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InnovaCAre

InnovaCAre è un progetto di ricerca dedicato allo studio delle sfide legate all’invecchiamento della società italiana e all’individuazione di soluzioni innovative di Long Term Care che possano permettere di affrontarle positivamente.

Il suo obiettivo è stato quello di contribuire alla definizione di un modello sostenibile per affrontare queste sfide sia dal punto di vista socio-economico sia sotto il profilo etico. In questo senso InnovaCAre si è proposto di investigare le diverse dinamiche che contraddistinguono il fenomeno sociale dell’invecchiamento, e in particolare la dimensione della Long Term Care (LTC), per favorire l’individuazione di soluzioni caratterizzate da un alto tasso di innovazione sociale che possano essere implementate nel breve periodo e, soprattutto, su cui possano essere gettate le basi conoscitive necessarie a stabilire le linee strategiche delle politiche sociali dei prossimi decenni.

Il progetto è stato realizzato da un team multidisciplinare di ricercatori del Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università degli Studi di Milano e del Dipartimento di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele, grazie al sostegno del Bando Aging and social research: people, places and relations 2017 di Fondazione Cariplo.

Il progetto, iniziato ad aprile 2018, avrebbe dovuto concludersi nel marzo 2020; a causa della pandemia di Covid-19 è stato prolungato e si è formalmente chiuso nell’aprile 2021.


