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Povertà e inclusione

Tradizionalmente nel nostro Paese la lotta alla povertà ha trovato poco spazio nelle agende politiche dei Governi che si sono succeduti negli anni della Seconda Repubblica. Di conseguenza, gli strumenti di policy per il contrastare le situazioni di maggior indigenza sono rimasti estremamente deboli. In questo quadro, tuttavia, negli ultimi anni si è assistito a un rinnovato impegno dell’attore pubblico nel campo del contrasto alla povertà che, dopo un lungo percorso, ha portato l’Italia a dotarsi per la prima volta di misure strutturali in questo campo. Funzionano? Sono efficienti? Come si potrebbero migliorare?

Percorsi di secondo welfare vuole contribuire a sostenere il dibattito e far conoscere le azioni che le istituzioni pubbliche e gli attori del secondo welfare stanno sviluppando per contrastare la povertà. In questo senso, il Focus supovertà e inclusione mira a realizzare un costante monitoraggio:

  1. del fenomeno della povertà, attraverso la rassegna dei principali rapporti pubblicati in materia;
  2. delle azioni pubbliche volte ad implementare le misure di contrasto all’indigenza;
  3. delle iniziative che vedono protagonisti gli attori del secondo welfare.
In una nota il Forum Disuguaglianze e Diversità e l'Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile hanno avanzato alcune indicazioni per una modifica della bozza di Decreto che prevede, fra le misure volte a fronteggiare la crisi, l'istituzione del Reddito di Emergenza (REM). Le proposte di modifica hanno l'obiettivo di ampliare la platea di beneficiari del REM e rendere la sua erogazione più rapida.
Con l'obiettivo di sensibilizzare le istituzioni sui temi educativi e promuovere una mobilitazione nazionale che metta al centro la riapertura delle scuole e dei servizi educativi, è nato il comitato #lascuolaascuola. L'iniziativa, che su Facebook ha una pagina seguita da oltre 2.000 persone e un gruppo che conta oltre 7.000 iscritti, ha fra i suoi fondatori medici, insegnanti, psicologi e genitori. Ecco come aderire.
Attraverso un comunicato, l’Alleanza contro la povertà in Lombardia ha lanciato una proposta per la revisione delle linee di sviluppo regionali di prevenzione e contrasto alla povertà. La proposta si concentra in particolare sul sistema di governance, sull'interazione tra le misure regionali e nazionali, sulla progettazione condivisa e sulla centralità degli strumenti di monitoraggio degli interventi.
I minori non sono al centro dell’agenda politica italiana. Non lo sono in condizioni normali e non lo sono, purtroppo, neanche durante questa emergenza. Eppure stanno pagando a caro prezzo le conseguenze della crisi sanitaria in atto, essendo confinati in casa ormai da tempo. Se vogliamo evitare una drammatica crescita delle disuguaglianze, l'avvio della cosiddetta fase 2 deve mettere al centro bambini e ragazzi.
La pandemia di Coronavirus sta producendo ricadute molto pesanti per le fasce più povere della popolazione. Allo scopo di mitigare il più possibile gli effetti economici dell'attuale emergenza, l'Alleanza contro la povertà in Italia ha pubblicato un comunicato con alcune proposte concrete finalizzate ad ampliare la platea dei beneficiari delle misure di sostegno al reddito. Ecco di cosa si tratta.
In queste settimane, centinaia di famiglie della città di Milano che già vivevano in situazioni di difficoltà economica hanno visto aggravarsi le loro condizioni. La necessità di "rimanere a casa" inoltre ha bloccato anche i volontari del Terzo Settore impegnati nella distribuzione degli aiuti alimentari. Proprio per queste ragioni è partita la campagna di crowdfunding "MilanoperMilano: aggiungi un pasto a tavola".
L'Alleanza per l’infanzia ha diffuso un nuovo comunicato che invita a mettere al centro delle politiche per il superamento dell'attuale emergenza sanitaria i bambini e i ragazzi. A fronte del rischio che la crisi in atto aumenti ulteriormente le disuguaglianze economiche ed educative è infatti necessario adottare una logica d'intervento che, oltre a guardare all'immediato, si ponga anche obiettivi di medio e lungo termine.
