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Primo Welfare

Con il termine “primo welfare” ci riferiamo al sistema tradizionale di protezione sociale organizzato e gestito dallo Stato tra fine Ottocento e inizio Novecento per rispondere a rischi e bisogni sociali dei cittadini. Per questo esso è spesso indicato anche come “Welfare State” o “Stato Sociale”

Il primo welfare include una serie di politiche pubbliche e programmi “essenziali” – come pensioni, assistenza sanitaria, tutele contro la disoccupazione, istruzione, politiche per la famiglia, politiche abitative, etc. – che intendono garantire il benessere dei cittadini attraverso la redistribuzione delle risorse e la fornitura di servizi.

Il primo welfare rappresenta quindi la base del sistema di protezione sociale. Su di esso si innestano le evoluzioni e le integrazioni del secondo welfare, che coinvolge attori non-pubblici (Terzo Settore, aziende, corpi intermedi…) per rispondere ai rischi e bisogni in una logica sussidiaria e integrativa rispetto alle politiche pubbliche tradizionali.

Di seguito i nostri articoli in cui approfondiamo dinamiche e esperienze realizzate nel perimetro del primo welfare.

Prendono il via a Pistoia due nuove iniziative di social housing promosse e finanziate da Cassa Depositi e Prestiti, fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia, Fondo Housing Toscano e Abitare Toscana. Nei prossimi mesi saranno costruiti oltre 50 appartamenti con lo scopo di fornire una risposta alla crescente emergenza abitativa. In questa ottica, il progetto vuole inoltre promuovere una cultura dell'abitare sostenibile e collaborativo, al fine di rafforzare legami comunitari.
Nei giorni scorsi il Ministro della Famiglia Lorenzo Fontana ha convocato a Roma un tavolo di confronto sulla conciliazione famiglia-lavoro a cui hanno partecipato alcune imprese interessate ad adottare soluzioni positive a favore della famiglia e della natalità. In tale sede è stato annunciato lo stanziamento di risorse ''tra i 50 e gli 80 milioni di euro'' per attività legate alla conciliazione, ma non è chiaro quale potrà essere il loro utilizzo.
Rivista Solidea, pubblicazione curata dall'omonima Società di Mutuo Soccorso, a gennaio del 2019 ha pubblicato un numero speciale in cui alcuni autori ed esperti propongono il loro punto di vista su tematiche di massima attualità come il lavoro, la cooperazione, le migrazioni, la mutualità, i beni comuni. Di seguito vi proponiamo il contributo scritto da Giovanni Ferrero, presidente ISMEL, il quale propone alcuni spunti da cui partire per affrontare uno dei maggiori problemi del nostro Paese: la disoccupazione giovanile.
In Svezia lo Stato garantisce congedi parentali lunghi più di un anno, ben pagati e divisi abbastanza equamente tra genitori. Tali misure riscuotono un ottimo successo tra i neo-genitori: le statistiche dicono infatti che nove padri su dieci usano il congedo per una media di 3 mesi e 19 giorni. Anche grazie a questo sistema rodato da più di 40 anni, il Paese scandinavo può contare su alti tassi di natalità e elevatissimi livelli di occupazione femminile.
Da diverso tempo stiamo assistendo ad un calo demografico apparentemente inarrestabile. Le cause di questa tendenza sono molteplici, ma tra queste non si può che riconoscere una stretta correlazione tra l'avvento della maternità e il rischio di disoccupazione femminile. L'evidenza di questo nesso porta spesso alla scelta di rinunciare ad avere uno o più figli, per timore di cadere in situazioni di precarietà se non addirittura di povertà. Da dove ripartire?
La cosiddetta "Legge sul Dopo di Noi" segue due direttrici principali. Da un lato sono previsti sgravi fiscali per forme di trust e donazioni da parte delle famiglie ai propri congiunti disabili. Dall'altro, attraverso un Fondo ad hoc ripartito tra le varie Regioni, lo Stato sostiene soluzioni domiciliari alternative alla istituzionalizzazione. A quasi tre anni dall'approvazione del provvedimento ci siamo chiesti quali impatti stia avendo il provvedimento. Antonella Ferrero ci ha aiutato a rispondere.
La composizione del mercato del lavoro italiano sta conoscendo forti trasformazioni. In particolare, secondo i dati dell'ultimo Rapporto CNEL, alla ormai nota frattura tra Nord e Sud si stanno aggiungendo altri divari, come quello tra piccole e grandi imprese o quello tra realtà tradizionali e "digitalizzate". Ne ha parlato il Centro Studi e Ricerche "Itinerari Previdenziali" in un recente articolo che vi proponiamo qui in versione integrale.
More Than Pink è un premio promosso da ItaliaCamp e dalla Fondazione Susan G. Komen Italia per valorizzare progettualità innovative nell'ambito della salute e del benessere. In questo approfondimento vi raccontiamo di "Mum2B", "VEASYT Live!" e "Piccoli spazi di felicità", che si sono affermati nelle tre categorie previste dal premio: "Salute 4.0", "Salute e migranti" e "Benessere nei luoghi di cura".
La Manovra per il 2019 ha previsto uno stazionamento di 114,4 miliardi di euro per il sistema sanitario: un miliardo in più rispetto all'anno precedente. Ma queste risorse saranno sufficienti a frenare il progressivo declino della sanità del nostro Paese? No, secondo Giancarlo Magni. Sullo sfondo c'è infatti il rischio concreto che l'Esecutivo voglia procedere con il rafforzamento dell'autonomia regionale in materia di sanità, imboccando la pericolosa strada del regionalismo differenziato.