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Primo Welfare

Con il termine “primo welfare” ci riferiamo al sistema tradizionale di protezione sociale organizzato e gestito dallo Stato tra fine Ottocento e inizio Novecento per rispondere a rischi e bisogni sociali dei cittadini. Per questo esso è spesso indicato anche come “Welfare State” o “Stato Sociale”

Il primo welfare include una serie di politiche pubbliche e programmi “essenziali” – come pensioni, assistenza sanitaria, tutele contro la disoccupazione, istruzione, politiche per la famiglia, politiche abitative, etc. – che intendono garantire il benessere dei cittadini attraverso la redistribuzione delle risorse e la fornitura di servizi.

Il primo welfare rappresenta quindi la base del sistema di protezione sociale. Su di esso si innestano le evoluzioni e le integrazioni del secondo welfare, che coinvolge attori non-pubblici (Terzo Settore, aziende, corpi intermedi…) per rispondere ai rischi e bisogni in una logica sussidiaria e integrativa rispetto alle politiche pubbliche tradizionali.

Di seguito i nostri articoli in cui approfondiamo dinamiche e esperienze realizzate nel perimetro del primo welfare.

In queste settimane il dibattito è tornato centrale. Cosa pensano partiti e parti sociali della misura? E quali sono opportunità e rischi di cui tenere conto?
Younger generations are increasingly sensitive to sustainable development issues but, at least in Italy, they practically have limited political weight. However, creating conditions that are conducive to listening to their requests and adopting policies that put them into practice is essential.
Le competenze e la vitalità dei giovani rappresentano molto probabilmente la risorsa più importante per ogni paese. Anche per questo, bisogna affrontare il problema dei NEET in Italia. Ne parla l'Osservatorio dell'impresa sociale Con I Bambini.
Il lavoro sociale è cruciale e lo sarà sempre di più per implementare tante misure di welfare nuove o in discussione. Per questo, dopo anni di risorse inadeguate, lo Stato è tornato a investire nel settore. Si sono però generate conseguenze contradditorie.
A confermarlo ci sono i dati sui bandi e sulle risorse stanziate, ma anche l'atteggiamo sempre meno chiaro del Governo. L'Esecutivo continua a paventare l'ipotesi di una rimodulazione ma, intanto, la tabella di marcia è sempre meno rispettata. E rispettabile.
Sul Corriere della Sera è stata pubblicata un'inchiesta, a cui ha contribuito anche il nostro Laboratorio, che approfondisce come le biblioteche possano diventare luoghi ospitali per il secondo welfare