Mettendo a frutto la sua pluriennale esperienza in campo internazionale, Etimos Foundation quattro anni fa ha iniziato a sviluppare progetti di microcredito anche nel nostro Paese. Dopo i successi di alcune iniziative realizzate in Abruzzo ed Emilia nelle fasi successive ai terremoti del 2009 e del 2012, la fondazione ha scelto di costituire un operatore finanziario specializzato per meglio rispondere ai nuovi bisogni emersi nel corso della crisi.
Etimos Foundation: dall’impegno internazionale al contesto italiano
Etimos Foundation ormai da diversi anni si occupa di finanza ed economia sociale concentrandosi sui temi dell’inclusione finanziaria, della finanza per lo sviluppo, della microfinanza e dell’impact investing. L’obiettivo di questa fondazione, nata a Padova nel 1999, è sostenere progetti, imprese e fondi d’investimento capaci di coniugare impatto sociale e sostenibilità economica, mettendo a loro disposizione sia il proprio know-how tecnico che parte del suo patrimonio.
Fino a qualche anno fa le attività di Etimos si sono concentrate prevalentemente in campo internazionale, verso Paesi emergenti e in via di sviluppo ed in particolare verso contesti economicamente arretrati o colpiti da gravi calamità. Dopo aver sviluppato per oltre un decennio progetti innovativi nel Sud del mondo, utilizzando il microcredito come leva di sviluppo delle comunità di queste aree, Etimos ha scelto di iniziare ad operare anche in Italia.
L’occasione si è presentata nel 2010 quando la Protezione Civile – con cui Etimos aveva già collaborato in Sri Lanka dopo il grave tsunami del 2004 – si è rivolta alla fondazione per ideare e coordinare un progetto di microcredito in favore della popolazione abruzzese colpita dal terremoto del 2009. L’obiettivo era favorire la ripartenza delle attività economiche e sostenere alcuni bisogni primari delle famiglie non legati agli aspetti della ricostruzione materiale. Nel corso del 2012 Etimos Foundation è stata nuovamente coinvolta nella realizzazione di un altro progetto di microcredito sostenuto da Renzo Rosso, fondatore del marchio Diesel e presidente della holding OTB, per affrontare il post-terremoto in Emilia.
La valutazione d’impatto del progetto Microcredito Abruzzo
Il progetto Microcredito Abruzzo grazie a un fondo iniziale di 5 milioni di euro messo a disposizione dalla Protezione Civile ha permesso l’erogazione di 570 finanziamenti per un importo complessivo di 13 milioni e 500 mila euro, suddivisi fra imprese (352), cooperative (18) e famiglie (200). Questi fondi non sono stati destinati alla ricostruzione di edifici o infrastrutture ma alla rigenerazione del tessuto economico locale, in particolare la fascia più debole fatta di piccoli commercianti, artigiani e altre attività del terziario colpite tanto dalle conseguenze del terremoto che dalla sfavorevole situazione economica degli ultimi anni.
Conferme circa l’efficacia del progetto vengono da alcune ricerche sia di carattere quantitativo che qualitativo. Giulio Tagliavini, economista dell’Università di Parma, ha ad esempio analizzato i risultati di Microcredito per l’Abruzzo calcolandone il Social Return of Investment (SROI), l’indice che si propone di misurare l’efficacia degli investimenti in progetti di utilità sociale. Dallo studio di valutazione emerge come per ogni euro impiegato inizialmente nel progetto siano stati generati ritorni positivi sulla comunità per 3,9 euro: i 5 milioni di euro iniziali fino a oggi hanno quindi prodotto ritorni per quasi 20 milioni. Circa il 50% di questi ritorni sono andati a beneficio della popolazione raggiunta dai finanziamenti – che ha ricevuto un capitale maggiore di quello che gli avrebbe assicurato una distribuzione a pioggia dei fondi -, il 44% a favore della collettività e dello Stato – per gli effetti in termini di sviluppo economico e sostegno al reddito – e in misura estremamente ridotta, circa il 6%, alle banche locali.
