Quando parliamo di economia solidale facciamo riferimento a un sistema economico alternativo rispetto a quello attualmente diffuso, che mette al centro il fattore umano nei processi economici.
Secondo Stefania Collina, le tre parole chiave dell’economia solidale sono “fare comunità, mettersi in rete, condividere“. Qui le persone sono al centro, e il sistema economico dovrebbe essere a loro servizio e non viceversa. Ma quali sono le forme più attuali dell’economia solidale? A quali priorità cerca di dare delle risposte?
Il numero 2/2023 di Rivista Solidea, pubblicazione promossa dall’omonima Società di mutuo soccorso e parte del nostro network, prova a fare il punto proponendo numerosi contenuti di approfondimento. Vediamoli di seguito.
Stiglitz: alle radici dell’economia solidale
Ad aprire il numero 2/2023 della Rivista è un articolo Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’Economia nel 2001 e membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Attualmente è presidente di RIES, la Rete Italiana di Economia Solidale. Nata a gennaio del 2020, il suo obiettivo è quello di promuovere le organizzazioni, i territori e i circuiti di economia solidale in Italia.
Come racconta lo stesso Stiglitz, “la Rete si basa sulla ventennale esperienza nazionale del Tavolo RES, un coordinamento informale che ha promosso lo sviluppo in Italia di pratiche come quelle dei GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) e dei DES (Distretti di Economia Solidale)”.
Fare circolare esperienze, progetti e visioni è importante per promuovere un cambio di paradigma a livello economico. Per questo, spiega l’economista, la RIES si occupa di mettere a sistema tutte le diverse iniziative, progetti e visioni in tema di economia solidale nei territori. Un modo per andare alle radici del concetto e, appunto, favorirne sempre di più la diffusione.
Gli altri contenuti della rivista
In questo numero, nell’ottica sopra descritta, si parla poi di mutualismo, finanza solidale, economia circolare, educazione e cultura economica solidale.
Alessandro Prandi fa il punto sul ruolo dell’economia solidale dopo la crisi. Si parla, poi, di economia solidale nel settore dell’alimentazione, ad esempio attraverso i Gruppi di Acquisto Solidali (GAS), le Comunità a Supporto dell’Agricoltura (CSA), le Food Coop, gli empori solidali, le botteghe del commercio equo e le reti mutualistiche. An drea Saroldi, ad esempio, racconta di come i gruppi di acquisto solidale aiutino a sostenere la mutualità.
Viene poi dato spazio anche a chi si occupa di forme cooperative e mutualistiche di finanza etica, e a chi pratica l’economia circolare attraverso circuiti creativi di riciclo delle risorse, rendendo ad esempio più sostenibile il mercato della moda, come l’esperienza di Teeshare raccontata da Agnese Vigorelli.
E, ancora, alle organizzazioni che continuano a investire nella formazione e nell’educazione finanziaria per creare una solida cultura solidale.