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Primo Welfare

Con il termine “primo welfare” ci riferiamo al sistema tradizionale di protezione sociale organizzato e gestito dallo Stato tra fine Ottocento e inizio Novecento per rispondere a rischi e bisogni sociali dei cittadini. Per questo esso è spesso indicato anche come “Welfare State” o “Stato Sociale”

Il primo welfare include una serie di politiche pubbliche e programmi “essenziali” – come pensioni, assistenza sanitaria, tutele contro la disoccupazione, istruzione, politiche per la famiglia, politiche abitative, etc. – che intendono garantire il benessere dei cittadini attraverso la redistribuzione delle risorse e la fornitura di servizi.

Il primo welfare rappresenta quindi la base del sistema di protezione sociale. Su di esso si innestano le evoluzioni e le integrazioni del secondo welfare, che coinvolge attori non-pubblici (Terzo Settore, aziende, corpi intermedi…) per rispondere ai rischi e bisogni in una logica sussidiaria e integrativa rispetto alle politiche pubbliche tradizionali.

Di seguito i nostri articoli in cui approfondiamo dinamiche e esperienze realizzate nel perimetro del primo welfare.

Il dossier di Save the Children "Il paese di Pollicino", presentato in occasione del lancio della campagna “Ricordiamoci dell’infanzia”, approfondisce il tema della povertà minorile nel nostro Paese fornendo un quadro tutt'altro che positivo, frutto di una pericolosa "amnesia collettiva".
Nel corso della XXIII edizione del Forum PA, il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Francesco Profumo ha annunciato l’avvio della “social innovation agenda”, che dovrebbe favorire lo sviluppo economico e sociale del Paese e permettere contemporaneamente il contenimento della spesa pubblica.
Una panoramica della situazione italiana in materia di politiche di conciliazione, dall’attuale normativa di riferimento, considerando le proposte della recente riforma del lavoro del Ministro Fornero, fino a presentare il piano pensato dal Ministro Riccardi per favorire e migliorare la conciliazione famiglia-lavoro.
Il lavoro precario, il numero sempre più consistente di famiglie monogenitoriali e l’incremento del rischio di povertà per donne e bambini in tutta l’area OCSE sono fenomeni che assumono contorni sempre più preoccupanti nell’attuale crisi economico-finanziaria. In questa complessa cornice di trasformazioni economiche, sociali e politiche si situa il delicato dilemma della conciliazione tra lavoro e cura dell’infanzia. I gestori pubblici, al centro di complessi processi di riforma dei sistemi di welfare, devono decidere se e come intervenire su di una sfera fino a pochi decenni fa ritenuta privata, adottando strumenti di policy che favoriscano adeguati meccanismi di bilanciamento tra carichi di lavoro e carichi di cura. L'Italia si trova a un bivio fondamentale per la strutturazione e il funzionamento del proprio sistema: quali modelli guardare?
Sulle pagine del Corriere della Sera Maurizio Ferrera affronta il tema dei servizi alla persona, indicando i vantaggi che potrebbero verificarsi se si decidesse di investire con maggiore convinzione in questo ambito.