3 ' di lettura
Salva pagina in PDF

La povertà alimentare è un fenomeno multidimensionale che non solo riflette le disuguaglianze, ma contribuisce anche ad alimentarle, con effetti particolarmente gravi quando colpisce i più giovani. È infatti preoccupante notare come anche nelle economie avanzate un’ampia fetta della popolazione continui a soffrire di povertà alimentare e come siano proprio i minori a rappresentare uno dei gruppi più vulnerabili. Secondo le stime di Eurostat, nel 2023, circa il 9,5% della popolazione dell’UE27 (8,4% in Italia) non era in grado di permettersi un pasto a base di carne, pesce o un equivalente vegetariano ogni due giorni.

In questo contesto è nato DisPARI (Disentangling inequality and food Poverty amongst Adolescents: concepts, measures and local action strategies) un ambizioso progetto di ricerca promosso dal Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli Studi di Milano e ActionAid Italia, grazie al sostegno di Fondazione Cariplo (Bando Inequalities Research 2023).

DisPARI ha già mosso i primi passi (come vi abbiamo raccontato qui), e prosegue ora creazione dello Stakeholder Committee composto da esperti e organizzazioni in prima linea nella lotta contro la povertà alimentare. Il Comitato si è riunito per la prima volta la scorsa settimana presso la Facoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali dell’Università Statale di Milano, offrendo una importante occasione di confronto su sfide e opportunità legate al tema.

Il progetto di ricerca DisPARI

Il progetto, che proseguirà fino alla fine del 2025, si concentra sugli adolescenti: una fascia d’età che finora è stata poco studiata quando si parla di povertà alimentare. In questo periodo della vita, cruciale per lo sviluppo, il cibo non è solo la risposta a un bisogno primario, ma anche un elemento chiave di inclusione sociale e di costruzione dell’identità tra i pari.

Per studiare nel dettaglio gli aspetti collegati alle diverse dimensioni della povertà alimentare, DisPARI si pone quattro obiettivi principali fortemente integrati e mirati a produrre conoscenze utili per azioni concrete:

  • elaborare una concettualizzazione teoricamente e analiticamente solida della povertà alimentare tra gli adolescenti, che tenga conto anche degli aspetti emotivi e psicologici ad essa associati;
  • sviluppare e convalidare empiricamente uno strumento di misurazione affidabile scalabile per misurare la povertà alimentare tra gli adolescenti;
  • ricostruire e valutare, attraverso una prospettiva bottom-up, le strategie locali di contrasto alla povertà alimentare in differenti territori lombardi, per indagare non solo l’eterogeneità ma anche la coerenza complessiva e l’efficacia delle risposte;
  • sviluppare indicazioni utili ai decisori pubblici e agli stakeholder di riferimento per promuovere approcci innovativi che tengano conto della multidimensionalità delle diseguaglianze nell’area della povertà alimentare.

Il progetto in questo senso adotta un approccio metodologico multi-disciplinare, che combina analisi qualitative e quantitative, coinvolgendo un team di ricercatori con competenze in scienze politiche, sociologia, statistica e politiche sociali. Tale approccio garantisce una visione integrata e approfondita del fenomeno, considerando anche gli aspetti meno tangibili legati al disagio emotivo e psicologico.

Lo Stakeholder Committee del progetto DisPARI

Di recente, come detto, si è riunito lo Stakeholder Committee di DisPARI, composto da rappresentanti di enti e soggetti che a vario titolo si occupano del fenomeno:

  • Giovanni Bruno, Presidente di Fondazione Banco Alimentare ONLUS
  • Andrea Magarini, Direttore Area Food Policy del Comune di Milano
  • Matilde Borriello, ADI (Associazione Docenti e Dirigenti Italiani) Liguria
  • Simona Rotondi, Vice coordinatrice bandi e iniziative, Insieme con i bambini
  • Francesca Gallo, Ricercatrice ISTAT
  • Davide Marino, Direttore e Coordinatore dell’Osservatorio Insicurezza e Povertà Alimentare (OIPA)
  • Tiziana Ciampolini, Direttrice di S-Nodi Education
  • Simona Breschi, Direttrice Generale dell’Istituto degli Innocenti
  • Abderrahmane Amajou, Responsabile della Rete Migranti di Terra Madre (Slow Food)

Il recente incontro svoltosi presso l’Università degli Studi di Milano ha rappresentato un momento di dialogo di straordinaria ricchezza, in cui si è discusso della complessità del fenomeno della povertà alimentare e della necessità di un approccio sinergico tra istituzioni, Terzo Settore e mondo accademico.

Durante l’incontro gli stakeholder hanno condiviso spunti e riflessioni sulle politiche di contrasto alla povertà alimentare, evidenziando la rilevanza di considerare anche le dimensioni emotive ad esse associate, soprattutto quando si parla di adolescenti. È emersa anche l’importanza di avviare un dialogo che non coinvolga solo esperti e accademici, ma anche le comunità locali e le organizzazioni che operano a livello nazionale.

Prossimi passi e strategie per il futuro

Il progetto DisPARI proseguirà nei prossimi mesi con attività di ricerca strutturate attraverso un piano di lavoro strutturato in cinque Work Packages (WP), ognuno focalizzato su un aspetto chiave della ricerca: dalla gestione del progetto e la comunicazione (WP1) alla concettualizzazione della povertà alimentare (WP2), fino alla validazione dello strumento di misurazione (WP3) e alla mappatura e identificazione di politiche innovative (WP4 e WP5).

Attraverso tali azioni, DisPARI intende contribuire al dibattito sulle disuguaglianze sociali a livello europeo, nazionale, regionale e locale, promuovendo così la definizione di strategie più efficaci e innovative per contrastare la povertà alimentare e le sue conseguenze.

La recente riunione dello Stakeholder Committee ha ulteriormente confermato l’impegno collettivo di tutte/i le/i partecipanti nella creazione di una rete solida e collaborativa. La pluralità di esperienze e prospettive condivise durante l’incontro non solo arricchisce il progetto DisPARI, ma promuove anche un dialogo costante e produttivo tra la ricerca accademica e le realtà che operano direttamente sui bisogni. Questo scambio di idee e pratiche sarà cruciale per identificare soluzioni sostenibili e per garantire una efficace disseminazione dei risultati.