Privati

Dalla conciliazione vita-lavoro alla conciliazione vacanza-lavoro? Data la flessibilità che caratterizza un numero crescente di professioni, le strutture turistiche si sono attrezzate determinando l’avvento del “coworking in vacanza”. Una soluzione che pone nuove riflessioni su che cosa sia il lavoro oggi e su come se ne stiano ridefinendo i confini.
Il progetto La.Fem.Me negli ultimi anni ha introdotto strumenti di flessibilità e conciliazione vita-lavoro in quaranta aziende offrendo loro informazioni, formazione e consulenza. Antonella Marsala, che da anni coordina le attività del progetto, ne descrive i risultati e racconta quali insegnamenti preziosi il team di Italia Lavoro ha tratto da tali esperienze.
Poco più della metà delle mamme italiane lavora. Un problema che riguarda tante donne nel nostro Paese, soprattutto se con bassa istruzione, residenti al Sud e di origine straniera. A dirlo è l'Istat, che ha condotto un'indagine campionaria sulle nascite e le madri nell'arco di dieci anni. Ci siamo chiesti quali siano le possibili soluzioni ai problemi descritti nella ricerca.
E’ stato presentato a Varese il nuovo progetto di welfare inter-aziendale eLAVOROeFAMIGLIA, realizzato nell’ambito della Rete Territoriale di Conciliazione. Tra i promotori dell’iniziativa anche la Rete Giunca, prima rete d’impresa in Italia nata con l’obiettivo di condividere tra le aziende associate i servizi e le agevolazioni a favore dei dipendenti.
A partire dal 2013, Coop Adriatica ha varato il nuovo sistema di Welfare Aziendale a sostegno dei dipendenti. Abbiamo chiesto a Benedetto Vanes, Responsabile del Servizio Welfare, Progetti e Contenzioso, e a Nicoletta Bencivenni, Direttrice Risorse Umane di raccontarci genesi, sviluppo e prospettive delle misure sviluppate per gli oltre 9.000 dipendenti del gruppo.
UBI Banca ha annunciato l’emissione del Social Bond “UBI Comunità per Dynamo Camp Onlus”. Per la prima volta UBI utilizzerà lo SROI per misurare l’impatto sociale generato attraverso tali risorse, tentando così di quantificare in termini economici il valore generato dall’attività sostenuta dalle obbligazioni sociali.
Nei giorni scorsi è stata confermata la riduzione delle risorse pubbliche destinate al sostegno delle cooperative che lavorano all'interno delle carceri. Ora si dovranno quindi valutare strade alternative per rendere sostenibili, in particolare da un punto di vista economico, le attività svolte da questi soggetti. In questa situazione si può aprire una finestra interessante per la finanza sociale?
La finanza sociale potrebbe colmare una lacuna relativa non solo alla qualità dei servizi di welfare, ma che riguarda la crescente necessità di rivedere e sperimentare forme sempre nuove e più efficaci di servizi sociali, inevitabilmente sottoposti a pressanti spinte di cambiamento, soprattutto considerata la velocità con cui mutano rischi e bisogni della popolazione.
Si è svolta venerdì 9 gennaio a Riga la cerimonia di apertura dell’Eyd2015, l’Anno Europeo per lo Sviluppo. Dal 1983, infatti, l’Unione Europea dedica ogni anno ad un tema specifico con l’intento incoraggiare il dibattito e il dialogo sia tra i paesi europei che al loro interno. Il 2015 sarà l' anno dedicato all'azione esterna dell’Unione europea e al ruolo dell’Europa nel mondo.
Quale ruolo può svolgere la finanza sociale per sostenere il sistema di welfare italiano? Gian Paolo Barbetta analizza potenzialità e limiti dei Social Impact Bond, sottolineando come nel nostro Paese già esistano soggetti in grado di raggiungere i medesimi obiettivi attraverso strade meno complesse e rischiose di quelle proposte da questi strumenti finanziari.
Nonostante la vocazione internazionale che ne ha determinato il successo, Alessi è rimasta profondamente radicata nella tradizione e nel retroterra culturale del suo territorio. A dimostrarlo sono alcune scelte intraprese in favore della comunità locale, che rendono questa azienda un’interessante esempio di filantropia d’impresa votata allo sviluppo locale.
L'analisi di quella vasta serie di nuovi attori che hanno portato all’invenzione e lo sviluppo di nuove “tecniche filantropiche” o di social investing. Comprendere natura e finalità di tali nuovi soggetti è infatti la premessa indispensabile per approfondire la conoscenza dei nuovi strumenti della finanza sociale, dei relativi limiti e delle prospettive evolutive degli stessi.