Costruire laboratori di formazione online coinvolgenti e attivanti è una sfida non solo digitale. Nel 2021, con le colleghe e i colleghi di Pares abbiamo animato diversi laboratori e in relazione ai contenuti formativi abbiamo utilizzato differenti canvas per agevolare la partecipazione. In questo contributo presentiamo 3 modalità di impiego e sviluppiamo alcune considerazioni sull’efficacia di ciascuna delle opzioni praticate.
Canvas strumento dai molteplici usi
Prima di entrare nella descrizione delle dinamiche d’uso praticate nei laboratori formativi presentiamo una breve scheda illustrativa sullo strumento canvas. Un canvas è un poster, in formato digitale o stampato. Nella versione stampata le dimensioni possono variare: dal formato A3 comodo da esporre in ambienti contenuti e da usare da soli, in coppia o in piccolo gruppo; a formati più grandi 100 x 70 cm o 140 x 100 cm, da appendere in spazi grandi e da usare con gruppi numerosi, utili per attività in plenaria.
A cosa serve un canvas?
Un canvas è una mappa che rende visibili le questioni fatte oggetto di confronto e approfondimento. Per la densità di contenuti e per le soluzioni grafiche, un canvas può assumere forma di manifesto, di matrice di domande/questioni o di infografica.
- Nel caso di un canvas manifesto, vengono presentate tendenzialmente poche informazioni, evocative, accompagnate da soluzioni grafiche che mirano a catturare l’attenzione: l’intento è di comunicare e coinvolgere.
- Nel caso del canvas matrice di domande e questioni, l’obiettivo è visualizzare in modo sinottico l’insieme delle questioni da affrontare, il canvas costituisce un matrice operativa utilizzabile per nominare, mettere in relazione, indicare attraverso frasi stimolo, spesso poste in forma di domande, temi oggetto di discussione. In questa configurazione, il canvas è un supporto per attivare e orientare scritture individuali e di gruppo con l’obiettivo di approfondire gli spunti presentati.
- Nelle soluzioni canvas infografica, invece, l’obiettivo è quello di fornire informazioni analitiche raccolte in una mappa complanare. In questo caso vengono introdotti più livelli di lettura: a un primo livello i titoli offrono gli elementi di sintesi, a un secondo livello si offrono spunti di attivazione, a un un terzo livello si forniscono descrizioni analitiche.
Pratiche d’uso
Volendo considerare le pratiche d’uso possiamo notare come i canvas si possano impiegare per ottenere effetti di coinvolgimento diversi: catturare l’attenzione, guidare il lavoro in gruppo, dare spazio al confronto elaborativo.
- In formato digitale o stampato, un canvas può essere usato per presentare e illustrare una proposta, per invitare e coinvolgere, per informare e raccontare il lavoro in progress, per dar conto di cosa è stato pensato, discusso, fatto, e anche per rilanciare cosa si potrà trattare, affrontare, approfondire. Un canvas si presenta, così, come un poster da appendere per mostrare, ricordare e testimoniare attività, impegni, risultati, prospettive interessanti da condividere. In questa modalità d’uso il canvas serve per veicolare messaggi e suscitare attenzione.
- Un canvas può essere usato per animare momenti di confronto tra gli attori della comunità, per favorire coinvolgimento e confronto, per raccogliere osservazioni e proposte, per individuare nuovi temi da scandagliare e campi di intervento da considerare, per fissare idee e spunti di innovazione, per mettere a punto soluzioni praticabili. In questa modalità d’uso il canvas è un ausilio per facilitare il lavoro in gruppo, proporre di sviluppare specifiche questioni, articolare piani di lavoro, valutare attività svolte.
