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Primo Welfare

Con il termine “primo welfare” ci riferiamo al sistema tradizionale di protezione sociale organizzato e gestito dallo Stato tra fine Ottocento e inizio Novecento per rispondere a rischi e bisogni sociali dei cittadini. Per questo esso è spesso indicato anche come “Welfare State” o “Stato Sociale”

Il primo welfare include una serie di politiche pubbliche e programmi “essenziali” – come pensioni, assistenza sanitaria, tutele contro la disoccupazione, istruzione, politiche per la famiglia, politiche abitative, etc. – che intendono garantire il benessere dei cittadini attraverso la redistribuzione delle risorse e la fornitura di servizi.

Il primo welfare rappresenta quindi la base del sistema di protezione sociale. Su di esso si innestano le evoluzioni e le integrazioni del secondo welfare, che coinvolge attori non-pubblici (Terzo Settore, aziende, corpi intermedi…) per rispondere ai rischi e bisogni in una logica sussidiaria e integrativa rispetto alle politiche pubbliche tradizionali.

Di seguito i nostri articoli in cui approfondiamo dinamiche e esperienze realizzate nel perimetro del primo welfare.

La strategia “Europa 2020” ha posto l’obiettivo di ridurre a meno del 10% il tasso di abbandono scolastico entro il 2020. Un recente rapporto congiunto Cedefop/Eurydice ha analizzato il fenomeno degli abbandoni evidenziando un miglioramento del trend generale nei Paesi UE, sottolineando nel contempo come permangano grandi differenze di risultati.
In meno di un anno il Jobs act è passato dal libro dei desideri alla Gazzetta Ufficiale. Come tutti i grandi cambiamenti, il provvedimento genera molta incertezza e qualche timore nell’opinione pubblica, oltre a dure critiche da parte sindacale. È perciò utile richiamare alcuni elementi di fatto di questa riforma e interrogarsi sui suoi probabili effetti.
Per permettere il restauro del portico più caro ai bolognesi, il Portico di San Luca, il Comune insieme al Comitato che si occupa della gestione della struttura ha promosso "Un passo per San Luca", progetto di crowdfunding civico finalizzato alla raccolta delle risorse necessarie. Vi raccontiamo com'è andata.
Un’indagine ad ampio spettro sulle vulnerabilità (vecchie e nuove) nelle metropoli italiane dalla quale emergono con maggior chiarezza diverse emergenze sociali in atto: dalla distribuzione ineguale delle risorse al problema della casa, dal crescente fenomeno degli homeless agli alti livelli di disoccupazione. Proponiamo di seguito una sintesi dei principali risultati.
Che fine ha fatto quella «revisione della spesa» di cui tanto si è parlato nell’ultimo anno, che doveva fungere da leva per risanare il settore pubblico sul versante delle uscite, in base a criteri di efficienza ed equità? Purtroppo ha fatto una brutta fine. Con le dimissioni del Commissario Carlo Cottarelli, lo scorso ottobre, il processo si è bloccato. Cosa farà il Governo Renzi?
Negli ultimi vent'anni, a seguito delle diverse riforme sociali e del mercato del lavoro susseguitesi nel tempo, nel nostro Paese si è creata una società sempre più duale. Da una parte c'è chi gode di tutti i diritti, dall’altra chi al contrario non può godere di forme significative di protezione sociale. E' questo il presupposto del libro "La maggioranza invisibile" di Emanuele Ferragina.
Ammontano a più di 4 miliardi di euro le risorse dei Fondi Strutturali Europei 2014-2010 destinate all'Italia per "promuovere l’inclusione sociale, combattere la povertà e ogni forma di discriminazione”. Come saranno utilizzati questi fondi? Quali sono le prospettive per la lotta alla povertà nel nostro Paese alla luce di queste risorse?
Con il nuovo anno inizieremo ad impiegare il nuovo Isee. Giro di vite su elusione ed evasione, più attenzione ai beni mobili e Isee differenziato per tipo di richiesta sono alcune delle novità che dovrebbero migliorare l’efficacia dello strumento. Resta qualche questione aperta.