Cerca
Close this search box.

LTC

Nel 2023 in Italia le persone con più di 65 anni sono oltre 14 milioni, pari al 24% della popolazione, il dato più alto di tutta l’Unione Europea. Secondo le proiezioni diventeranno il 35% entro il 2050. Tra poco meno di trent’anni 1 cittadino su 3 sarà anziano, con tutto quello che questa condizione comporta dal punto di vista sociale e sanitario. Specialmente nelle fasi finali della vita.

Difficoltà motorie, comorbilità, solitudine, compromissioni dell’autonomia nelle attività quotidiane di cura: sono solo alcune delle sfide legate alla non autosufficienza che riguardano – e sempre più riguarderanno – il nostro welfare. Oggi il sistema fatica infatti ad affrontare le tante necessità che interessano l’anzianità nelle sue diverse sfaccettature e non riesce ancora ad agire preventivamente per ritardare la perdita dell’autonomia.

In questo senso capire come riformare il nostro sistema di Long Term Care (LTC), ovvero l’insieme dei servizi dedicati alla cura e all’assistenza degli anziani non autosufficienti, appare cruciale. Soprattutto alla luce della pandemia da Covid-19, che ha acceso l’attenzione su questo tema, e delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che offrono opportunità di investimento inedite sul fronte sociale e sociosanitario.

Secondo Welfare ha scelto di occuparsene con un focus tematico che possa aiutare a comprendere meglio le questioni che riguardano la LTC e su cui occorre riflettere. Partendo dalle proposte avanzate dal “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza”, che getta le basi su cui costruire il nuovo sistema, andremo ad approfondire la struttura del nuovo Servizio nazionale di assistenza anziani (SNA), la governance delle politiche, la valutazione delle misure, lo sviluppo dei sistemi di finanziamento e le possibili integrazioni tra Pubblico e privato.

La prima edizione del percorso di trasferimento tecnologico Capstone per il Sociale di Politecnico di Milano e Fondazione Triulza ha presentato i suoi risultati, frutto di una convergenza tra competenze sociali e tecnologiche-gestionali
Una possibile risposta sono i senior housing come “Villaggio Novoli”, inaugurato ad aprile a Firenze. Si tratta di esperienze che cercano di affrontare in modo innovativo il problema dell’isolamento sociale degli anziani.
Una residenza collaborativa per la longevità attiva in cui gli anziani non sono solo beneficiari di servizi abitativi e di welfare, ma anche attivatori di comunità. È il modello di Villa Mater, ex casa di riposo per in ristrutturazione a Rivoli.
Sempre più Paesi europei stanno varando riforme per assistere gli anziani non autosufficienti nel lungo periodo. Andiamo a conoscere il contesto continentale guardando in particolare ai casi di Austria, Inghilterra e Slovenia. Anche per capire come si colloca l’Italia a livello europeo.
Prova a rispondere il rapporto "Abitare e anziani (fragili): evidenze e spunti per coprogettare nuove forme di housing", realizzato da Percorsi di secondo welfare in collaborazione con Fondazione Turati
Secondo il 6° rapporto dell'Osservatorio Long Term Care di CERGAS SDA Bocconi sono necessari interventi strutturali per affrontare problemi di sostenibilità economica, del personale e dei modelli di servizio nel settore LTC. A differenza di Paesi come Francia, Germania e Svezia che hanno già avviato riforme, l'Italia è ancora lontana dall'adottare cambiamenti simili.
Un volume disponibile in open access, a cura di Luigi Gui e Armida Salvati, al quale hanno contribuito anche Franca Maino e Celestina Valeria De Tommaso con un capitolo dedicato alla riforma dell’assistenza a lungo termine (LTC) in Italia.
L’invecchiamento della popolazione ha reso sempre più necessario lo studio e l’utilizzo di strumenti per garantire, quando possibile, il permanere al proprio domicilio in sicurezza. Da questa convinzione nasce il progetto CURA del Comune di Milano, finanziato dal PNRR, di cui Percorsi di secondo welfare è partner scientifico.
Damiana Mastantuono di Mefop analizza l'approccio dei fondi alla luce degli interventi normativi degli ultimi anni, prendendo in considerazione limiti e opportunità del nuovo rapporto che si sta venendo a creare tra attori pubblici e privati del sistema sanitario italiano