- Il canvas può essere proposto come oggetto da costruire, obiettivo da raggiungere collettivamente. O anche come mappa da sottoporre ad esame critico, da ripensare, smontare e riformulare con l’idea di essere pretesto perfavorire processi ideativi collegiali. In questa modalità d’uso il canvas costituisce un dispositivo per innescare co-elaborazioni, un oggetto di lavoro, che facilita formulazione di ipotesi, la socializzazione di idee emergenti, il disegno di una mappa delle questioni da considerare.
Le 3 diverse soluzioni sottolineano modalità d’uso che possono essere giocate in modo prevalente o in successione, per costruire contesti di confronto e apprendimento nei quali il canvas è un ausilio usato in fasi diverse per promuovere esperienze di partecipazione specifiche. Nel paragrafo che segue proviamo a dare conto di alcuni impieghi pratici e degli effetti che si sono generati.
Laboratori formativi online: tre diversi modi di impiegare il canvas
Nelle applicazioni pratiche di questi mesi abbiamo usato il canvas prevalentemente in sessioni di lavoro online, posizionandolo o sviluppandolo su Miro, lavagna digitale collaborativa interattiva. In qualche caso, il canvas è stato mostrato nel corso dei webinar o abbiamo presentato alcune fotografie per illustrarne gli impieghi in contesti concreti, con l’obiettivo di rendere esplicita la nostra proposta di lavoro.
In occasione di alcuni laboratori in presenza il canvas è stato utilizzato per rappresentare modalità partecipative (appeso è stato presentato come una possibile successiva tappa del momento partecipativo in corso), per prefigurare il contesto di lavoro più generale (il canvas come rappresentazione di un tracciato di coinvolgimento e di un obiettivo di scrittura collettiva da sviluppare attraverso incontri successivi) e anche per individuare – rispetto ad un insieme di questioni – quali temi approfondire nei diversi gruppi di lavoro che proponevamo di costituire.
L’impressione che abbiamo avuto è che in presenza fosse più facile cogliere i feedback e riorientare il lavoro che avevamo previsto, mentre online è risultato meno agevole percepire con immediatezza l’accoglienza e l’efficacia delle attività proposte attraverso il canvas. Volendo sintetizzare, nell’ambito di facilitazioni di laboratori di formazione realizzati online abbiamo utilizzato il canvas in tre modi diversi: come indice visuale del programma di lavoro, come strumento operativo per favorire l’apporto da parte delle persone che partecipavano agli incontri, come oggetto di lavoro da costruire progressivamente.
Canvas come tracciato formativo
In questa modalità d’uso il canvas indica il percorso che verrà sviluppato attraverso la formazione. Disporre del percorso, poterlo considerare nel suo insieme, sapere almeno per sommi capi come si svilupperà la proposta formativa, riprendere il canvas all’avvio di ogni incontro è stato apprezzato ed è risultato facilitante per ritrovarsi nell’evolvere degli incontri formativi.
Canvas come strumento operativo
L’uso del canvas come mappa per identificare le questioni da approfondire è stato facilitato dalla possibilità di scomporre i diversi quadranti e utilizzarli come campi da esplorare, metterli al centro della discussione, svilupparli. Ad esempio nel laboratorio formativo sulla partecipazione ibrida promosso dall’Area Partecipazione della Regione Emilia il canvas delle 5P – Proposta, Protagonisti e propulsori, Percorso e processi, Piazze fisiche e digitali, Promozione – è servito per offrire alle persone che hanno partecipato cinque tappe di lavoro per sviluppare progetti sperimentali in diversi campi della partecipazione
Canvas come prodotto da costruire
L’uso del canvas come progetto da sviluppare, come oggetto a cui lavorare a più mani è invece risultato un’attività ideativa meno immediatamente comprensibile e coinvolgente, più impegnativa, disorientante almeno fino a quando, lo sviluppo progressivo dell’impianto concettuale, gli esiti delle discussioni e degli approfondimenti, non hanno fatto emergere dapprima configurazioni parziali, poi via via un disegno complessivo strutturato in quadranti e livelli di approfondimento che, singolarmente e come insieme, trasmettevano una certa ricchezza di significati, restituendo senso agli sforzi intrapresi con scrittura individuale e collettiva.
