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Enti locali

Massimiliano Anzivino, Francesco Caligaris e Alfonso Noviello hanno scritto cinque approfondimenti in cui raccontano come le biblioteche possano diventare nuovi centri di welfare in cui identificare i bisogni sociali, immaginare le risposte possibili e realizzarle insieme alle comunità
Nel giugno 2019 è scoppiato il caso giudiziario - ma soprattutto mediatico e politico - che ha preso il nome da questo Comune emiliano. La vicenda ha posto l’attenzione sull’affidamento familiare in modi spesso imprecisi o strumentali. Cosa è successo nel frattempo?
L’approccio del Comune nella programmazione dei servizi sociali ed educativi riflette un percorso di amministrazione condivisa che ha portato a una responsabilizzazione della comunità, in cui l’ente pubblico ha assunto il ruolo di orchestratore dei diversi attori del territorio
Il progetto "Genitori Adesso", sviluppato dalla rete BAM - Biblioteche Area Montebellunese, ha coinvolto enti locali e comunità per rispondere alle necessità dei neogenitori attraverso forme innovative di welfare socioculturale. Una sperimentazione interessante che potrebbe essere presa ad esempio su altri territori.
Sebbene diversi indicatori mostrino come in città l'occupazione femminile sia ampiamente migliore rispetto alla media italiana, andare oltre i numeri permette di comprendere la complessa relazione tra quantità e qualità dell’occupazione e gli svantaggi che si "cumulano" sulle donne.
I mutamenti necessari allo sviluppo non sono facili da realizzare. La prima cosa da fare è rispolverare la mission più profonda delle biblioteche, cercando di sostenere chi ci lavora con una dotazione adeguata di strumenti e alleanze.
Il capoluogo brianzolo ha numeri che gli consentono di superare il LEP per gli assistenti sociali. Eppure i problemi non mancano. Laura Maria Brambilla, responsabile delle risorse umane del Comune, ci spiega come stanno affrontando la questione.
Dal gruppo di lettura alle reti territoriali, dall’ibridazione rigenerante all’apertura ai giovani: spunti operativi (e punti in comune) su diverse biblioteche che nel nostro Paese stanno cercando di essere nuovi luoghi di welfare
L’accesso e la gestione dei fondi da parte dei comuni è un elemento critico nell’attuazione del Pnrr. È un aspetto sul quale è necessario fare di più, attraverso provvedimenti che permettano alle amministrazioni di integrare le professionalità necessarie.
Continua il nostro viaggio alla scoperta delle biblioteche come nuovi luoghi di welfare. Parliamo di ruoli, funzioni e confini che occorre sviluppare, oltre che delle attenzioni necessarie perché i cambiamenti siano positivi e sostenibili.
Lo dice un report dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio: il nostro Paese, nonostante la disponibilità di fondi, non riesce a raggiungere i LEP di assistenza sociale. Un tema cruciale anche per l’autonomia differenziata.
A livello internazionale sono tanti i casi di biblioteche che si sono innovate per andare incontro ai bisogni sociali delle proprie comunità. Andiamo a scoprire tre esperienze poco note ma molto interessanti che si sono sviluppate in Inghilterra, Svezia e Danimarca.
L’idea del sociale sta cambiando le biblioteche, che da “case dei libri” stanno diventando luoghi dove si possono costruire nuove relazioni e immaginare servizi di welfare “leggeri” attraverso processi territoriali partecipati.
Il progetto guidato dalla Cooperativa Sumo e sostenuto da Con i Bambini ha avviato una mappatura dei servizi all'infanzia 0-3 anni in alcune aree del Veneto. Al momento sono disponibili diversi dati interessanti su Bassanese e Padovano, mentre è ancora in corso il lavoro sull'area di Spinea.
L'ha curata il Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Assistenti Sociali per provare a sostenere l'operatività dei servizi nel difficile passaggio dal Reddito di Cittadinanza all'Assegno di Inclusione.