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Primo Welfare

Con il termine “primo welfare” ci riferiamo al sistema tradizionale di protezione sociale organizzato e gestito dallo Stato tra fine Ottocento e inizio Novecento per rispondere a rischi e bisogni sociali dei cittadini. Per questo esso è spesso indicato anche come “Welfare State” o “Stato Sociale”

Il primo welfare include una serie di politiche pubbliche e programmi “essenziali” – come pensioni, assistenza sanitaria, tutele contro la disoccupazione, istruzione, politiche per la famiglia, politiche abitative, etc. – che intendono garantire il benessere dei cittadini attraverso la redistribuzione delle risorse e la fornitura di servizi.

Il primo welfare rappresenta quindi la base del sistema di protezione sociale. Su di esso si innestano le evoluzioni e le integrazioni del secondo welfare, che coinvolge attori non-pubblici (Terzo Settore, aziende, corpi intermedi…) per rispondere ai rischi e bisogni in una logica sussidiaria e integrativa rispetto alle politiche pubbliche tradizionali.

Di seguito i nostri articoli in cui approfondiamo dinamiche e esperienze realizzate nel perimetro del primo welfare.

Le statistiche dell'Eurostat ci condannano, ancora una volta, quasi all'ultimo posto per la quota di adulti laureati tra i Paesi europei e, più in generale, indicano che il livello d'istruzione complessivo della popolazione italiana dei 30-34enni è molto più basso della media UE. A generare preoccupazione sono soprattutto i dati legati alla istruzione terziaria non universitaria.
Dall’Istat arriva finalmente una buona notizia sul fronte che più preoccupa gli italiani: il lavoro. In aprile c’è stato un incremento di quasi centosessantamila occupati, principalmente nei servizi. Tuttavia, anche se alcune ipotesi negative sembrano essere state smentite, restano le criticità del settore industriale, che ancora fatica a tornare ai livelli di assunzioni pre-crisi.
L'Istat ha pubblicato la ventitreesima edizione del Rapporto che, come ogni anno, accende i riflettori sulla situazione socio-economica del Paese. L’indagine restituisce la fotografia di un'Italia in chiaroscuro, in cui convivono timidi segnali di ripresa del ciclo economico ma in cui permangono numerosi elementi critici, primo fra tutti la polarizzazione territoriale fra Nord e Sud.
Il dibattito sulla riforma della scuola è iniziato bene ma sta finendo malissimo. Dopo le consultazioni avviate dal governo, con l'inizio dell'iter parlamentare è scattato il tradizionale "richiamo della foresta": quel misto di corporativismo e ideologia del quale il nostro Paese sembra incapace di liberarsi. Eppure la posta in gioco è altissima.
Dalla fine degli anni Ottanta i sistemi sanitari europei sono soggetti a processi di riforma orientati a conciliare esigenze spesso contrapposte. Delle varie dimensioni di questo fenomeno del corso della VIII Conferenza annuale ESPAnet Italia dedicata alla sanità. C'è tempo fino al 25 maggio 2015 per presentare proprie proposte di paper.
La recente sentenza della Consulta ha aperto una controversia spinosa e delicata: a differenza di precedenti pronunciamenti, questa volta i giudici costituzionali hanno scelto di non considerare il quadro generale del nostro sistema previdenziale e del nostro bilancio pubblico. Il governo si trova ora costretto a un difficile atto di equilibrismo perché nessuno sia escluso dalle tutele.
Housing Europe ha presentato il 5 maggio il rapporto “The State of Housing in the EU 2015”, che descrive la condizione abitativa nel continente. Il rapporto segue e aggiorna il precedente, “Housing Europe Review of 2012”, e illustra statistiche e tendenze in atto sia relativamente ai singoli paesi che in un'ottica comparata, offrendo importanti suggerimenti per la progettazione di politiche abitative che siano veramente efficaci.
Di fronte ai risultati ottenuti in Trentino, il Dipartimento per le politiche della famiglia presso la Presidenza del Consiglio ha ritenuto strategico impegnarsi nella promozione del marchio Family audit su tutto il territorio nazionale. In questo senso è stato promosso un Avviso pubblico che offrirà a 50 organizzazioni la possibilità di acquisire competenze e certificazione in materia di conciliazione.