Alla luce di questi 3 diversi effetti, accenniamo nel paragrafo conclusivo che segue alcuni punti di forza che riscontriamo nell’uso di canvas come dispositivo di supporto nella facilitazione di momenti formativi
Considerazioni conclusive
I canvas sono strumenti, con certamente con qualche limite intrinseco ma anche con potenzialità d’uso, che naturalmente non dipendono solo da contenuti e resa grafica, ma anche dalla dimestichezza nell’uso da parte di chi li propone e dalla disponibilità a lasciarsi ingaggiare da parte dei gruppi di lavoro coinvolti. Di seguito una rapida rassegna di alcuni punti di forza che ci sembra di riscontrare nell’uso di canvas per facilitare laboratori formativi.
Mappe connettive. I canvas sono supporti visuali che consentono una visione di insieme, strumenti per rendere pensabili le connessioni fra le dimensioni oggetto di analisi, promuovere confronto fra contenuti identificati e considerati.
- Dispositivi attivanti. I canvas creano uno spazio di visibilizzazione del pensiero di gruppo e rappresentano lo sforzo progressivo che il gruppo compie nel costruire idee condivise (cartografie delle idee e degli scambi di punti di vista). I canvas orientano e facilitano la discussione fra le persone senza predeterminare gerarchie di rilevanza ma favorendo piuttosto i collegamenti fra elaborazioni.
- Strumenti progettuali. I canvas servono per stimolare la produzione di pensieri e l’espressione di idee, per facilitare la loro annotazione e la considerazione di più punti di vista, per poi approfondire elementi emersi dalla discussione. I canvas consentono di immaginare diversi campi da indagare, molteplici interlocutori da coinvolgere, differenti modalità di lavoro da praticare.
- Testi sintetici. I canvas, nella forma del manifesto, della mappa delle domande o dell’infografica, sono documenti visuali di sintesi, schematici, che riducono la complessità delle informazioni e permettono di abbracciare l’insieme delle questioni trattate proponendo spunti di discussione.
- Prodotti socializzabili. I canvas si prestano a veicolare proposte di coinvolgimento, lavori in progress, esiti di attività di gruppo. Nel loro essere supporti testuali e grafici, mentre documentano il lavoro svolto e restituiscono informazioni, mantengono una struttura aperta a ulteriori contributi e aiutano a socializzare idee, contenuti, attività e si presentano come documenti che mettono in circolo proposte aperte. In questa prospettiva sono strumenti di coinvolgimento e di comunicazione per promuovere partecipazione.
- Metafore coinvolgenti I canvas sono condensati allusivi: rimandano ai contesti, intrecciano, chiamano in causa, attivano, creano uno spazio aperto ma definito, a partire dal quale cercare confronti e sviluppare idee, offrono dimensioni per approfondire e articolare contenuti e costruire sintesi da contributi diversi, rappresentando così la possibilità e l’esito di collaborazioni esplorative e progettuali.
Per approfondire
- Borutti S. (1999), Filosofia delle scienze umane. Le categorie dell’antropologia e della sociologia, Bruno Mondadori.
- Cau M. e Maino G., Learning Community Canvas. Una mappa per animare comunità di pratica, Quaderni di Economia Sociale, giugno 2019.
- Cau M. e Maino G., Learning Community Canvas: come facilitare il lavoro delle comunità di apprendimento, in Percorsi di Secondo Welfare, 10 maggio 2019.
- Cau M., Maino G. (2021), “Il canvas delle comunità di apprendimento”, in Barrilà L. Cau M., Maino G. (a cura di), Beni naturali e servizi ecosistemici. Riflessioni ed esperienze dal bando Capitale Naturale, Quaderni dell’Osservatorio di Fondazione Cariplo, 38-2021, pp. 85