Interessanti informazioni vengono anche da un’indagine svolta dal Centro Studi della Fondazione Zancan, che ha chiesto ai beneficiari degli interventi di valutare l’impatto sociale delle attività legate al progetto per individuare le specificità di un’esperienza di microcredito rispetto al credito tradizionale. Dalla ricerca emerge come il microcredito sia stato capace di fornire risorse economiche a una fascia di popolazione che non avrebbe avuto altro modo di accedere al credito tradizionale, generando speranza e risvegliando la dignità di queste persone in una fase particolarmente difficoltosa della loro esistenza. Le risorse derivante dal microcredito sono state utilizzate prevalentemente per affrontare piccole spese (alimentari, sanitarie, pagamento utenze domestiche, etc.) tuttavia fondamentali in una condizione in cui anche i più elementari bisogni quotidiani assumono un peso sicuramente maggiore del solito. Il 47% delle famiglie ha dichiarato un impatto sul reddito “molto o moltissimo rilevante”, sottolineando come tuttavia gli effetti più incisivi siano di natura sociale e relazionale. I beneficiari degli interventi di microcredito si sono infatti dichiarati umanamente rispettati, ascoltati, più sereni nell’affrontare le criticità e responsabilizzati nella restituzione delle risorse ricevute.
La nascita di Microcredito per l’Italia
I primi risultati raggiunti dal progetto sviluppato in Abruzzo hanno spinto Etimos Foundation a guardare oltre la gestione di situazione post-emergenziali ed imprimere una svolta al proprio coinvolgimento nel settore del microcredito diventando investitore e incubatore di Microcredito per l’Italia (MxIT), un’impresa sociale specializzata in microcredito riconosciuta come intermediario finanziario dalla Banca d’Italia.
La scelta di Etimos di costituire un operatore specializzato di questo genere deriva, in primo luogo, dal manifestarsi sempre più evidente di diverse e molteplici problematicità legate alla crisi economica anche per quanto riguarda l’accesso al credito. I progetti sviluppati in Abruzzo e in Emilia, pur nella singolarità e drammaticità del contesto, hanno infatti reso evidente che la domanda di credito cui si cercava di dare risposta era più ampia e diversificata rispetto a quella determinata dal solo terremoto. La dimensione post emergenza ha in un certo senso accelerato o enfatizzato dinamiche di crisi che, col tempo, sono poi divenute sempre più evidenti e diffuse in tutto il Paese.
In secondo luogo si è palesato un cambiamento dello stesso mercato del microcredito italiano. Per molti anni esso è stato caratterizzato da volumi di erogazione ancora molto bassi rispetto ad altri Paesi europei, da un’attenzione rivolta soprattutto al credito sociale alle famiglie piuttosto che alla microimpresa e da una grande frammentazione in esperienze dal respiro locale. Negli ultimi 4 anni si è invece assistito ad un deciso aumento delle richieste rivolte a questo mercato, una conseguente accelerazione nei volumi e un’inversione di tendenza nei target a favore della microimpresa. Tuttavia, nonostante questi cambiamenti, per la maggior parte degli attori operanti in ambito finanziario il microcredito è rimasto uno strumento complementare, da utilizzare al massimo nel campo della promozione sociale.
Una struttura flessibile per uno strumento flessibile
Microcredito per l’Italia ha cercato di riempire lo spazio scarsamente coperto dagli altri operatori finanziari diventando, dopo PerMicro, il secondo operatore specializzato in microcredito. Oltre a offrire competenze finanziare specialistiche, Microcredito per l’Italia ha impostato la propria struttura operativa in modo da cogliere meglio i bisogni di chi necessita microprestiti, a cui ovviamente non possono essere applicate i normali parametri di bancabilità. La struttura operativa di Microcredito per questa regione è snella e flessibile, impostata in modo da andare incontro ai diversi profili che questo genere di utenti possono presentare.