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Il progetto "La Cura è di Casa" si propone di aiutare le persone anziane a invecchiare in autonomia all'interno del proprio domicilio, migliorando così la qualità della loro vita. L'iniziativa, avviata nel 2016, assume oggi un valore nuovo a seguito delle problematiche causate dalla pandemia. È questo il tema al centro del Working Paper 2WEL 1/2020 "L'esperienza La Cura è di Casa. Una partnership tra pubblico, privato e cittadinanza per l'innovazione del sostegno alla domiciliarità".
Dal 2 al 6 novembre si svolgerà la "European Week of Active and Healthy Ageing", durante la quale si terranno eventi e incontri online sui temi dell'invecchiamento, del caregiving e delle politiche rivolte agli anziani. Questioni cruciali per il nostro Paese, che è tra i più longevi al mondo, a cui si aggiungeranno riflessioni sull'impatto del Covid-19 sulla popolazione anziana.
AbbVie, Accademia LIMPE-DISMOV, Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus e ANIN hanno realizzato il progetto Neuroscience Caregiver Academy allo scopo di proporre percorsi di formazione per i caregiver che si prendono cura di familiari affetti da patologie neurodegenerative. L'iniziativa vuole inoltre stimolare un iter legislativo a favore della valorizzazione del ruolo del caragiver, attraverso un dialogo con le istituzioni.
Il Covid-19 ci sta costringendo a ripensare i servizi per la cura e il supporto alle persone anziane. La situazione attuale ci obbliga infatti a immaginare nuovi modelli di residenzialità (come l'housing sociale e il co-housing) e, al tempo stesso, promuovere e investire verso un sistema efficace di cure domiciliari. Se ne parla in questo contributo uscito per Rivista Solidea.
Durante la pandemia di Covid-19 le politiche di long-term care hanno mostrato tutti i loro limiti, anche a causa del ritardo che il nostro Paese sconta nell’attuare processi di riforma e di investimento in questo campo di policy. Marco Arlotti, Andrea Parma e Costanzo Ranci hanno riflettuto sul tema nel numero 1/2020 di Politiche Sociali; qui trovate una sintesi del loro articolo.
Il Decreto Rilancio ha destinato 734 milioni di euro aggiuntivi all'assistenza domiciliare integrata per l'anno 2020. Diversi elementi lasciano supporre che, nei prossimi mesi, la nuova dotazione di risorse potrebbe essere resa strutturale. Se così fosse, comincerebbe una nuova fase per il finanziamento del settore. Ne parla Cristiano Gori, docente presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università di Trento, in questo articolo uscito per la piattaforma "I Luoghi della Cura".
I lavoratori oggi giustamente definiti “essenziali”, che stanno assicurando servizi di vitale importanza per la nostra sopravvivenza in questo tempo sospeso, sono frequentemente umili, malpagati, dall’occupazione precaria se non addirittura irregolare. E, molto spesso, sono immigrati. Maurizio Ambrosini invita a riconoscere il loro apporto e, soprattutto, a non dimenticarci di loro quando usciremo dall'emergenza.
Da quando è iniziata la pandemia le persone che ci aiutano in casa e assistono i nostri anziani - quelle che comunemente chiamiamo colf e badanti - sembrano essere state dimenticate. Senza di loro, tuttavia, il nostro sistema di welfare non reggerebbe. Per questo, secondo Maurizio Ambrosini, occorre tutelarle e trattarle con equità al pari di tanti altri lavoratori colpiti dalle conseguenze del Coronavirus.
Il Coronavirus si sta rivelando particolarmente aggressivo nei confronti delle persone più anziane. L'altissima mortalità registrata in molte Residenze per anziani ha alimentato dubbi e polemiche sull'opportunità di utilizzare queste strutture per ricoverare pazienti affetti da Covid-19 e alleggerire così le strutture ospedaliere. Aiuta a fare ordine nei dati e a offrire qualche elemento di conoscenza per rispondere ai tanti interrogativi il paper "Un'emergenza nell'emergenza".
UGO è una giovane start-up a vocazione sociale nata nel 2015 a Milano che ha dato vita ad un servizio finalizzato ad assistere gli over 65, i malati e le persone non autosufficienti negli impegni quotidiani legati alla salute, al lavoro e al tempo libero. Grazie alla piattaforma tecnologica, UGO consente di mettere in contattato queste persone o i loro familiari con operatori che si mettono a disposizione per aiutarli a compiere delle piccole commissioni.
Un numero sempre maggiore di italiani si trova a dover gestire carichi di cura familiare. Secondo una recente indagine promossa dal provider di welfare aziendale Jointly e realizzata dall'Università Cattolica di Milano, oltre il 30% dei lavoratori dipendenti si prende cura di un proprio familiare non autosufficiente: spesso sono donne e con più di 50 anni. Ciò, ovviamente, impatta in maniera decisiva sulla loro carriera lavorativa. Ne parla Valentino Santoni.
Secondo molti approcci teorici e pratici è cruciale supportare la persona con disabilità in percorsi di autonomia coerenti con desideri e aspirazioni. Proprio per questo, il sistema dei servizi rivolti alle persone non autosufficienti richiede il superamento di stereotipi e resistenze al cambiamento e la promozione di processi di inclusione e autodeterminazione. Se ne parla in questo articolo uscito all'interno del numero 4/2019 di Welfare Oggi.
L'invecchiamento che caratterizza la società italiana ed europea è uno tra i fenomeni più rilevanti che il nostro sistema di welfare si trova ad affrontare. Allo scopo di analizzare tale dinamica attraverso un approccio multi-disciplinare, il Politecnico di Milano promuove un ciclo di seminari dal titolo "New demographics. Science, technology and design facing the grand challenge of agein". Gli incontri - nove in totale - si terranno tra gennaio e marzo 2020.
Parte all'Università Statale di Milano un'azione di supporto economico a favore del personale tecnico amministrativo e bibliotecario e dei collaboratori ed esperti linguistici con familiari non autosufficienti. L'Università rimborserà infatti le spese sostenute per servizi di assistenza, residenziali e domiciliari, come RSA e badanti. Si tratta di un intervento che va ad arricchire il piano di welfare aziendale di UniMi.
Su "I luoghi della cura" Cristiano Gori e Franco Pesaresi analizzano il Piano nazionale per la non autosufficienza 2019-2021, strumento programmatico promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per definire gli stanziamenti del Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza. Nonostante sia ben strutturato da un punto di vista metodologico, il Piano presenta alcune criticità nella definizione dei livelli essenziali delle prestazioni.
Nasce in Italia il primo "Senior Serviced Residence", una struttura di co-housing pensata per rispondere alle esigenze degli anziani che vogliono godersi la terza età, in piena libertà e con la garanzia di una vita sociale attiva. Il progetto - promosso dal gruppo francese Aegide Domitys - propone un'interessante alternativa all'attuale modello delle residenze sanitarie assistenziali.