Fin dall'inizio della pandemia le persone senza dimora sono apparse come una categoria particolarmente esposta ai rischi legati al Coronavirus. Le strutture di accoglienza, già inadeguate in tempi ordinari, mostrano in questo momento tutti i loro limiti. Da come decideremo di tutelare il diritto alla salute delle persone senza dimora e degli operatori sociali dipenderà la nostra capacità di crescere come una comunità inclusiva. È questo il pensiero di Silvia Stefani.
In questi giorni è divenuto chiaro che la pandemia di Coronavirus si sta trasformando in emergenza economica per molti. Proprio per questo, alcune organizzazioni e associazioni hanno avanzato proposte concrete allo scopo di predisporre una misura in grado di raggiungere tutta la popolazione in stato di necessità. Giacomo Pisani ci spiega perché in questo momento il tema del reddito di base incondizionato e universale torna ad essere più che mai attuale.
Il Forum Disuguaglianze e Diversità e l’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile avanzano una proposta operativa per fronteggiare immediatamente la caduta di reddito delle famiglie dovuta alla pandemia. L’obiettivo è evitare che l'impoverimento e le disuguaglianze si acuiscano. Come? Mettendo in campo due nuove misure: il Sostegno di Emergenza per il Lavoro Autonomo (SEA) e il Reddito di Cittadinanza per l’Emergenza (REM).
Mentre chi può si attiene alle indicazioni del Governo e resta a casa c'è una parte di popolazione che non può farlo: le persone senza dimora. Come gestire dunque l'emergenza anche in tale ambito? Le organizzazioni del Terzo Settore attive in questo campo lanciano da giorni appelli alle autorità statali e locali perché si trovino soluzioni condivise. Qualcosa si è mosso, ma mancano ancora azioni concrete.
Per far fronte alla temporanea chiusura delle strutture scolastiche, l'impresa sociale Con i Bambini, nell'ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, assicura ai 355 progetti attivi sul territorio nazionale (che coinvolgono 6.600 organizzazioni e oltre 480.000 minori) la possibilità di attivare sistemi di apprendimento a distanza. Ecco di cosa si tratta.
Il Coronavirus sta determinando effetti serissimi, che si faticano ancora a stimare, sul sistema sanitario ed economico nazionale. Ma accanto ad essi c'è una ulteriore minaccia che fino a questo momento è stata poco considerata: quella di aumentare a dismisura il livello di esclusione sociale di bambini e ragazzi che si trovano in situazioni di povertà. A lanciare l'allarme sono Investing in Children e l'Alleanza per l’Infanzia.
Recentemente, attraverso una nota ufficiale, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha fatto chiarezza circa la possibilità per i senza fissa dimora di accedere alla misura di contrasto alla povertà. Fino ad ora, infatti, la residenza era un requisito essenziale per richiedere l’intervento: ora (forse) molti homeless potranno beneficiarne.
Rispetto allo scorso anno le donazioni sono aumentate del 29%. Un risultato importante reso possibile grazie alle 5.000 farmacie coinvolte, ai 17.000 farmacisti aderenti e ai 22.000 volontari che hanno raccolto i medicinali che andranno a quasi mezzo milione di persone in povertà sanitaria. Ma il numero crescente dei bisognosi impone un impegno che duri tutto l'anno attraverso alleanze stabili con gli attori del settore farmaceutico e il sostegno continuativo dei cittadini.
È stato pubblicato il sesto bando promosso da Con i Bambini nell'ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il bando si propone di sostenere interventi socio-educativi rivolti a minori tra 10 e 17 anni segnalati dall'Autorità giudiziaria minorile e già in carico agli Uffici di servizio sociale per i minorenni o ai servizi sociali territoriali. Ce ne parla Chiara Agostini.
Secondo i dati recentemente pubblicati dall'Osservatorio statistico dell'INPS, i beneficiari del Reddito (e della Pensione) di Cittadinanza sono oltre 2,5 milioni. Di questi circa il 65% risiede nel Mezzogiorno: in particolare, le regioni in cui in proporzione vi sono più beneficiari sono la Campania, la Sicilia e la Calabria. L'importo mensile medio si attesta intorno ai 500 euro.