Il modus operandi prevede in particolare la creazione di partnership con i soggetti economici e sociali che più si prestano alle situazioni contingenti. Questi attori possono essere singoli volontari o associazioni di volontariato che favoriscano il contatto con i beneficiari e in un lavoro, ma anche associazioni di categoria e ordini professionali, amministrazioni pubbliche, le banche – che in questo momento sono ancora il terminale attraverso cui vengono erogati i finanziamenti garantiti da Microcredito per l’Italia – e eventuali finanziatori privati.
Attraverso queste modalità Microcredito per l’Italia pare aver raggiungo un certo equilibrio tra gli obiettivi di inclusività – ovvero la possibilità di allargare le maglie del credito, assumendosene un rischio diretto, indipendentemente dal ruolo di garanti o di erogatori del finanziamento – e i vincoli di sostenibilità – ovvero la gestione oculata delle risorse disponibili.
Tabella 1: dati quantitativi Microcredito per l’Italia (2011-2013)
Risorse a disposizione (fondi di garanzia) | 9.280.000 euro |
Volume erogazioni 2011 | 2.568.000 euro |
Volume erogazioni 2012 | 7.992.000 euro |
Volume erogazioni 2013 | 10.383.000 euro |
Totale erogazioni | 20.943.000 euro |
Numero prestiti 2011 | 133 |
Numero prestiti 2012 | 335 |
Numero prestiti 2013 | 440 |
Totale prestiti | 908 |
Volume erogazioni alle imprese | 18.765.000 euro (606 finanziamenti) |
Volume erogazioni a persone fisiche | 2.185.000 euro (299 finanziamenti) |
Nuove imprese nate grazie a MxIT | 146 |
Imprese di giovani under35 finanziate | 103 |
Imprese femminili finanziate | 201 |
Insolvenze | 1% (7 escussioni) |
Fonte: Etimos Foundation
Quale ruolo per il microcredito in un Paese avanzato?
Come sappiamo la crisi economico-finanziaria progressivamente ha fatto emergere un’ampia fascia di rischi e bisogni a cui i tradizionali soggetti sia pubblici che privati non riescono più a dare risposte strutturate. Tra questi bisogni c’è anche l’accesso al credito tradizionale che, già storicamente difficoltoso per alcune categorie sociali, in questi anni è diventato off limits per una platea più vasta di persone.
In questo contesto il microcredito, fino a pochi anni fa associato e considerato utilizzabile quasi esclusivamente nei Paesi arretrati e in via di sviluppo, si sta quindi candidando a diventare uno strumento impiegabile anche in un Paese avanzato come l’Italia, sicuramente su una scala certamente più ampia che in passato. Nonostante questo, tuttavia, tanto il settore pubblico che quello privato for profit sembrano non aver colto (o non aver voluto cogliere?) i cambiamenti in corso. Mentre gli attori pubblici si sono tendenzialmente limitati allo sviluppo di misure frammentarie e circoscritte a categorie specifiche (specialmente attraverso bandi), gli attori bancari ritengono il settore ancora troppo poco diffuso ed eccessivamente rischioso in termini economici per investire concretamente in esso.
La Fondazione Etimos ha scelto di inserirsi in quella sempre più ampia zona grigia sviluppando un modello che in via sperimentale si è dimostrato adatto a rispondere alle esigenze di chi non è in grado di accedere ai canali di credito tradizionali, determinando effetti positivi anzitutto sul fronte economico, ma anche dal punto di vista sociale e relazionale, laddove è stato sviluppato. Il tempo ci dirà se la scommessa di Microcredito per l’Italia si potrà tradurre in un modello replicabile e capace di rispondere ai nuovi bisogni finanziari degli italiani.
Riferimenti
Il progetto Microcredito Abruzzo sostenuto dalla Protezione Civile
Il progetto Microcredito Emilia sostenuto da Renzo Rosso
Valutazione dello SROI di Microcredito Abruzzo
Indagine del Centro Studi della Fondazione Zancan su Microcredito Abruzzo