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Logo del progetto A Brave New Europe Voyager realizzato da Percorsi di secondo welfare e Slow News insieme a numerosi partner grazie al sostegno della Commissione UE. Per scoprire come la Politica di Coesione Europea interessa la vita delle persone.

A Brave New Europe

A Brave New Europe è un progetto finanziato dall’Unione Europea per aiutare cittadini e cittadine a conoscere meglio la Politica di coesione europea: come funziona, perché a volte va e altre no, dove può migliorare e, soprattutto, come impatta sulla vita quotidiana delle persone.

A questo scopo A Brave New Europe, ABNE per gli amici, si avvale delle competenze di giornalisti, ricercatori ed esperti che attraverso storie concrete vogliono raccontare in maniera innovativa alcuni temi cruciali per il futuro dell’Europa.

A Brave News Europe è nato nel 2021 dalla sinergia tra Percorsi di secondo welfare e Slow News grazie al sostegno della Commissione europea. Nel 2022 è partita la seconda edizione – Next Generation – che ha allargato il gruppo di lavoro a Internazionale, Zai.net e Revue Dessinée Italia. Nel 2023 il progetto è stato rifinanziato per un altro anno e la compagine è cresciuta ulteriormente con l’adesione di Radio Popolare e Le Grand Continent, che hanno completato la squadra di A Brave New Europe Voyager.

Grazie alle diverse competenze di questa ampia compagine di partner, l’obiettivo di ABNE è ricorrere a prodotti editoriali e linguaggi differenti per raggiungere un pubblico ampio e trasversale a cui raccontare in maniera inedita come si può realizzare un’Europa più coraggiosa.

Di seguito sono disponibili i tanti approfondimenti realizzati nel corso del progetto.

Irene Caselli su Slow News racconta il caso di Acerra e di come la politica di coesione UE e il PNRR stiano influenzando la situazione degli asili nido in Campania e, più in generale, in Italia.
A Pisa è stato finanziato un alloggio per anziani non autosufficienti. Il palazzo è pronto, ma non è mai stato aperto all'utenza. E questo è un problema che riguarda come l’Italia spende e monitora i fondi dell’Unione Europea.
Per portare tutte le scuole italiane in classe A servirebbero 40 miliardi, ma i benefici sarebbero moltissimi. Le risorse europee possono essere una strada per raggiungere l’obiettivo, come dimostra il caso di Fiume Veneto. Ne parla Ilaria Sesana su Slow News.
A Torino e Venezia i fondi della politica di coesione dell’Unione Europea sono stati usati per garantire una migliore conciliazione vita-lavoro. Ne parla Lidia Baratta su Slow News.
La giornalista Sarah Gainsforth su L'Essenziale ha raccontato il processo di rigenerazione urbana della città pugliese.
Irene Caselli su Slow News racconta la denatalità in Italia e l'assenza di servizi per l’infanzia. Ma anche come i fondi della politica di coesione UE provano a colmare i vuoti.
Luca Bianchi su zai.net racconta come la parità di genere passa anche dalle politiche aziendali. E del ruolo dell’Unione Europea per favorire il suo raggiungimento.
Il Giambellino è un quartiere alla periferia ovest di Milano dove la povertà educativa e materiale è molto forte. Pasquale Ancona racconta questa realtà e le storie di enti che operano per migliorare il contesto.
Prima della pandemia, il turismo aveva raggiunto un picco grazie anche a fondi pubblici e risorse europee. Sarah Gainsforth su Slow News parla delle conseguenze dell'ultimo periodo sul settore.
Gaia Canestri su zai.net racconta il fondo europeo per una transizione giusta che vuole riqualificare l'economia di Taranto.
Paolo Riva su Slow News racconta la digitalizzazione in Italia. E come gli anziani rischiano di restare indietro senza facilitazione.
Eleonora Camilli su Slow News approfondisce le misure europee per l'accoglienza dei profughi ucraini, e l'investimento dei fondi di coesione.