Il 2023 è stato segnato dal violento accaduto sulla spiaggia di Steccato di Cutro nel mese di marzo, che ha suscitato indignazione e rabbia, ma ha generato anche un rinnovato desiderio di prendersi cura della memoria. Di fronte a un fatto come questo, infatti, non si tratta solo di non dimenticare, ma anche di scegliere cosa e come vorremo ricordare; cosa salvare e cosa lasciare alle spalle.
L’importanza della memoria collettiva e del desiderio di preservare e curare la memoria storica sono i temi su cui si concentra il primo numero del 2023 di Rivista Solidea, pubblicazione promossa dall’omonima Società di mutuo soccorso e parte del nostro network. Ne vediamo di seguito i principali contenuti.
I contenuti della rivista
Tra i vari temi si riflette sul ruolo dell’Intelligenza Artificiale nell’era attuale, sulla tutela del diritto alla salute e al sistema sanitario nazionale, sulla Valutazione dell’Impatto Sociale, strumento che permette di tenere traccia degli interventi e delle riflessioni fatte durante la pandemia.
Si parla di comunità e memoria a partire da una riflessione di Giovanni Ferrero, presidente ISMEL. Eleonora Artesio affronta il tema del diritto alla tutela della salute, mentre Daniela Adorni e Davide Tabor parlano di cosa resta della rivoluzione psichiatrica iniziata in Italia alla fine degli anni sessanta. Guido Bodda parla di memoria storica, Shoah e giovani generazioni e Elena Petricola racconta l’Archivio delle donne in Piemonte, ArDP, di cui è presidente. Agnese Vigorelli racconta, poi, i cambiamenti comunicativi tra Internet e social media.
Diego Robotti, vicepresidente della Soms di Pinerolo e direttore del Museo storico del mutuo soccorso propone un collegamento tra memoria e mutualismo. Si parla, inoltre, dell’importanza delle parole, della Biblioteca Popolare Lino Anaclerio di Torino, di esercizi di storiografia e spazi della memoria.
Il nostro contributo sulle relazioni di prossimità
Alessandra Motta, ricercatrice del nostro laboratorio, racconta l’importanza di cogliere gli insegnamenti della pandemia nelle relazioni di prossimità.
Mentre lo stato sociale ha dimostrato limiti nella sua capacità di intervenire efficacemente per affrontare le conseguenze della crisi socio-economica, gli Enti del Terzo Settore (ETS) hanno risposto alle sfide sviluppando forme di intervento caratterizzate da una dimensione relazionale di prossimità.
Questi enti svolgono un ruolo importante sul territorio come osservatori attenti dei bisogni della comunità e, nel progettare soluzioni per le esigenze emergenti e latenti, contribuiscono alla costruzione di conoscenza da tramandare e all’implementazione di sistemi territoriali di intervento sociale.