche.
L’azione della rete CUBI nel territorio: un piano strategico per il futuro
Coerentemente con queste riflessioni, il piano strategico di CUBI fa proprie alcune indicazioni dell’International Federation of Library Associations and Institutions (IFLA): l’accesso all’informazione per contrastare l’esclusione; l’educazione lungo tutto il corso della vita; il coinvolgimento civico come base per l’organizzazione di azioni collettive.
In una prospettiva sia individuale sia comunitaria, le biblioteche CUBI mirano a sviluppare funzioni-chiave che integrano la dimensione culturale, sociale, economica, educativa: promuovendo l’abitudine alla lettura, agevolando l’accesso alla conoscenza, orientando alla complessità, favorendo l’inclusione delle persone nella società, concorrendo allo sviluppo di capitale umano, accrescendo le competenze degli individui, migliorando la qualità della vita, offrendo occasioni di apprendimento, promuovendo cittadinanza digitale e benessere, favorendo sviluppo culturale e sensibilità artistiche, nutrendo memoria e cultura locale, animando il confronto tra idee e culture diverse, alimentando coesione sociale, offrendo spazi pubblici attrattivi, arricchendo il territorio di servizi pubblici, rendendo la comunità più competente, valorizzando saperi presenti nella comunità.
Il secondo rapporto mette a fuoco la proposta di piano strategico nata da questo processo, delineando le linee di azione (obiettivi strategici e programmi specifici), le finalità (missione), l’orizzonte (visione) e i riferimenti (valori) della rete di biblioteche pubbliche CUBI. Diverse pagine del Rapporto sono poi dedicate a descrivere lo sviluppo del processo partecipato di costruzione del Piano. Vengono illustrate le fasi che hanno segnato il percorso di progettazione (il metodo, gli strumenti, le tecniche impiegate); viene presentata la mappa dei luoghi del coinvolgimento e descritti i principali interlocutori in gioco (i decisori pubblici locali dei cinquantasette comuni aderenti a CUBI; i cittadini, gli utenti e le associazioni locali di animazione sociale e culturale; gli operatori delle biblioteche del sistema CUBI).
Il percorso di sviluppo e di adozione del piano strategico e della nuova configurazione giuridica della rete ha subito una battuta d’arresto nella primavera 2020 a causa della pandemia di Covid-19. Riprende ora, facendo tesoro delle sollecitazioni e delle fatiche determinate dalla crisi che stiamo ancora affrontando, nella consapevolezza che si fanno ancora più urgenti le domande di socialità, di inclusione, di cultura e l’esigenza di costruire prospettive concrete per il bene comune.