Negli ultimi anni il tema della salute mentale, come raccontiamo da un po’ di tempo sul nostro portale, si è fatto spazio nel dibattito pubblico del nostro Paese. La pandemia di Covid-19 ha avuto infatti un forte impatto sul benessere psicologico delle persone, in particolare di quelle più giovani, che durante e dopo i mesi dell’emergenza hanno fatto emergere nuove fragilità che chiedono risposte non sempre semplici e, spesso, non immediatamente disponibili. Anche per questo motivo le istituzioni pubbliche e organizzazioni private, sia profit che non profit, hanno cominciato a sperimentare strade più o meno innovative per fronteggiare questi bisogni crescenti, che in molti casi richiederebbero risposte strutturali che però faticano a essere realizzate.
Oggi, quindi, il nostro Paese come sta affrontando il tema della salute mentale dei più giovani?
Se lo è chiesta Paola D’Amico, che ha provato a fare il punto in una piccola inchiesta pubblicata sul Corriere della Sera, frutto della ormai lunga collaborazione che lega Secondo Welfare con la sezione Buone Notizie del giornale di via Solferino.
L’articolo, che si avvale delle voci di Alessia Barbagli, insegnate e pedagogista, Letizia del Pace, psichiatra, Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children, e delle ricercatrici di Percorsi di secondo welfare Chiara Agostini e Valeria De Tommaso, identifica diversi aspetti su cui occorre riflettere.
In particolare Agostini, curatrice del recente volume “Welfare per le nuove generazioni. Scuola, salute mentale e promozione del benessere” (L’Asino d’Oro edizioni), ha spiegato che “i giovani di oggi stanno molto peggio delle generazioni che li hanno preceduti. Devono essere loro i nuovi target delle politiche di welfare che è urgente ripensare. E la scuola è il luogo da cui partire per la tutela del benessere della salute mentale di ragazzi e ragazze. Non, beninteso, attribuendo più compiti ai docenti ma aprendo le scuole al territorio“.
Perché questo accada, sottolinea poi De Tommaso, occorrerebbe però un impegno delle istituzioni che finora è mancato nei confronti dei giovani, su questo e altri ambiti: “con la sotto-rappresentazione dei giovani rischiamo che questo diventi un tema residuale“.